Il Presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza e il Direttore generale di ARPAT, Pietro Rubellini, fanno insieme il punto sulla qualità dell’aria in Toscana
Il Direttore generale di ARPAT, Pietro Rubellini, prende parte, su invito del Presidente di Legambiente Fausto Ferruzza, alla conferenza stampa on line, tenutasi il 14 febbraio 2022, per illustrare i dati e gli andamenti di alcuni significativi inquinanti: PM10, PM2,5, NO2 e ozono in Toscana nel 2021.
Nel corso della conferenza stampa, gli interventi di Fausto Ferruzza, di Pietro Rubellini e di Andrea Minutolo delineano una “fotografia” della qualità dell’aria nel territorio regionale, in linea con quanto emerge dal rapporto di Legambiente “Mal’aria 2022”, che ogni anno l’associazione ambientalista predispone a livello nazione per valutare il trend dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane.
Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana, apre la conferenza stampa, affermando che “Anche la Toscana, come il resto del Paese, deve uscire al più presto da una fase caratterizzata dalla logica dell’emergenza e delle false promesse improntate spesso a non prendere quelle decisioni, impopolari ma giuste, utili a rivoluzionare le nostre città. L’inquinamento atmosferico deve essere affrontato in maniera trasversale e integrata con azioni efficaci, incisive e durature, varate in modo armonico dal governo nazionale e da quelli regionali e comunali. In ambiente urbano, i due settori che incidono di più sono da sempre la mobilità e la climatizzazione domestica. Un cambio di paradigma è, quindi, necessario proprio a partire da questi due settori”.
Per questo, dobbiamo puntare davvero sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione, ripensando totalmente l’interconnessione dei nostri spazi urbani. Ecco perché saranno cruciali le risorse del PNRR. Ancora: sarà rilevante puntare sull’efficientamento energetico del nostro patrimonio edilizio e bloccare definitivamente la commercializzazione dei veicoli a combustione interna entro il 2030.
Entrando nel dettaglio della situazione toscana, Ferruzza indica che permangono, anche nel 2021, le solite, e ormai note, criticità:
- sul fronte del particolato fine, la situazione della Piana Lucchese e in particolare nella stazione di Capannori rimane critica
- per quanto riguarda il biossido d’azoto, si segnala la situazione di Firenze con punte acute nella stazione di Viale Gramsci
- in relazione all’ozono, dato generalmente più diluito su tutto il territorio regionale, le maglie nere sono costituite dai dati registrati nelle stazioni di Signa (FI) e Montale (PT).
Il Direttore generale di Arpat si sofferma, all’inizio del suo intervento, sul ruolo dell’Agenzia che effettua il monitoraggio della qualità dell’aria attraverso la rete regionale delle centraline, valida i dati e li rende disponibili in formato open, utilizzabili da chiunque; lo stesso rapporto di Legambiente, Mal’aria, è il frutto della rielaborazione dei dati forniti dalle Agenzie ambientali.
Rubellini evidenzia poi come i dati sulla qualità dell’aria 2021 facciano registrare un miglioramento, consolidando il trend positivo in atto già da diversi anni. Il miglioramento è frutto delle diverse iniziative messe in campo negli anni passati: il ricambio del parco auto e l’installazione di caldaie di nuova generazione per il riscaldamento domestico hanno eliminato autoveicoli e impianti termici obsoleti, determinando una riduzione di molti inquinanti atmosferici.
“Ora, per affrontare le importanti sfide ambientali che ci aspettano, dobbiamo fare di più – dichiara Rubellini – ma se da una parte alcune politiche a livello nazionale, come il bonus 110%, vanno nella giusta direzione, altre determinano una battuta di arresto nel percorso di abbattimento delle emissioni inquinanti, come, ad esempio, le troppe difficoltà che ostacolano l’affermarsi, su larga scala, delle energie rinnovabili”. “Dobbiamo tenere conto – prosegue – anche delle nuove linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che determinano nuovi parametri per la qualità dell’aria, più stringenti rispetto a quelli attualmente in vigore”.
Ricordiamo che il recente aggiornamento delle linee guida dell’OMS si è reso necessario alla luce dei numerosi studi che dimostrano che gli impatti negativi sulla salute provengono anche da livelli di inquinamento atmosferico bassi e riguardano sei inquinanti principali (PM2,5, PM10, ozono, biossido di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio). Queste raccomandazioni rappresentano un importante riferimento nel fissare gli standard e gli obiettivi normativi del prossimo futuro, anche in previsione della revisione della direttiva europea in materia di qualità dell’aria.
