La Lombardia fa il pieno di Superbonus. La corsa non è ancora finita, ma a queste latitudini ha già assunto le dimensioni di una caccia all’oro: al 31 dicembre del 2021, dicono i dati dell’Enea (Agenzia nazionale per l’efficienza energetica) e del ministero della Transizione ecologica, le detrazioni del 110% “prenotate” sul territorio erano arrivate a superare quota 14 mila per un valore di 2,6 miliardi di euro. Prima regione per numero di pratiche e per investimenti. Una spinta in più a un settore, quello dell’edilizia, che sta trainando la ripresa e che continuerà a volare nel 2022 anche grazie a questa maxi agevolazione “incassata”, stimava Banca d’Italia, da almeno il 60% delle imprese lombarde.
Eppure questa «euforia», come la definisce la stessa presidente dei costruttori Assimprendil Ance Regina De Albertis, sta anche creando preoccupazioni. E non solo perché la difficoltà a trovare ditte «strutturate e consolidate» e operai e materiali fa temere al presidente dell’Anaci (l’Associazione degli amministratori di condominio) Leonardo Caruso di «non riuscire a realizzare tutti gli interventi deliberati entro il 2023». Ma anche per il rischio, denunciato da proprietari e operatori, di imbattersi in società fantasma nate sulla carta solo per sfruttare l’occasione del credito. Tanto che De Albertis invoca la necessità di immaginare per il futuro «bonus magari di valori più bassi, ma più stabili nel tempo» che riescano a rallentare il ritmo della corsa e la stessa proliferazione «di imprese improvvisate». Per cui, tra l’altro, servirebbe una sorta di selezione all’ingresso: «Combattere le frodi è un obiettivo giustissimo, ma l’ultima modifica di legge che limita la cessione di credito rischia di creare un blocco — dice De Albertis — . Meglio prevedere per chi si vuole candidare la stessa certificazione obbligatoria per le aziende che partecipano ai bandi pubblici».
Per capirla, la febbre da Superbonus, bisogna ripartire dai dati che, ogni mese, diffondono Enea e ministero. Alla fine dello scorso anno, le richieste presentate per dare il via ai lavori, cioè le certificazioni dei requisiti minimi e della congruità delle spese, in Lombardia erano salite a 14.385 per un totale di investimenti ammessi a detrazione di 2,6 miliardi, il 16% di quelli nazionali. Di questi, 1,8 miliardi, il 72,3%, riguardava lavori già conclusi. Dal punto di vista numerico, in testa ci sono gli edifici unifamiliari (6.654), ma sul fronte economico sono i cantieri nei condomini a fare la differenza: le 2.258 pratiche collettive valgono 1,3 miliardi con una media di 579 mila euro a palazzo. Un volano per il fatturato del settore edilizio già cresciuto, secondo i dati di Unioncamere Lombardia, del 23% nel primo semestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 e persino del 6,9% rispetto al 2019 d’oro. E l’effetto, ha certificato Banca d’Italia, non finirà: in un loro sondaggio, l’80% delle imprese ha espresso aspettative in salita, «con un andamento più favorevole tra le aziende che operano nel comparto dell’edilizia privata» e indicazioni di un «ulteriore aumento per il 2022». De Albertis conferma: «Il Superbonus è uno strumento utilissimo sia per la ripresa economica sia per la transizione ambientale». Ma, appunto, i costruttori sono anche preoccupati «che il limite alla cessione del credito blocchi tutte le imprese» più che le frodi di alcuni. Un’incognita che segnala anche Cesare Rosselli, il segretario generale di Assoedilizia, l’associazione dei proprietari immobiliari. E che «insieme a molti altri fattori contribuisce a far andare a rilento le operazioni».
E qui si arriva alla difficoltà a «trovare imprese e soprattutto general contractor, che devono gestire l’intero processo, virtuosi e non improvvisati», come conferma Silvio Scarsi, il presidente provinciale dell’Asppi, l’associazione sindacale dei proprietari immobiliari. È quello che, racconta Caruso, era già accaduto per il bonus facciate ulteriormente complicato dai ponteggi diventati merce così rara per la moltiplicazione delle commesse da aprire la caccia all’estero. Perché la grande corsa dell’edilizia, spiega il presidente degli amministratori di condominio, era già iniziata con lo scorso del 90%. E adesso che «si sta esaurendo la coda di quei lavori, dovremmo dare il via alla maggior parte degli interventi del Superbonus. A Milano, ogni amministratore ha in media 20 delibere nel cassetto. Stiamo parlando di migliaia di pratiche e in questo momento facciamo fatica a trovare imprese serie. Il mercato della città è stato invaso da aziende provenienti dal resto d’Italia e dobbiamo fare attenzione. Con questo boom di lavori, però, difficilmente riusciremo a terminare i cantieri entro il 2023 con il rischio di perdere le agevolazioni». E la corsa non è ancora finita.
Source: milano.repubblica.it
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