Smontati i ponteggi che hanno occupato per diversi mesi il marciapiede di corso Matteotti e di via Valverde, è tornata alla luce la facciata della ex sede del Monte di Pietà, poi divenuta Cariplo e infine sede del Centro provinciale per l’impiego e dell’azienda di servizi informatici Net4Market. La costruzione, di proprietà di Fondazione Città di Cremona, risale all’inizio del Novecento ed è sorta sulle fondamenta della chiesa di Valverde. Un cantiere nato dalla necessità di fermare il degrado della parte più recente del complesso di palazzo Fodri, che occupa, insieme alla parte più antica, caratterizzata dai fregi in cotto, tutto un isolato tra il corso e via Ala Ponzone.
Intenzione della Fondazione – spiega la presidente Uliana Garoli – è di restaurare anche la parte più antica del complesso, per preservare un immobile importante sia per la storia di Cremona che dal punto di vista artistico. Trattandosi di un immobile vincolato dalla Soprintendenza, a differenza della parte appena conclusa, sarà necessario ottenere l’autorizzazione ad effettuare i sondaggi preparatori.
Il progetto per l’ex Monte di Pietà, steso dallo studio Beltrami Architettura e Ingegneria, con la consulenza dell’architetto Angelo Landi, ha puntato sulla eliminazione di tutti gli elementi di degrado presenti su prospetti e finiture, e a garantire una migliore conservazione dei materiali, attraverso stuccature e la posa di una finitura protettiva idrofuga. Inoltre era necessario garantire migliori condizioni di sicurezza, evitando distacchi imprevisti e ottenere una unitarietà d’immagine complessiva che rimediasse ai tanti interventi di manutenzione disomogenei effettuati nel corso degli anni. L’omogeneità del complesso è stata ottenuta mediante una velatura di pittura finale.
Tra i punti più problematici, i timpani delle finestre e il balcone, dove a causa dell’umidità si era deteriorato il materiale.
Una facciata particolare, quella del palazzo che apre la quinta scenografica di corso Matteotti, ricco di splendidi esempi di dimore signorili, a cominciare dall’adiacente porzione, la più antica, di palazzo Fodri. Il piano terra fino al marcapiano è caratterizzato da un finto bugnato realizzato con una miscela di marmo bianco impastato in malta di calce e cemento, una scelta che, a inizio Novecento, doveva esaltare l’importanza dell’istituto poi diventato Cassa di risparmio delle Province lombarde.
Per evitare danneggiamenti dovuti all’azione dei piccioni è stato utilizzato filo elettrificato inserito in una banda in plastica flessibile adesiva, che si adatta all’andamento irregolare del prospetto e agli elementi decorativi, risultando così invisibile.
L’intervento, il cui costo alla fine ha raggiunto i 280mila euro, godrà del bonus facciate, per il recupero del 90% dei costi sostenuti nel 2021 e del 60% per quelli di quest’anno.
“Un intervento – conclude Garoli – che abbiamo fatto nella consapevolezza dell’importanza dei nostri beni, che sono poi patrimonio di tutta la comunità cremonese e che è necessario preservare per continuare a svolgere i compiti sociali a cui è chiamata la Fondazione”.
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