Bonus facciate quest’anno in versione ristretta dal 90 al 60% anche quando si tratta di interventi di miglioramento termico. Lasciar perdere o accontentarsi a malincuore? Niente affatto. Riqualificando tetto e facciata infatti, si può ottenere l’ecobonus con aliquota del 75% quando ci sono almeno due appartamenti dello stesso immobile, e del 65 per cento se si tratta di villette singole. È bene dunque non farsi scoraggiare delle problematiche legate alla stretta decisa dal governo ma guardare alle possibili soluzioni alternative, che in questo caso sono le “vecchie” agevolazioni.
Quanto consuma un fabbricato
La possibilità di ottenere la detrazione del 90% con il bonus facciate, ha fatto passare in secondo piano negli ultimi due anni le tante possibilità offerte nell’ambito dell’eocbonus “storico”, ossia della detrazione introdotta 15 anni fa, nel 2007, per migliorare il rendimento energetico nell’edilizia e ridurre i consumi e gli sprechi. Circa il 40% dei consumi finali e il 36% delle emissioni di gas serra, secondo i dati dell’Enea, vengono da case, uffici e negozi energivori, in quanto in gran parte costruiti tra gli anni ’50 e ’70, quando l’attenzione all’efficienza energetica era minima. La riqualificazione degli edifici favorisce la riduzione dei costi in bolletta, un minore impatto ambientale e una concezione sostenibile dell’abitare.
Intonaco sempre certificato
Per ottenere questi risultati la soluzione è l’intonaco termoisolante. Si tratta di un materiale realizzato anche a base di prodotti naturali, che garantiscono prestazioni molto elevate. Le proposte sul mercato sono moltissime, e chiaramente chi punta ad una maggiore sostenibilità ambientale si dovrà orientare proprio su questi e non sui prodotti sintetici, anche in relazione alla ulteriore necessità di garantire una ecosostenibilità in funzione della fase di dismissione e smaltimento. Da questo punto di vista una guida alla scelta la fornisce l’Enea che ha pubblicato una nota di chiarimento sui materiali isolanti da impiegare ai fini dell’accesso alle detrazioni dell’ecobonus. In sintesi si deve trattare di materiali con marcatura CE o ETA ossia con certificazioni realizzate da laboratori accreditati in accordo con regole e norme degli organismi di normazione. Sapere che la ditta è in grado districarsi con i materiali certificati è fondamentale quando si tratta di scegliere a chi affidare i lavori.
Interventi ad ampio spettro
Per ottenere l’ecobonus con l’aliquota del 75% per gli edifici plurifamiliari è necessario intervenire su almeno il 25% della superficie disperdente della palazzina. In questo caso, però, diversamente da quanto previsto nel caso del Superbonus, il miglioramento deve essere sempre asseverato dal tecnico ma non è richiesto il passaggio obbligatorio di due classi energetiche. E nella riqualificazione dell’involucro sono compresi anche gli interventi sul tetto, sul lastrico solare, e sui pavimenti, compresi gli interventi di coibentazione fatti all’interno dell’edificio. Possibile quindi effettuare una vasta tipologia di interventi di tipo meno invasivo ma che contribuiscono complessivamente al risultato finale di miglioramento del confort e della riduzione dei consumi.
Non solo immobili nel centro storico
Un altro dei vantaggi di questa tipologia di interventi, rispetto al bonus facciate, è che l’ecobonus non ha i vincoli legati all’ubicazione dell’edificio nelle zone centrali, né alla visibilità della facciata dalla strada. Infine si tratta sempre di edilizia libera: non ci sono dunque complicazioni burocratiche per effettuare i lavori, ed è possibile effettuare la cessione del credito in modalità “fai da te”, ossia senza passare dal Caf.
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