Mancata risposta del neoministro alla Transizione ecologica all’ interrogazione a risposta immediata presentata dalla senatrice Anna Maria Bernini
Un’interrogazione parlamentare sul Superbonus è andata a vuoto ieri per la risposta monca più del Governo che del ministro competente Roberto Cingolani.
I fatti. La senatrice Anna Maria Bernini di Forza Italia, assieme ai colleghi Malan, Gallone, Caligiuri, Messina Alfredo e Papatheu aveva presentato un’articolata interrogazione sui problemi critici del Superbonus al neoministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani.
La risposta è stata lunga ben… quattro righe. Viva il dono della sintesi! Di fatto è una mancata risposta o una risposta monca, se volete. Avrebbe fatto meglio il neoministro a rinviare la risposta in attesa di raccogliere elementi sufficienti per una risposta più completa e articolata che peraltro richiederebbe la supervisione del Governo. Quindi non è tanto Cingolani a non aver risposto quanto piuttosto il Governo. Riproponiamo la risposta del neoministro tratta dagli Atti del Senato:
Il Ministro della transizione ecologica ha risposto all’interrogazione (3-02401) della sen. Bernini (FI) e altri, sull’estensione e semplificazione del bonus al 110 per cento per la riqualificazione energetica degli immobili:
premesso che il superbonus è misura essenziale del Piano di ripresa e resilienza, il Ministro si è impegnato ad avviare un lavoro per trovare un punto di equilibrio tra semplificazione e lotta all’abusivismo; per estendere la misura a edifici strumentali all’attività di impresa; per affiancare alle detrazioni fiscali la cessione del credito.
Da notare che nella risposta il superbonus è stato privato dell’aliquota del 110%, implicita ammissione delle voci che danno per certo un taglio. Bene l’impegno, un po’ lapalissiano, a trovare un punto di equilibrio tra semplificazione e lotta all’abusivismo. Molto bene l’estensione del provvedimento a edifici strumentali all’attività di impresa. Bene la conferma della cessione del credito, di cui non c’era bisogno perché l’intero Parlamento è d’accordo.
Per tutti gli altri punti sollevati dalla senatrice Bernini la risposta è stata vuota. Sopratutto sull’ultimo punto, un punto da in cauda venenum: “semplificazione, a regime, di tutti gli interventi edilizi e di efficientamento energetico sotto un’unica aliquota del 75 per cento, attivandosi per modificare l’articolo 16-bis del testo unico delle imposte sui redditi“. Un punto sul quale i 5Stelle probabilmente faranno battaglia.
Ecco l’interrogazione al neo ministro Cingolani
Qui di seguito l’interrogazione presentata da Bernini , Malan, Gallone, Caligiuri, Messina Alfredo e Papatheu
Al Ministro della transizione ecologica. –
Premesso che:
grazie alla misura del “super ecobonus” al 110 per cento sono stati aperti diversi cantieri edilizi, tanto che alla fine di marzo 2021 risultano ammessi a detrazione oltre 9.200 interventi, per più di un miliardo di euro di valore;
si tratta soprattutto di interventi trainanti sull’involucro dell’edificio, ma anche interventi trainanti sull’impianto, con impatti evidenti sulla riduzione di consumo energetico;
va rilevato però che la richiesta della doppia conformità dell’immobile ai titoli urbanistici ed edilizi di oggi e a quelli del tempo in cui è stato costruito finisce per escludere dal super ecobonus molti edifici per difformità rispetto al titolo originario, consentendo l’accesso al beneficio solo dopo un’eventuale possibile regolarizzazione;
la misura potrebbe essere più efficace ove venissero superati alcuni passaggi burocratici che ne rallentano l’attuazione, pur comprendendo la necessità per lo Stato di avere un controllo delle somme erogate e sulla necessità di vedere regolarizzate alcune difformità edilizie;
peraltro si registrano ritardi presso gli uffici comunali, in un periodo di smart working, a rispondere in tempi ragionevoli alle richieste dei tecnici e dei professionisti che hanno il ruolo di asseveratori delle pratiche;
va ricordato che molti interventi, ora ammessi al bonus, possono di norma essere realizzati in regime di edilizia libera, per la quale è sufficiente la comunicazione di inizio lavori, non necessitando di autorizzazione;
si pone quindi la necessità di coniugare l’efficientamento energetico degli edifici e di fare al contempo emergere dall’economia sommersa ampie parti del settore dell’edilizia,
si chiede di sapere:
se il Governo non intenda, preso atto dell’unanime volontà del Parlamento di prorogare la misura del 110 per cento, semplificare le procedure che prevedono la doppia conformità considerando valide le asseverazioni che riportino gli estremi del titolo edilizio e la data di esecuzione dell’opera ovvero ampliando i margini di tolleranza per regolarizzare le difformità, o quantomeno non prevedendo la dichiarazione di conformità per quegli interventi realizzabili in regime di edilizia libera;
se non intenda valutare l’estensione del super ecobonus anche agli immobili considerati strumentali nell’attività d’impresa;
se non intenda, come indicato dalla relazione delle Commissioni riunite 5ª (Programmazione economica, bilancio) e 14ª (Politiche dell’Unione europea) del Senato sulla proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), al punto 5.1, procedere alla semplificazione, a regime, di tutti gli interventi edilizi e di efficientamento energetico sotto un’unica aliquota del 75 per cento, attivandosi per modificare l’articolo 16-bis del testo unico delle imposte sui redditi, prevedendo anche per questi la durata della detrazione in 5 anni, oltre allo “sconto in fattura” e la cessione del credito.
a cura di Ennio Braicovich
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