Un intervento correttivo per uniformare i contenuti del nuovo
Codice dei contratti alla Legge sull’Equo
compenso. È questa la richiesta contenuta in una lettera
inviata dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) ai Ministri
dell’Economia, delle Infrastrutture e Trasporti e del Lavoro, con
l’obiettivo di eliminare possibili ambiguità interpretative, e i
conseguenti contenziosi, aumenti di spesa, rallentamento o paralisi
totale degli affidamenti dei servizi di architettura e
ingegneria.
Equo compenso: il CNAPPC chiede modifiche al Codice
Appalti
Secondo il CNAPPC, “i due atti normativi presentano evidenti
punti di contatto e, considerata la rilevanza del ruolo dei
professionisti (tecnici, consulenti, progettisti, ecc.) nelle
procedure di affidamento dei contratti pubblici, è necessario che
le disposizioni del Codice dei contratti siano adeguate alle nuove
previsioni della legge n. 49/2023, al fine di delineare con
certezza le condizioni di attuazione delle norme inderogabili in
tema di Equo compenso”.
In particolare, per consentire a professionisti, imprese,
stazioni appaltanti di operare con speditezza ed efficacia, occorre
superare la contraddizione di fondo rappresentata dal
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