Fotovoltaico e auto elettrica. Paolo ha elettrificato tutto, in casa, e ci presenta il suo bilancio energetico per il 2021: ha speso 593 euro in totale. Con il Superbonus 110% la maggioranza degli italiani potrebbe fare altrettanto e a costo zero, ma solo il 29% ci pensa, secondo uno studio di Nomisma.
Zero spese per gas e carburante, spiccioli in bolletta
Scrive Paolo Subiaco da Treviso:
”Ma conviene il fotovoltaico? E l’auto elettrica?
Facciamo 2 conti: ho una casa da 250mq, con cappotto termico, riscaldamento a pavimento e pompa di calore.
Ho un impianto fotovoltaico da 7.2 kWp distribuito su due falde, orientate a est e ovest, con inverter da 6 kW monofase. L’orientamento dei pannelli non è ottimale in inverno, quando il sole sorge a sud-est e tramonta a sud-ovest.
Ciò nonostante, durante il 2021 ho speso solo 977€ di energia elettrica (da fonti rinnovabili) per riscaldare, raffrescare, frigorifero, congelatore, lavatrice, lavastoviglie, piano cottura a induzione, ho percorso 12.000km con l’auto elettrica (caricandola a casa), e il GSE mi ha restituito 384€ per l’energia elettrica che ho esportato in rete (quindi di elettricità avrei speso effettivamente 593€). Zero spese per gas o prodotti petroliferi, e quindi zero emissioni.
Se avessi avuto un’auto a gasolio, avrei speso almeno 1000€ di carburante. Se avessi il riscaldamento a metano, chissà quanto avrei speso di gas.
Io credo che l’elettrificazione convenga, e il fotovoltaico sul tetto sia un ottimo investimento!„
Ma il Superbonus 110% piace poco agli italiani
Ma la maggioranza degli italiani non si pone il problema. Si lamenta per il caro carburanti o il caro bollette. Però di fronte alla più ghiotta opportunità di ridurre al minimo i propri consumi e le proprie spese energetiche accedendo al Superbonus 110% fa spallucce. Lo dice il “110% Monitor” realizzato da Nomisma.
Solo il 29% delle famiglie si dice interessato all’agevolazione e il 56% dichiara senza esitazione di non essere interessato, a prescindere. Ma poi, soltanto il 37% degli interessati ha effettivamente intrapreso azioni concrete per l’avvio dei lavori. Gli osatacoli più citati sono l’impossibilità di trovare un’impresa disponibile ad effettuare i lavori e la percezione di scarsa affidabilità e inadeguatezza delle imprese di costruzioni.
E non si trova più l’impresa per avviare i lavori
Secondo Marco Marcatili, responsabile Sviluppo Nomisma, il collo di bottiglia è il mercato edilizio. Perciò è necessario «monitorare la situazione da parte del mondo edile e applicare delle misure volte non solo a garantire la regolarità dell’operato delle imprese, ma anche di tipo comunicativo e di engagement verso la platea potenziale di interessati».
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Source: vaielettrico.it
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