“Se hai bisogno di una macchina, usa il car sharing”. Il sindaco Eckart Würzner non la immagina più una città a impatto zero, ha iniziato a costruirla. Per capire come si vive in un ambiente urbano senza il traffico delle auto bisogna andare ad Heidelberg, nel Sudovest della Germania, in uno dei centri universitari più antichi e prestigiosi d’Europa. Centosessantamila abitanti, che ricevono un bonus di 1000 euro se acquistano un veicolo a batteria, altrettanti se installano una colonnina di ricarica davanti a casa. Ma nelle intenzioni dell’amministrazione nemmeno le auto elettriche servono più.
Autobus a idrogeno, superstrade per le biciclette e quartieri “camminabili” sono l’orizzonte di mobilità di questa città da cartolina, che per il 39% è abitata da giovani di meno di trent’anni, appena il 16% dei residenti è ultra 65enne. Se sulla pandemia Heidelberg si è mosso con una strategia sanitaria all’avanguardia, predisponendo un servizio medico porta a porta per tracciare i contagi, su trasporti e pianificazione urbana da anni è pioniera.
Il Comune sta acquistando una flotta di bus elettrici e ha progettato i suoi sobborghi di recente costruzione in modo da scoraggiare gli spostamenti su ruote e incoraggiare quelli a piedi. I residenti che rinunciano alla propria auto possono utilizzare i mezzi pubblici gratuitamente per un anno. “Se non puoi prendere il car sharing perché vivi troppo lontano – spiega Würzner, che guida una Mercedes sperimentale a idrogeno – e non ci sono mezzi di trasporto pubblici, allora prendi l’auto, ma solo per recarti verso una stazione dei treni e non verso il centro”.
Il Covid ha dato un assaggio di quel che potrebbero diventare le aree urbane senza auto e con una mobilità più dolce. Alla città universitaria tedesca sul Neckar quest’idea piace. “La direzione è uguale per tutti – è sicuro il primo cittadino, al governo dal 2006 -, si tratta solo di decidere quando”.
Decine di città in Europa, tra queste Londra e Parigi, prevedono di limitare il traffico del centro ai veicoli a emissioni zero entro un decennio. Madrid già dal 2018 ha trasformato la zona centrale in un’area a bassissime emissioni, mentre a Berlino un comitato di cittadini ha presentato al Senato un disegno di legge, per rendere i quartieri centrali totalmente car-free: mobilità solo su bus e metropolitana, e un massimo di 12 uscite bonus l’anno su quattro ruote, preferibilmente in sharing. Entro giugno, l’obiettivo della capitale tedesca è raccogliere 20 mila firme e indire un referendum nel 2023 sullo stop alle auto. E ancora, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Slovenia vogliono vietare la vendita di auto a combustione interna dopo il 2030, Gran Bretagna e Danimarca puntano al 2035, Spagna e Francia al 2040.
Heidelberg in nove anni vuole fare ancora di più. Prevede di generare autonomamente energia eolica e solare, e installa stazioni di rifornimento di idrogeno per una flotta di 42 autobus elettrici. E’ una delle sei città in Europa considerate “innovative” da C40 Cities, organizzazione che promuove politiche urbane rispettose del clima: il presidente è Michael Bloomberg, l’ex sindaco di New York, gli altri centri urbani sono Oslo, Copenaghen, Venezia, Amsterdam e Rotterdam. Würzner ha anche dato il via alla costruzione di ponti sul fiume per velocizzare gli spostamenti ciclabili da una sponda all’altra di Heidelberg, ha ridotto del 50% il consumo energetico delle scuole e di altri edifici pubblici nell’ultimo decennio, impresa non da poco, considerando che molti stabili sono storici.
Nel 2009, sono iniziati i lavori di costruzione del quartiere Bahnstadt, che vuole essere il più possibile senza emissioni e senza traffico, i palazzi moderni quasi non richiedono energia per riscaldarsi. Così, la città del Romanticismo tedesco e dei filosofi, in cui Goethe amava passeggiare, ha deciso di scrivere il suo presente e il futuro.
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