Una maxi frode allo Stato italiano da 440 milioni di euro di falsi crediti, sui fondi di sostegno alle imprese in difficoltà. La più grande frode scoperta finora legata alla pandemia. I soldi degli incentivi del decreto rilancio del 2020 per trasformare in crediti di imposta l’affitto pagato per i locali commerciali e i lavori edilizi, come nel caso del sismabonus e “bonus facciate”. L’operazione Free credit, partita dalla Guardia di finanza di Rimini, lo scorso gennaio, coordinata dalla procura di Rimini è proseguita in questi mesi portando al sequestro di 175 gli apparati informatici, oltre 20 terabytes di preziosissimi dati da analizzare. Uno sforzo che permesso di recuperare circa il 97% dell’ammontare della presunta frode, tra immobili, società, veicoli e disponibilità finanziarie e crediti che sono stati bloccati prima che venissero ceduti: di questi, oltre 80 milioni erano già stati immessi nel sistema di vendita e sarebbe bastato un click per farli sparire.
Il totale dei crediti sequestrati e di cui è stata impedita la vendita ammonta a circa 305 milioni di euro. Tra i beni sequestrati vi sono criptovalute, attualmente custodite in un wallet così da impedirne la movimentazione, nonché oro, platino e orologi dal valore importante che erano detenuti in una cassetta di sicurezza in Austria, tempestivamente perquisita e sequestrata con la collaborazione delle autorità austriache.
Decisivo è stato il ruolo dell’Ufficio italiano presso Eurojust, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale che ha consentito una rapida esecuzione a richieste di accertamenti bancari, portando alla conferma del quadro accusatorio; l’ipotesi del riciclaggio a suo tempo contestata a 5 indagati, per cui il G.I.P. ha emesso un secondo decreto di sequestro preventivo per 9,7 milioni di euro che ha riguardato immobili, quote societarie e veicoli.
L’indagine iniziale, aveva visto il supporto di 44 Reparti territorialmente competenti aveva portato 35 misure cautelari e oltre 80 perquisizioni in Emilia Romagna ed in contemporanea in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto: 12 gli arresti.
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