False partite iva, regime forfettario, e superbonus. Questi i temi affrontati in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia da Franco Fietta, presidente di Fondazione Inarcassa, istituita nel 2011, rappresenta oggi in Italia circa 180.000 ingegneri e architetti liberi professionisti.
“La laurea in architettura – spiega – è stata spinta in maniera anche eccessiva, perché in questo momento ci troviamo ad avere abilitati una quantità di architetti molto elevata. Siamo in una situazione di mercato di eccesso di offerta e la riduzione delle abilitazioni è anche la risposta a redditi molto bassi, perché in fase di crisi il reddito medio lordo degli architetti è sceso sotto i 20mila euro. E’ dunque evidente che il mercato risponde con una contrazione delle abilitazioni e delle nuove lauree”.
“Bisogna poi tenere conto – avverte – che gli architetti sono strettamente legati al mondo dell’edilizia risentendo di più di questa fase di crisi”.
“Da una parte – fa notare – c’è stato un ampiamento delle competenze e delle possibilità professionali sia per gli architetti che per gli ingegneri, parliamo del superbonus, sicurezza sul lavoro, progettazione anti-incendio; aspetti che si sono sviluppati un po’ alla volta e che riguardano ambiti professionali che non sempre necessitano di abilitazione”.
“Gli ingegneri – precisa – hanno una formazione che gli consente una maggiore elasticità rispetto agli architetti: lavorano non solo nell’edilizia ma anche in campi paralleli, come quelli delle infrastrutture, quindi hanno risentito meno degli effetti della crisi”.
“Nel settore delle professioni – continua il presidente Fietta – c’è stato il problema delle false partite iva. Abbiamo studi di media grande dimensione che hanno ‘dipendenti’ che in realtà operano tramite partita iva. Questo consente ai titolari degli studi da una parte di avere un’elasticità e dall’altra anche minori costi legati alla previdenza e al fisco”.
“In realtà – spiega – alcuni costi sono nascosti, ma al ‘dipendente’ può sembrare conveniente piuttosto che lavorare con la partita iva. Anche questo ha influito sull’iscrizione agli albi e sull’abilitazione”.
“Per i professionisti l’introduzione del ‘forfettario’ ha creato effetti che hanno falsato un po’ il mercato. Potendosi solo attuare nel caso si lavori in proprio e non in forme aggregate, dallo studio associato ad altre forme associative, crea una sorta di scalone fiscale dove la possibilità di costituire studi più aggregati ed efficienti viene frenata e, quindi, si crea una divaricazione del mercato: da una parte il microstudio e dall’altra il grande studio con le false partite iva”.
“Questa situazione – ribadisce – sta creando forti problemi per l’evoluzione del libero professionista. Per questo il primo auspicio è che si vada a rivedere il sistema del forfettario, considerando la possibilità di creare aggregazione”.
“In Inarcassa – afferma il presidente Franco Fietta – nell’ultimo periodo c’è stato un picco di iscrizioni, quasi 4000 in meno di un anno, un effetto questo dovuto al superbonus, cioè alla necessità di avere una partita iva e un’abilitazione per poter operare nel campo del superbonus. E’ un buon segnale, ma è anche un segnale di preoccupazione perché non sappiamo cosa verrà dopo”.
“Sostanzialmente – commenta – si sta drogando il mercato con un grosso apporto di capitali in un tempo breve. Il mondo dell’edilizia deve avere anche una visione di medio lungo periodo, mantenendo alcune forme di vantaggio fiscale in modo da non avere poi un crollo con la chiusura dei finanziamenti”.
Source: it.finance.yahoo.com
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