I nuovi incentivi pubblici per l’acquisto di auto elettriche e ibride plug-in (ovvero con emissioni di CO2 comprese fra 0 e 60 g/km), annunciati all’inizio di settembre ed ufficialmente varati martedì 14, sono già andati esauriti. O meglio, polverizzati: questo può essere un termine più appropriato per definire il repentino azzeramento del plafond di 57 milioni di euro, riallocati dall’Extrabonus – cioè quello che finora non era disponibile in maniera separata dagli acquirenti – a favore delle vetture a più basse emissioni.
Forse questo è dovuto a ordinazioni già accumulate
In effetti, il portale online del Ministero dello Sviluppo Economico parla chiaro: alla voce “M1 CO2 0-60 Extrabonus”, non c’è più alcuna somma residua. Zero spaccato. E questo vuol dire, senza possibilità di equivoco, che eventuali nuovi incentivi per l’acquisto di auto elettriche e ibride ricaricabili non potranno più essere richiesti. A meno che l’esecutivo non provveda, al più presto, a varare ulteriori provvedimenti in materia, e che siano magari più corposi.
L’unica motivazione che giustifichi il subitaneo esaurimento dei nuovi fondi, che sono durati una manciata di ore ed erano peraltro inferiori rispetto ai precedenti (fino a 6.000 euro anziché 10.000 euro), può – si ipotizza – derivare dal fatto che durante le settimane in cui i “vecchi” fondi erano “a zero” si siano accumulate numerose ordinazioni da parte delle concessionarie. Una volta che il Governo ha poi varato la riallocazione dei fondi Extrabonus, ecco il fulmineo esaurirsi delle (effimere) risorse.
Incentivi fondamentali per BEV e PHEV
Lo scenario che si prospetta nell’immediato sembra essere solamente uno: le vendite delle autovetture a basse (o del tutto assenti) emissioni di CO2 allo scarico potrebbero essere interessate da un’istantanea diminuzione. Gli ecoincentivi, come è sempre stato riconosciuto da più parti, sono essenziali per il sostegno al mercato delle auto più “virtuose” dal punto di vista delle emissioni, in quanto sono più costose all’acquisto rispetto alle vetture a combustione di pari fascia di mercato (e questo riguarda soprattutto le elettriche). Non è certo una buona notizia per l’attuale situazione del comparto, in seria difficoltà a causa della perdurante emergenza sanitaria e dell’”onda lunga” del lockdown.
Il rapidissimo prosciugarsi dei nuovi Ecobonus, peraltro, sembra significare che i consumatori (privati e aziende) sono potenzialmente pronti a passare all’elettrico (o all’ibrido plug-in), a patto che ciò sia supportato da iniziative di sostegno agli acquisti. D’altro canto, appariva scontato che le risorse di recentissimo reperimento sarebbero andate esaurite in pochissimo tempo (i precedenti, e vicini nel tempo, in questo senso non mancano).
Lo dimostrano le numerose richieste di organizzare programmi di incentivo a medio-lungo termine che le Associazioni del comparto automotive – cioè i rappresentanti delle Case costruttrici e delle aziende che compongono la filiera dell’auto – hanno in più occasioni avanzato al Governo: progetti strutturali a lungo respiro, anziché provvedimenti momentanei. La certezza di poter contare su risorse sempre disponibili da dedicare alle vetture BEV e PHEV, inoltre, aiuterebbe anche la transizione ecologica in materia di mobilità.
Arriveranno nuovi “bonus”, o si aspetterà la prossima legge di Bilancio?
Cosa succederà, da qui ai prossimi mesi? Staremo a vedere se il Governo provvederà ad un nuovo rifinanziamento degli Ecobonus per auto elettriche ed ibride plug-in, oppure sia necessario aspettare la legge di Bilancio 2022. Sul tavolo, allo stato attuale (mattinata di venerdì 17 settembre), restano poco meno di 99 milioni di euro rivolti alle vetture Euro 6 con emissioni da 61 a 135 g/km di CO2, cioè benzina, diesel, GPL, metano, mild-hybrid e full hybrid.
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