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Fondo di solidarietà, causa vinta dal Comune di Padova. Ora ritornano in cassa 37 milioni di euro – Il Mattino di Padova

Lo sancisce una sentenza del Consiglio di Stato. Il sindaco: «Grande opportunità per il rilancio della città dopo la pandemia»

PADOVA. Una pioggia di euro ben più gradita di quella che spegnerebbe le temperature calde di questa settimana d’agosto. È quella piovuta giovedì nelle casse comunali grazie alla sentenza 5854/2021 del Consiglio di Stato: 37 milioni di euro, che per i bilanci municipali sono davvero manna dal cielo. Un parametro su tutti per capire il peso della cifra: gli incassi medi del Comune di Padova si aggirano ogni anno attorno ai 107 milioni di euro, scesi peraltro a 80 nel 2020. Serviranno – assicura il sindaco Sergio Giordani – a rilanciare la città in questa delicata fase post-Covid.

Fondo di solidarietà

A cosa si deve la sostanziosa iniezione di euro? Il Consiglio di Stato, con la sentenza pubblicata ieri, ha di fatto dato definitivamente ragione al Comune di Padova nella controversia legata al Dpcm del 10 settembre 2015, quello che sanciva la ripartizione tra gli enti municipali del Fondo di solidarietà comunale. Ogni Comune partecipa al Fondo con una quota, che viene determinata da tre fattori. Una quota del 38,23% dell’Imu, un’altra parte dall’Imu sugli immobili produttivi e infine una somma stabilita dallo Stato nell’ambito della spending review. Per calcolare l’Imu molti Comuni utilizzano un dato catastale vecchio, non allineato ai valori di mercato. Padova ha sempre aggiornato gli estimi catastali, tra i pochi d’Italia a farlo, e per questo comportamento virtuoso si è ritrovata a pagare somme ben più importanti rispetto ad altre città italiane. Ne è nata una vera battaglia all’iniquità fiscale, che alla fine ha premiato Padova. Nei precedenti giudizi il Comune era già risultato vincitore delle cause ma le autorità pubbliche (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dell’Interno) contestavano l’importo richiesto. Si è reso pertanto necessario il giudizio di ottemperanza che ha dato ragione al Comune.

In arrivo 37 milioni

La richiesta del Comune è sempre stata di 37.415.613,69 di euro, oltre interessi, mentre lo Stato riconosceva l’importo di 6.632.410,63, dunque sei volte meno. Il Consiglio di Stato ha confermato la cifra più alta. Questo risulta essere un precedente favorevole anche per i contenziosi ancora in essere che riguardano le annualità 2016 e 2018. In questo delicato iter, il Comune è stato seguito dal professor Luca Antonini, oggi giudice della Corte Costituzionale, e dall’avvocato Giacomo Quarneti, oggi responsabile dell’Avvocatura della Regione Veneto, nonché dall’allora segretario e direttore generale Lorenzo Traina che in collaborazione con i responsabili del Settore Tributi Maria Pia Bergamaschi e Pietro Lo Bosco, e all’Avvocatura Civica oggi diretta dall’avvocato Laura Paglia, hanno rilevato le incongruenze del sistema di riparto del Fondo di solidarietà comunale e dato inizio, con l’amministrazione precedente di Massimo Bitonci, al contenzioso contro lo Stato.

Rilancio della città

Soddisfatto, scontato sottolinearlo, il sindaco Giordani: «La mia amministrazione ha voluto proseguire su questa linea continuando quella che riteniamo una battaglia di civiltà e di giustizia per i cittadini padovani. Quando si tratta di essere nel giusto e riportare soldi che spettano a Padova non guardo in faccia nessuno: stiamo pur sempre parlando di tasse pagate dai padovani». Come verranno impiegati questi 37 milioni? «Sono risorse da destinare a migliorare i servizi ai cittadini e a realizzare investimenti importanti che diversamente sarebbe stato proibitivo realizzare. Sicuramente questo tesoretto cospicuo e immediatamente disponibile – secondo i termini di legge – rappresenta una grande opportunità in più per rilanciare con tanti interventi la città dopo la pandemia, andando ad agire in nuove opere, così come nei quartieri, nello sport, nelle manutenzioni, nella cultura, nel commercio, nelle politiche di sostenibilità e di transizione ecologica e nella coesione sociale». Diego Bonavina, assessore alla Legalità, aggiunge: «È un risultato importante per la nostra squadra legale, figlio di un lavoro professionalmente perfetto in stretto contatto con i colleghi Antonini e Quarneti. Un plauso va agli avvocati Mizzoni, Lotto e Bernardi, al capo settore Paglia, ai giovani colleghi praticanti e allo staff tutto dell’avvocatura, spesso non citati ma importantissimi per il buon andamento della nostra amministrazione».

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