L’industria dell’automotive italiana subisce ancora i colpi della pandemia di Covid-19, con un calo del 12,7% delle immatricolazioni di nuove automobili a marzo 2021, rispetto allo stesso mese del 2019.
La crisi Covid-19 e l’effetto positivo dell’ecobonus
Si è deciso di saltare il 2020 per via dell’impatto durissimo dell’emergenza sanitaria sulle abitudini dei consumatori (in lockdown), quindi si è evitato un confronto inutile in termini di numeri.
Male anche l’intero primo trimestre del 2021, che archivia 446.978 immatricolazioni, è in calo del 16,9% rispetto al gennaio-marzo 2019.
C’è però l’effetto positivo dell’ecobonus a tirare un po’ su i dati l’industria auto in Italia, fermando la caduta delle vendite di veicoli a benzina, che rimangono stabili al 31% di quota di mercato, secondo dati Unrae, favorendo le auto elettriche ibride ormai al 27% del mercato, limitando i danni del crollo del diesel, che scende al terzo posto al 25% circa.
In Italia l’industria dell’auto genera direttamente un fatturato di circa 52 miliardi di euro. Se si considerano anche le attività indirette, il fatturato raggiunge i 106 miliardi di euro, secondo stime EY.
Sono 4.633 società italiane operanti lungo la catena del valore delle automobili, dalla produzione alla vendita, per 302 mila posti di lavoro.
Estendere la ‘Golden Power’ all’industria dell’auto (ma green)
Un’area di massima rilevanza economica ed industriale su cui bisogna intervenire “per il carattere strategico” che riveste. Lo stesso ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nell’audizione nelle commissioni Attività produttive e Industria di Camera e Senato.
“Stiamo valutando la possibilità di estendere l’ambito di applicazione della normativa ‘Golden power’ anche a filiere che allo stato ne sono escluse e che rivestono invece un evidente rilievo nell’assetto economico nazionale”, si legge su Il Sole 24 Ore.
Un settore strategico, dunque, dove l’aspetto green è centrale per il suo stesso rilancio.
È indubbio che il settore automotive sia centrale per la nostra economica e quella europea (e non solo), ma è altrettanto chiaro che è necessario cambiare marcia ed inserire l’asset sostenibilità ambientale all’interno di certe logiche produttive.
Si può continuare a produrre auto e a dare lavoro in questo settore, ma lo si deve fare in maniera sostenibile, introducendo tecnologie a bassissime emissioni di diossido di carbonio e altri gas serra, impiegando nuovi fonti energetiche a zero emissioni, pulite come si dice, per raggiungere senza ritardi gli obiettivi climatici e ambientali fissati dall’Europa.
La transizione ecologica dell’industria delle auto e più in generale dei trasporti è l’elemento chiave per la ripresa economica e l’accelerazione del processo di decarbonizzazione.
Rafforza gli incentivi all’acquisto delle auto
L’ecobonus va quindi rinforzato, secondo una nuova indagine Motus-E, perchè “il 37% degli incentivi previsti per l’intero 2021 è stato utilizzato nei primi tre mesi dell’anno, in realtà due mesi e mezzo, poiché sono partiti il 18 gennaio”.
Tali incentivi sono decisivi per il sostegno del mercato dei veicoli elettrici ibridi alla spina (Phev), “fino al raggiungimento di una parità di prezzo di acquisto fra mezzi M1 endotermici ed elettrici, con un 15% dei veicoli elettrici nelle immatricolazioni totali”, è spiegato ancora in un comunicato dell’associazione.
Il problema è che i fondi si riducono rapidamente e se non riceveranno ulteriori risorse potrebbero terminare anche entro agosto, secondo le stime peggiori, con il possibile blocco del mercato: “perché i cittadini aspetterebbero l’evolversi di nuove eventuali misure di incentivazione, sia perché le case auto si direzionerebbero verso quei mercati che invece ancora propongono incentivi all’acquisto i”.
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