Riccardo Riccardi, Andrea Ceccotti, Niccolò Verdi, gli ingegneri che hanno fondato la la Energy service company “Aequo”
C’è chi nelle opportunità di ripresa ci ha creduto nonostante l’emergenza sanitaria, chi è stato capace di vedere nelle risorse stanziate dal Governo una chance di sviluppo. E l’ha colta al volo. Hanno saputo leggere bene le carte del bonus edilizio del 110% e delle risorse per la transizione ecologica tre professionisti, due apuani e uno di Grosseto, che hanno messo insieme una realtà di successo che partendo da zero in due anni è arrivata a una previsione che oscilla dai 15 ai 20 milioni di euro di fatturato. E ora punta ad assumere ancora, almeno una decina di persone. Sono gli ingegneri Andrea Ceccotti, classe ’84, e Riccardo Riccardi, nato nel 1976, con l’architetto grossetano Niccolò Verdi, anche lui del 1984. Dall’esperienza della società di progettazione ModIt, che portano avanti, hanno deciso di guardare oltre e costruire un’azienda dedicata proprio alle nuove opportunità in gran parte legate alla cosiddetta ‘transizione ecologica’. Così hanno creato Aequo.
Era maggio 2020. L’idea era di costituire una Esco, Energy service company, ossia una società di servizi energetici integrati che, a partire dalla diagnosi energetica, individuano i migliori interventi realizzabili nell’ambito delle fonti rinnovabili. “Abbiamo infatti osservato che nella nostra zona non esistono società di questo tipo, che agiscono come Esco vere e proprie. La più vicina era a Lucca”, racconta. Poi è venuto fuori anche il bonus edilizio 110% e la visione si è ampliata. “Ci siamo buttati su questo settore e da 0 euro del 2020 abbiamo fatturato 4,5 milioni nel 2021 e le previsioni sono attorno ai 15 milioni per il nuovo anno. Infatti stiamo cercando personale, almeno una decina di lavoratori durante l’anno, in particolare figure tecniche come geometri, architetti, periti e ingegneri. A oggi oltre a 5 soci abbiamo 4 dipendenti. Quindi ne abbiamo bisogno per gestire i cantieri del 110 ma anche per costruire un team di ricerca e sviluppo nell’ambito delle fonti energetiche”.
Un fatturato così alto non può arrivare solo dal territorio apuano. “In realtà qui con il 110 abbiamo lavorato molto poco – spiegano –. Il problema è il tessuto, molti appartamenti nei condomini ad esempio sono seconde case senza contare che ci sono tante difformità urbanistiche anche nelle abitazioni singole”. Sul settore energetico, poi, il target principale è il fotovoltaico ma non è l’unico. “Questo è il settore maggiore, per i capannoni con il classico modello Esco di vendita dell’energia. Ma lavoriamo anche sulle comunità energetiche e stiamo spingendo sui Comuni su questo fronte. Poi il mini idroelettrico sulle reti in pressione. E puntiamo sull’idrogeno in mini e micro applicazioni”. Cosa significa? “In pratica quando c’è una produzione in eccesso di corrente rispetto ai consumi, invece di buttare l’energia in rete si può indirizzarla a degli elettrolizzatori per produrre idrogeno da usare in un cogeneratore per fare corrente e riscaldamento oppure da sfruttare anche per la mobilità”.
Francesco Scolaro
Source: lanazione.it
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