Roma, 12 ott. – (Adnkronos) – “I due principi cruciali alla base del Next generatione Eu sono che i progetti non devono danneggiare l’ambiente e la lotta alle disuguaglianze, chiarendo che la sostenibilità non è solo una questione ambientale ma anche sociale. Questo ha obbligato il nostro Paese ad assumere quest’ottica: sui 62 miliardi del Pnrr, del fondo complementare di competenza del nostro ministero, solo 300 milioni vanno alle strade, non ci sono fondi per gli aeroporti… perché finché la transizione ecologica non viene avviata in modo consistente, investire sul trasporto su gomma o aereo significa danneggiare l’ambiente e andare nella direzione opposta rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni e di decarbonizzazione”. Così Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, in apertura del Salone della Csr e dell’innovazione sociale in corso a Milano. “Il cambiamento avviato nel ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili – continua Giovannini – non è solo semantico. Per fare un esempio, i nuovi progetti di fattibilità tecnico-economica, punto di riferimento per gli appalti futuri, devono contenere informazioni su come la proposta di quell’azienda contribuirà alla riduzione della crisi climatica o delle disuguaglianze. A cascata, questo vuol dire che poi le amministrazioni pubbliche, che dovranno poi giudicare questi diversi progetti, devono avere le competenze per valutarli anche sul piano ambientale. Abbiamo messo in moto un cambiamento profondo che richiede competenze elevate e qui università, enti di ricerca e di formazione hanno ruolo molto importante. Anche il nostro ministero ha deciso di contribuire avviando la Pnrr Academy, iniziativa di corsi online dedicati ai responsabili del progetto sui nuovi strumenti del Pnrr”. “Questa impostazione non vale solo per gli oltre 200 miliardi del Pnrr ma deve applicarsi anche agli 80 miliardi dei fondi europei del periodo 2021-2027 e questo ha una implicazione importante: questo è il nuovo modo di fare infrastrutture, di investire sulla mobilità sostenibile, di fare le gare del nuovo codice dei contratti e non a caso nella legge delega che abbiamo inviato in Parlamento con sei mesi di anticipo rispetto all’impegno assunto nel Pnrr per modificare e migliorare il codice dei contratti tutti questi principi sono stati inseriti”.
E continua “Non solo il fatturato è tornato ai livelli pre crisi in tempi rapidi ma addirittura le esportazioni sono aumentate. Questo significa che negli ultimi anni, parte del nostro sistema produttivo si è rinnovato e si è riconvertito e dunque è ripartito anche in un’ottica di sostenibilità. Diverso il caso del settore delle costruzioni che ha subito negli anni scorsi una crisi gravissima e che adesso, tra il bonus 110% e l’impegno del Pnrr, ha la possibilità di contribuire attraverso tutta la gamma, dal piccolo al medio al grande. Qui abbiamo bisogno di uno sforzo di consolidamento per creare più campioni in grado di gestire appalti complessi e innovare proprio nell’ottica di sostenibilità”.
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