Batterie e pannelli solari. Ecco l’accoppiata vincente dell’energia in Italia. La crescita dell’energy storage nazionale è ormai completamente connessa a quella fotovoltaica. A confermarlo sono i dati del 2021 raccolti da Anie (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche) nel suo ultimo osservatorio dedicato. Secondo il rapporto, negli ultimi 12 mesi le installazioni degli impianti di accumulo fotovoltaico hanno superato quelle degli ultimi 10 anni in quantità, capacità e potenza. Questo grazie anche alla distribuzione di sistemi di piccola taglia, oggi molto favoriti dalla normativa nazionale. Principali leve del boom, il superbonus al 110% e l’ecobonus al 50%.
Un po’ di numeri. Al 31 dicembre 2021 erano ben 75.044 i sistemi di accumulo attivi in Italia, per una potenza complessiva di 406 MW e una capacità massima di 744 MWh. Il 95% degli energy storage connessi ha una taglia sotto i 20 kWh. Quelli della potenza tra i 5 kWh e i 10 kWh sono il 41% del totale. Nella maggior parte dei casi (99,9%) si tratta proprio di impianti di accumulo fotovoltaico. La tipologia di configurazione prevalente (69%) è quella “lato produzione in corrente continua”, mentre quelli “lato produzione in corrente alternata” e “lato post-produzione” registrano percentuali più basse (rispettivamente il 10% e 21%). Dal punto di vista tecnologico, per quanto riguarda l’alimentazione degli impianti, la parte del leone spetta alle batterie al litio (97,8%) seguite da quelle al piombo (1,8%). Il resto del mercato è diviso tra altri metodi, come l’accumulo a volano (0,14%) o i supercondensatori (0,12%).
Chi resta indietro. Vacche magre, invece, per il segmento degli impianti “stand-alone” (quelli non collegati alla rete elettrica nazionale) e per gli impianti centralizzati, specie se abbinati a centrali termoelettriche o a parchi eolici. Ma qui, tra poco, qualcosa potrebbe cambiare. “Nel 2022 – sottolinea Anie – dovrebbero entrare in esercizio i 96 MW di accumuli dell’asta del Capacity Market, tenutasi nel 2019, e i 250 MW dell’asta del progetto pilota Fast Reserve tenutasi nel 2020, entrambe bandite da Terna. L’auspicio è che gli iter autorizzativi siano completati in tempo utile e che non sorgano criticità dettate dalla situazione contingente, ovvero carenza e rincaro di materie prime e materiali”.
Il contributo del Governo. All’incremento del fotovoltaico contribuisce pure il Pnrr. Il ministro delle Politiche Agricole e Forestali Stefano Patuanelli ha firmato il decreto che fornisce le direttive necessarie all’avvio della misura “Parco Agrisolare”, a cui sono dedicate risorse pari a 1,5 miliardi di euro. Il 40% delle risorse è riservato al finanziamento di progetti da realizzare nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Obiettivo della misura, si legge in una nota del Mipaaf, è sostenere gli investimenti per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, escludendo totalmente il consumo di suolo. Ciò avverrà tramite l’erogazione di un contributo che potrà coprire anche i costi di riqualificazione e ammodernamento delle strutture, rimuovendo l’eternit e l’amianto sui tetti (ove presente) e migliorando coibentazione e areazione, anche al fine di contribuire al benessere degli animali. Il target finale da raggiungere, precisa infine il Mipaaf, è l’installazione di pannelli fotovoltaici per una potenza complessiva pari a 375.000 kW, al fine di aumentare la sostenibilità, la resilienza, la transizione verde e l’efficienza energetica del settore.
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