Settecento milioni di euro di investimenti innescati dal “superbonus” hanno fatto ripartire in Sicilia il settore delle costruzioni: in due anni sono nate 2.600 nuove imprese, molte delle quali individuali, che si inseriscono in un quadro economico di 48mila imprese del sistema casa – 27mila nelle costruzioni, 6mila nelle attività immobiliari e 10mila studi di architettura, ingegneria e tecnici – che occupa circa 100mila addetti. Eppure, con il settore che riparte gli imprenditori fanno fatica a trovare operai specializzati, di cosiddetti “cappottisti”, specializzati nel cappotto termico, agli impiantisti e gli elettricisti.
La corsa agli incentivi green
Gli ultimi dati Infocamere e Unioncamere parlano chiaro: la Sicilia è la quarta regione d’Italia per nuove imprese edili costituite negli ultimi due anni, 2611. E per 6 casi su 10 ha giocato un ruolo determinante l’incentivo di agevolazione del decreto “Rilancio” del 2020, appena prorogato dall’ultima legge di Bilancio, che prevede una detrazione al 110 per cento delle spese per interventi di efficienza energetica.
Al 31 ottobre, in Sicilia erano state depositate ben 4328 pratiche per l’incentivo che hanno mosso investimenti per 695 milioni e 388mila euro, di cui poco più di 473 milioni, il 68 per cento, sono stati ammessi alle detrazioni per lavori già realizzati e altri 222 milioni riguardano lavori da realizzare. Quasi 600 condomini nell’Isola hanno investito 317 milioni di euro tra cappotti termici, sostituzione degli infissi, schermature solari, impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Hanno fatto lo stesso 2.800 edifici unifamiliari, investendo 285 milioni. E ancora altre 934 unità immobiliari indipendenti che completano il quadro con altri 190 milioni di euro.
Boom di imprese individuali
Un affare per chi lavora nel settore: “Una volta partito il bonus – osserva Santo Cutrone presidente regionale Ance Sicilia – nei piccoli comuni per i piccoli interventi tutti quegli artigiani che lavoravano in subappalto per le aziende più grosse si sono distaccati. Gli incentivi hanno creato più lavoro, l’economia nel comparto è tornata a girare e questo ha permesso a molti lavoratori di fare questa scelta e non dipendere più da nessuno”.
A ciò si aggiunge che l’impresa individuale resiste al Sud, è quella che si tramanda di padre in figlio. Storie come quella di Francesco Caruso, che ha 33 anni ha aperto un’impresa individuale. “Ho sempre lavorato per conto di altri – dice Caruso – il superbonus ha stimolato il comparto edile e il lavoro è cresciuto parecchio. Ho fatto la scelta di non avere più “padroni”. Ho investito i risparmi di una vita. Ci avevo sempre pensato questa mi sembrava l’occasione perfetta”.
Cercasi “Cappottisti”
Per capire il balzo in avanti dell’edilizia basta analizzare i dati economici della cassa edile di Palermo e provincia. In un anno la massa salariale è cresciuta del 29 per cento, da 61 a 78 milioni di euro, e hanno lavorato 1400 operai in più rispetto all’anno scorso, il 17 per cento. E secondo i dati del bollettino Excelsior di Unioncamere sono previsti 9.200 ingressi nel settore.
“Eppure – osserva il presidente dei costruttori Ance di Palermo Massimiliano Miconi – facciamo fatica a trovare “cappottisti”, cioè operai specializzati nei cappotti termici, elettricisti e impiantisti. Molti negli anni di crisi hanno cambiato lavoro o hanno seguito le imprese del Nord. L’edilizia di oggi – dice ancora Miconi – non è più solo quella dei muratori e degli scalpellini, ma di figure specializzate negli interventi sui condomini e i palazzi”. Non è un caso che secondo gli ultimi dati raccolti sul campo dall’ordine dei consulenti del lavoro, tra le 60mila offerte che il mercato del lavoro di Palermo e provincia fatica a colmare ci siano parecchie figure professionali dell’edilizia.
Source: palermo.repubblica.it
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