LONDRA – Anche i grandi investitori scendono in campo contro il cambiamento climatico. Quasi cinquecento dei maggiori fondi di investimento della terra, che insieme gestiscono un terzo della ricchezza mondiale amministrata da gestori finanziari, hanno rivolto un appello ai governi di tutto il mondo a mettere fine al sostegno dei carburanti fossili e a fissare obiettivi per una rapida riduzione delle emissioni di gas nocivi.
Nella lettera aperta di cui dà notizia oggi il Guardian a Londra, i 457 investitori esortano i leader internazionali a “rafforzare significativamente” i piani per difendere l’ambiente nel prossimo decennio allo scopo di raggiungere il traguardo di zero emissioni entro il 2050 o ancora prima. Tra i firmatari dell’iniziativa figurano Avuva, Hsbc, M&G, Allianza Global Investors, Amundi, Axa, Bnp Paribas e Nomura.
Secondo il quotidiano britannico si tratta del più grande gruppo di investitori mai unitosi per un appello sulla minaccia climatica. La lettera è pubblicata non a caso alla vigilia del summit del G7 che si apre domani in Cornovaglia e prima di quello dell’Onu, denominato Cop26, in programma a novembre in Scozia.
“Siamo all’inizio di un decennio cruciale in cui governi e investitori istituzionali hanno il potere di accelerare le azioni per proteggere l’ambiente”, afferma la lettera. “Se non affronteremo immediatamente questa sfida, la temperatura media potrebbe salire di 3 gradi nel corso del secolo, ben oltre i limiti fissati dagli accordi di Parigi sul clima”. Uno studio separato del Science Based Targets Initiative avverte che nessuno dei mercati finanziari del Gruppo dei Sette sta facendo i passi necessari per tagliare le emissioni nocive che provocano l’effetto serra.
Il Guardian nota che alcuni dei più grandi investitori, tra cui BlackRock e Vanguard, non hanno partecipato all’appello.
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