La combinazione pandemia più crescita dell’ e-commerce (un’abitudine diffusa e rafforzata dalle misure restrittive causate dal Covid) ha portato in questi ultimi mesi ad un crollo del mercato retail moda in Italia.
Sono stati diffusi i dati del nuovo Report Fashion High Street 2021 post-pandemia 2020, realizzato da World Capital con Federazione Moda Italia-Confcommercio.
Nell’ultimo studio si dimostra come pesi come un macigno, sul nostro Paese, l’assenza di shopping tourism, che nel 2019 aveva generato oltre 7,5 miliardi euro di consumi da parte degli stranieri.
Ma sul crollo del mercato grava anche l’ampio utilizzo nel pubblico e nel privato dello smart working,
20 miliardi di euro in meno per i consumi nel solo dettaglio moda nel 2020 (su quasi 60 miliardi di euro complessivi) è la perdita stimata da Federazione Moda Italia – Confcommercio.
Una crisi che porterà, nel complesso, alla chiusura definitiva di 20 mila negozi di moda in Italia su 115 mila punti vendita, mentre 50 mila addetti sui 310 mila rischiano il posto di lavoro.
I dati di Federazione Moda Italia evidenziano fortunatamente anche una lieve risalita del mercato negli ultimi mesi. Rispetto al 2020 si registra infatti una lieve diminuzione della percentuale del calo delle vendite (da 88,9% a 66,5%) e finalmente un incremento delle vendite che passano dal 3,4% a 14,1 per cento.
Così ha commentato in una nota il Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio Renato Borghi:
Servono con urgenza “interventi a sostegno e per la ripresa del comparto come indennizzi congrui alle effettive perdite con rivisitazione dei parametri di perdita del fatturato utilizzati nel DL Sostegni; credito d’imposta su locazioni di immobili ad uso commerciale; credito d’imposta a tutte le attività della filiera della moda sulle rimanenze di magazzino; immissione di nuova liquidità e credito garantito; moratoria titoli di credito; moratoria fiscale e contributiva; iniziative volte a sostenere e stimolare la domanda interna come l’abbassamento temporaneo dell’IVA sui prodotti di moda al 10% e l’introduzione di bonus per l’acquisto dei prodotti di moda magari Made in Italy, sulla scia del bonus mobili e ecobonus auto”.
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