Liguria. Chiamati in assemblea provinciale ad approvare il bilancio che, seppur relativo ad un anno difficile per le imprese e per l’associazione, ha maturato per un secondo anno consecutivo un risultato positivo e le linee programmatiche per questa annualità, i presidenti di sezione di Coldiretti Savona si sono confrontati con i vertici dell’associazione sulle soluzioni per rilanciare l’agricoltura e la pesca nel post pandemia.
“Il nostro settore primario – affermano il presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna e il direttore Provinciale Antonio Ciotta – non si è mai fermato, neanche nei momenti più difficili dell’emergenza sanitaria dimostrando il ruolo fondamentale che può ricoprire per avviare una nuova stagione di sviluppo economico, sia a livello locale sia nazionale. Quello che porteremo avanti per la provincia di Savona, grazie soprattutto all’impegno dei nostri imprenditori, sarà agevolare lo sviluppo e la promozione di tutti i nostri settori di punta portando avanti progettualità che permettano di far fronte a problemi e scovare nuove opportunità”.
“Saranno inoltre affrontate con decisione questioni spinose che affliggono il settore, come il generale rincaro dei costi di produzione che incide enormemente sull’economia delle imprese e che verrà analizzato ed approfondito con appositi gruppi di lavoro per filiera. Inoltre, grande rilevanza sarà data all’attività formativa a favore delle imprese, attività che permette sempre, a tutti, di crescere, aggiornarsi ed avere la possibilità di rimanere sempre competitivi sul mercato. Sicuramente quella che abbiamo davanti è una stagione ancora impegnativa e complessa, ma non dobbiamo mai dimenticare che la forza del territorio sono i nostri imprenditori che con il loro lavoro tutelano l’ambiente, custodiscono tradizioni, valorizzano grandi eccellenze e creano occupazione.”
E nel corso dell’audizione di ieri pomeriggio in Commissione Agricoltura al Senato per la discussione sul DDL “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico”, Confagricoltura ha ribadito l’importanza del verde e dei suoi numerosi effetti positivi sul paesaggio, sulla salute dei cittadini, sul benessere della collettività e sull’occupazione.
“Abbiamo sempre lavorato per rafforzare i rapporti con le altre organizzazioni perché siamo convinti che per arrivare lontano si debba lavorare in una logica di collaborazione – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenuto all’audizione – E proprio grazie alle alleanze sono stati raggiunti risultati importanti, come il bonus verde: uno strumento importante, oggi da migliorare ulteriormente a nostro avviso, ma che è un passo avanti per sostenere un comparto duramente colpito dagli effetti del covid-19”.
Durante la pandemia, ricorda Confagricoltura, il rafforzamento dei rapporti con le altre organizzazioni della filiera ha permesso di ottenere l’esonero contributivo e scongiurare la paralisi di alcuni segmenti che, se non si fosse intervenuti in maniera compatta, avrebbero rischiato di rimanere chiusi durante il periodo di lockdown. L’attività di lobby fatta sul Governo ha consentito di far proseguire le attività, sia dei manutentori del verde, sia di tutti gli operatori del commercio al dettaglio.
In merito al DDL “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico” – che per Confagricoltura costituisce un’opportunità unica per un riassetto complessivo e il rilancio definitivo del settore florovivaistico riconosciuto come settore di rilevanza strategica – l’Organizzazione ribadisce alcuni punti essenziali: la definizione di attività agricola florovivaistica deve strettamente richiamarsi ai principi contenuti nell’articolo 2135 c.c. ed anche i riferimenti alle altre attività (manipolazione in primis) devono comunque rinviare al concetto di connessione alla attività di produzione vegetale come anche la definizione dei centri di giardinaggio; i distretti devono essere rappresentativi di realtà davvero vocate; la necessità di evitare la proliferazione di nuovi marchi e valutarne le conseguenze rispetto a quelli esistenti, che potrebbero essere danneggiati; occorre prevedere una differenziazione, nel Piano di settore, tra misure ed interventi per il comparto floricolo e vivaistico.
“Il settore florovivaistico – precisa il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis, presidente anche della sezione di prodotto nazionale della floricoltura e presidente del Distretto florovivaistica ligure – ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia per Confagricoltura. Oggi, nonostante l’inevitabile flessione dovuta al Covid-19, il settore rappresenta un valore alla produzione di oltre 2,6 miliardi di euro ed un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 400 milioni di euro per un totale di 27 mila imprese che danno lavoro ad oltre 100mila addetti”.
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