Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Hera, presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano, ha approvato oggi all’unanimità i risultati economici consolidati al 31 dicembre 2021 e la Relazione sulla politica di remunerazione e sui compensi corrisposti, insieme al bilancio di sostenibilità. Il Gruppo Hera ha chiuso l’esercizio 2021 con risultati positivi, nonostante lo scenario complesso per il Paese a causa del perdurare dell’emergenza Coronavirus a cui si è aggiunta, nel secondo semestre, la volatilità del mercato energetico. La multiutility è riuscita a mantenere in crescita i risultati e allo stesso tempo a perseguire uno sviluppo sostenibile, supportando anche i propri stakeholder, a partire dai clienti, con azioni concrete come le rateizzazioni delle bollette per consentire loro di far fronte ai pagamenti.
I ricavi 2021 del Gruppo Hera salgono a 10.555,3 milioni di euro, in rialzo del 49,1% rispetto ai 7.079,0 milioni del 2020, in crescita in tutte le aree. In particolare, nei settori energy hanno inciso i maggiori ricavi per le attività di intermediazione, i maggiori volumi venduti di gas e l’aumento dei prezzi delle commodities energetiche, oltre alla crescita dei servizi energia e dei servizi a valore aggiunto per i clienti. In aumento anche i ricavi del settore ambiente, per le maggiori materie plastiche vendute e per le acquisizioni nel mercato industria. Da segnalare, infine, il contributo dei servizi a rete (sia regolati sia per conto terzi) e degli altri servizi quali illuminazione pubblica e telecomunicazioni.
Il Mol (margine operativo lordo) del Gruppo sale a quota 1.223,9 milioni di euro, in aumento del 9% rispetto ai 1.123,0 milioni di euro del 2020. Questo incremento è legato alle performance delle aree energy, che comprendono anche i servizi energia legati all’efficienza energetica negli edifici abitativi (bonus facciate e superbonus 110%). Determinanti i positivi risultati registrati nell’area ambiente, in particolare nell’ambito del trattamento dei rifiuti, anche per l’aumento del numero di impianti gestiti a seguito delle recenti acquisizioni.
Sale anche il risultato operativo netto a 611,7 milioni di euro, in crescita dell’11,0% rispetto ai 551,3 milioni del 2020, nonostante i maggiori accantonamenti e ammortamenti per i nuovi investimenti eseguiti nei settori operativi, e quelli derivanti dalle variazioni di perimetro; il rapporto rispetto al Mol si attesta al 50%. La gestione finanziaria si attesta a 119,8 milioni, in crescita di 3,1 milioni rispetto al 31 dicembre 2020, per maggiori oneri derivanti dalla cessione dei crediti fiscali nell’ambito delle attività legate a ecobonus, in parte mitigati dalle efficienze ottenute a seguito del riacquisto di parte del debito a medio-lungo termine, da minori oneri da attualizzazione e da maggiori utili da collegate e joint venture. In crescita l’utile prima delle imposte, che passa da 434,6 milioni a 491,9 milioni (+13,2%).
L’utile netto al 31 dicembre 2021 sale a 372,7 milioni, in rialzo del 15,5% rispetto ai 322,8 milioni dell’anno precedente. A tale risultato hanno contribuito “special items” pari a 12,6 milioni. Il tax rate dell’esercizio 2021 risulta pari al 26,8%, rispetto al 25,7% dell’anno precedente. Al tax rate 2021 hanno contributo principalmente i benefici colti in termini di maxi e iper-ammortamenti, a fronte di significativi investimenti che il Gruppo ha effettuato in relazione alla trasformazione tecnologica, digitale e ambientale. In forte crescita anche l’utile di pertinenza degli azionisti del Gruppo, che sale a 333,5 milioni rispetto ai 302,7 milioni nel 2020 (+10,2%).
Nel 2021 gli investimenti netti sono stati pari a 570,3 milioni, in crescita del 7,9% rispetto ai 528,5 milioni del 2020. Sono compresi investimenti finanziari per 11 milioni di euro, principalmente per la partecipazione nella società marchigiana Sea, in riduzione rispetto agli investimenti finanziari dell’anno precedente che comprendevano la partecipazione in Ascopiave. Al lordo dei contributi in conto capitale, gli investimenti operativi salgono a 588,7 milioni, in crescita del 16,3% rispetto ai 506,4 milioni dell’anno precedente, con un focus importante sulla resilienza degli asset. In particolare, sono stati destinati soprattutto a impianti, reti e infrastrutture, nonché agli adeguamenti normativi in ambito depurativo e fognario e all’installazione massiva dei contatori gas di nuova generazione.
Oltre al finanziamento di questi investimenti e al pagamento dei dividendi, la positiva generazione di cassa ha consentito anche di finanziare le operazioni di M&A messe a segno nel 2021 e coprire la maggior parte delle operazioni di liability management, tra cui il riacquisto di circa 400 milioni nominali di finanziamento in scadenza nei prossimi anni. Il tutto mantenendo sostanzialmente stabile l’indebitamento finanziario netto, che al 31 dicembre 2021 si attesta a 3.261,3 milioni, in linea con i 3.227,0 milioni al 31 dicembre 2020. La solidità patrimoniale e finanziaria di Hera – che emerge anche dalle valutazioni delle principali agenzie di rating: BBB+ con Outlook stabile per Standard & Poor’s e Baa2 per Moody’s – è confermata anche dal rapporto debito netto/Mol a 2,66x, in miglioramento rispetto al 2,87x di fine 2020.
A conferma dell’attenzione alla generazione di valore per gli azionisti e in linea con quanto annunciato lo scorso gennaio in sede di presentazione del Piano industriale al 2025, in considerazione dei positivi risultati raggiunti, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di proporre all’Assemblea dei soci del 28 aprile la distribuzione di un dividendo di 12 centesimi per azione, in rialzo rispetto a quanto previsto nel precedente documento stategico. Lo stacco della cedola avverrà il 20 giugno 2022, con pagamento a partire dal 22 giugno 2022. Il dividendo sarà corrisposto alle azioni in conto alla data del 21 giugno 2022. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato la Relazione sulla politica di remunerazione e sui compensi corrisposti, in linea con le best practice internazionali.
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