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Giulio Tremonti, come sempre, fotografa in modo perfetto quello che sta accadendo nelle casse dei conti pubblici del nostro Paese. Da qualche giorno è riesploso il caso della caccia ai furbi del superbonus 110%. L’Agenzia delle Entrate come sappiamo e come Libero ha ricordato, ha emanato una circolare in cui ha spiegato in modo chiaro quali saranno le procedure di controllo e di recupero in caso di frodi. Una stretta che preoccupa milioni di contribuenti e di addetti del settore edilizio.
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Tremonti, in un’intervista al Sole24Ore, spiega il motivo per cui adesso ci si trova in questa situazione: “Credo che l’Agenzia abbia fatto il suo dovere e ritengo che il testo sia del tutto condivisibile. Direi che ci sono stati pochi controlli, ma attenzione, mi riferisco a Palazzo Chigi. Già a fine dicembre il Governo parlava di 4 miliardi di truffe, ci ricordiamo vero? Benissimo, bisognava reagire subito, non lasciare trascorrere sei mesi e demandare all’Agenzia il compito di riaffermare le regole, che già c’erano, ripeto. Sono atti e omissioni del Governo, non coinvolgerei altri livelli di responsabilità”. Insomma per l’ex ministro del Tesoro i problemi vanno cercati nel governo. L’esecutivo, a suo dire, non sarebbe stato pronto e di fatto avrebbe rinviato per troppo tempo la fase della stretta. “Bisognava intervenire subito e non lasciar correre altri mesi. Dimenticavo, l’inizio dell’anno è stato impegnato nelle dinamiche per l’elezione del Quirinale.
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Il Governo ha gestito male la vicenda, in modo francamente discutibile”, ha aggiunto Tremonti. Poi arriva il siluro che abbatte del tutto il Superbonus e la scelta di portarlo avanti: “Il fenomeno ora è così grave che non può essere gestito solo con delazioni o indagini. Io parlerei a questo punto di un tragico infortunio con il quale si è illuso la gente e drogato un settore”. Infine svela qual è stato l’errore più grande: “Si è deciso di giocare su un campo di applicazione troppo grande, che invece andava delimitato in modo chiaro e circostanziato. E attenersi al meccanismo classico del “bisogno di ristrutturare quindi ristrutturo” e non invece “ristrutturo per rivendere il bonus”. Tempi, ambiti e criteri andavano gestiti meglio. Ma, ripeto, non è stata colpa dell’agenzia delle Entrate”.
Source: liberoquotidiano.it
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