Ulteriori incentivi pari a 180 milioni di euro sono previsti per il periodo 2021-2024 sotto forma di bonus mobilità per chi, in alcune aree, rottama un’auto o un ciclomotore in cambio di abbonamenti al trasporto pubblico e di biciclette. Il decreto attuativo è all’esame delle amministrazioni statali concertanti; si prevede entro l’anno l’avvio degli incentivi.
La pandemia in Italia ha spinto la bici in tre modi. Più gente ha cominciato a pedalare per evitare i mezzi pubblici a rischio infezione e ha finito per scoprire che è un sistema comodo e rapido per spostarsi in città.
I governi Conte e Draghi, spinti dal vento ambientalista, hanno destinato una bella fetta di ristori alle ciclabili e al bonus bici (oltre un miliardo e mezzo di euro). E il parlamento ha cavalcato l’onda, approvando una serie di leggi a favore delle biciclette, già comuni nel resto d’Europa e attese da anni in Italia.
“Finito il primo lockdown, a maggio del 2020, abbiamo visto le file di gente a comprare biciclette o a farle riparare – racconta Alessandro Tursi, presidente della Fiab -. I comuni hanno cominciato a fare le ciclabili “popup”, con pochi soldi e una riga di vernice sull’asfalto. Poi in parlamento sono state introdotte modifiche al Codice della Strada chieste da anni: la “casa avanzata” ai semafori (una linea di arresto per le bici più avanti rispetto alle auto, n.d.r.), le corsie ciclabili con la linea tratteggiata, il doppio senso ciclabile nelle strade a senso unico, le strade urbane ciclabili (con limite di velocità per le auto a 30 all’ora), la strada scolastica. Leggi che ci hanno fatto recuperare 20 anni di ritardo normativo“.
Nel frattempo, il governo ha cominciato a stanziare soldi per la mobilità “dolce”: 123 milioni ai comuni per le piste, 315 milioni per il bonus bici. Poi quest’anno sono arrivati i 600 milioni del Pnrr per la ciclabilità, che si vanno ad aggiungere ai 250 milioni già stanziati per le ciclovie nazionali e ai 150 milioni dell’ultima finanziaria per le ciclabili urbane.
“C’è stato un cambio di passo – commenta Tursi -. La bici ora è costantemente nell’agenda politica di governo e comuni”.
Secondo la Fiab, nell’ultimo anno c’è stato in media un aumento del 30% degli spostamenti in bici nelle città; sono state acquistate 2 milioni di due ruote e c’è stato un boom delle elettriche (che evitano sudore e fatica) e delle pieghevoli (che si portano in bus e treno come una valigia).
“La bicicletta, in particolare l’elettrica, comincia a diventare alternativa alla seconda auto – commenta Tursi -. E il nuovo trend ora è la cargo-bike: il mezzo a pedalata assistita che può portare fino a 80-100 chili di merce ed evita di riempire le nostre città di furgoni a motore”.
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