“Non compete all’Agenzia definire le politiche ambientali da attuare nei prossimi anni – conclude il nostro Direttore – ma il nostro ruolo, come agenzia tecnico-scientifica, sarà quello di supportare i decisori politici e gli amministratori locali nell’individuare le migliori strategie e nell’intraprendere le più efficaci politiche per migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo e cercare di raggiungere gli obiettivi sfidanti tracciati dall’OMS”. “L’inquinamento atmosferico è la questione più impattante nell’ecosistema urbano – afferma Rubellini – perché incide sulla qualità della vita dei cittadini”
Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, afferma che “Il problema dell’inquinamento atmosferico non è un problema esclusivamente ambientale, ma anche e soprattutto sanitario.
Nel report di Mal’aria 2022 vengono messi a confronto i valori medi annuali dei tre principali inquinanti atmosferici con quelli suggeriti dall’OMS. Infatti la revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che si appresta ad essere avviata nei prossimi mesi, rivedrà i limiti normativi proprio in funzione dei limiti dettati dall’OMS. Nel giro di pochi anni, quindi, questi valori diventeranno vincolanti anche dal punto di vista normativo e il non rispetto degli stessi porterà all’avvio di procedure d’infrazione per gli Stati membri inadempienti”.
Minutolo esamina i dati toscani sulla qualità dell’aria, descrivendoli sia con riferimento ai parametri previsti dall’attuale normativa che in base a quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il responsabile scientifico di Legambiente afferma che la situazione nella nostra regione, con riferimento all’anno appena terminato, non è buona, soprattutto se guardiamo le raccomandazioni dell’OMS. Inoltre indica come ormai da qualche anno la tendenza per i tre principali inquinanti, PM10, PM2,5 e NO2 , si presenti stazionaria, facendo registrare solo lievi miglioramenti.
INQUINANTE | SOGLIA STABILITA DAL D.LGS. 155/2010 | SOGLIA STABILITA DALL’OMS |
Particolato fine: PM10 | Media mobile annuale: 40 μg/m3 (n° superamenti/anno consentiti <35) |
Soglia 2005: 20 μg/m3 (media annuale) Soglia 2021: 15 μg/m3 (media annuale) |
Particolato ultrafine: PM2,5 | Media mobile annuale: 25 μg/m3 | Soglia 2005: 10 μg/m3 (media annuale) Soglia 2021: 5 μg/m3 (media annuale) |
Biossido di azoto: NO2 | Media mobile annuale: 40 μg/m3 | Soglia 2005: 40 μg/m3 (media annuale) Soglia 2021: 10 μg/m3 (media annuale) |
Ozono: O3 | Media max/giorno su 8h: 120 μg/m3 (n° superamenti/anno consentiti <25 sulla media triennale) |
Media max/giorno su 8h: 60 μg/m3 (nuova soglia da Linee guida 2021) |
La conferenza stampa si conclude con le proposte di Legambiente per fare fronte all’attuale situazione:
- ridisegnare gli spazi pubblici a misura d’uomo, con quartieri più interconnessi e accessibili, con più zone car free, la cosiddetta “città a 15 minuti” in cui tutto ciò che serve sta a pochi minuti a piedi da dove si abita, strade a 30 km/h, strade scolastiche aumentare il trasporto pubblico elettrico con tanti nuovi autobus per il TPL (rifinanziando il Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile a favore di soli autobus a zero emissioni)
- realizzare reti tramviarie, come nel caso di Firenze e investire ancor di più sulla cura del ferro (con nuovi treni e potenziamento della rete regionale, col completamento dell’elettrificazione, sia sulla Empoli-Siena -in corso- che sulla Siena-Grosseto, di là invece da venire)
- incentivare la sharing mobility anche e soprattutto nelle periferie e nei centri minori, realizzando nuove ciclovie e corsie ciclabili, e rendendo l’80% delle strade condivise tra cicli e veicoli a motore
- vietare la commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030 (e al 2035 per camion e autobus interurbani, prevedendo una strategia specifica per il biometano liquido per l’autotrazione), con lo stop agli incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti a favore di mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti
- promuovere le abitazioni a emissioni quasi-zero (NZEB) grazie alla capillare diffusione di misure strutturali come il “Bonus 110%”, che favorisce il progressivo abbandono delle caldaie a gasolio da subito e a metano nei prossimi anni, verso sistemi più efficienti alimentati da fonti rinnovabili (es. pompe di calore, su tutti).
Per saperne di più, leggi il rapporto di Legambiente Mal’aria 2022 (link esterno al sito Web di Legambiente Toscana)
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