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«Il mio viaggio con il Superbonus 110% tra scelte azzeccate e sbagliate» – Corriere della Sera

Due operai in azione in un cantiere edile
Due operai in azione in un cantiere edile

Era dai tempi dell’università che non studiavo così. L’ho preparato come un esame: testo, dispense, seminario (sul web) e ora sono pronto per trasformare un disegno in una casetta da sogno alle porte di Vicenza. Solo che sono pronto da quattro mesi e nemmeno un mattone è arrivato in cantiere. Diciamo che sto camminando in quella terra di mezzo che tutti devono attraversare per mettere le mani sul Superbonus del 110 per cento.


Niente fretta

Non serviva questo pezzo per capire che la burocrazia si è appesantita, magari servirà a farvi commettere qualche errore in meno. La prima cosa che ho capito è che qualche mese di preparazione serve a trovare la strada giusta e ottenere il massimo rimborso (ma sarebbe meglio dire “i”, plurale, perché i bonus sono più d’uno). Quindi niente fretta. Nessuno ti potrà dire in anticipo questo progetto va bene e ti rimborseranno 120 mila euro, nessun garante istituzionale al di fuori dei tuoi tecnici di fiducia intendo. Quindi è meglio che i tuoi tecnici abbiano il tempo di valutare le variabili (e tu di sentire almeno un paio di voci) altrimenti in sede di cessione del credito o di controllo dell’Ufficio Entrate potresti dover restituire tutto o parte del denaro, attenzione.

Tecnici di fiducia

Più in generale sarà fondamentale la scelta dei tecnici di fiducia perché sono loro che dovranno presentare ad Enea e Ufficio Entrate le carte della Legge 10 e i progetti, le asseverazioni, l’Ape di partenza, la conformità prezzi eccetera eccetera. Se sbagliano loro sbagli tu, attenzione.

L’investimento: una casa degli anni Sessanta

Ho scelto una casa di 200 metri da 200 mila euro costruita negli anni Sessanta: bruttarella e vecchia ma singola e in un bel quartiere. Per ottenere i rimborsi più scassata e meglio è perché più facile sarà salire la scala energetica (servono almeno 2 categorie, massimale di rimborso 80 mila euro) e sismica (una categoria, massimale 96 mila euro). Aveva impianti di riscaldamento vecchi ( se prendi un rudere senza caldaia perdi tutto, la ratio è la sostituzione) e condizionatori vecchi. Più in generale se rifai una casetta hai molta più chance di ottenere i rimborsi piuttosto che a fare piccoli lavori in una casa già decente. Non pensare di rifarti il tetto o le finestre per sfruttare l’occasione, non beccheresti un quattrino. La mia partiva in classe G e arriverà facilmente in C o B, scelta azzeccata.

La burocrazia

Non parlo dei tempi dei Comuni perché di per sé sono una variabile enorme. Un accesso agli atti può costarti 20-30 giorni come 3-4 mesi e quindi va fatto il prima possibile. Io avevo inoltrato la richiesta prima di acquistare la casa e non ho dovuto ripeterlo. Scelta azzeccata.

La sanatoria (e i tempi si allungano)

Ho dovuto fare una piccola sanatoria. C’erano due muretti in più, una porta che aveva cambiato parete, insomma roba che hanno tutte le case vecchie ma rispetto ai disegni non tornava e per ottenere i bonus senza sorprese devi essere perfetto. Ho scoperto che una stanza al piano terra era stata adibita a negozietto e ho dovuto accorparla perché il bonus non vale per i negozi. Ogni complicazione allunga i tempi ergo meglio case semplici, attenzione.

Finestre spostate, niente rimborso

Il cappotto da 15 centimetri con isolamento, la pompa di calore, i riscaldamenti a pavimento sono interventi trainanti e mi danno diritto ad ottenere anche i rimborsi degli infissi (intervento trainato). Praticamente tutto regalato, compresi progetti e parcelle dei tecnici perché resto ampiamente sotto i massimali. Perfino il pavimento al piano terra perché dà su una superfice non riscaldata. Rifaccio anche i solai e rafforzo i muri e questo me lo paga il sisma bonus perché il nuovo pavimento in legno anti sismico del primo piano, le travi e le putrelle hanno migliorato la statica. L’innalzamento del solaio comporta lo spostamento di alcune finestre. E purtroppo scopro che usciranno dal rimborso: se le sostituisci va bene, se le sposti o le allarghi no. Il progetto è già presentato, scelta sbagliata.

Bonus cumulabili e non

Il progetto trasforma il casermone anni ‘60 in una bella villetta e ho previsto un porticato con terrazza sopra. Splendido ma me lo pago, qualsiasi opera nuova resta fuori dai bonus. Cancelli e recinzioni idem. Dovremo rifare gli impianti idraulici ed elettrici, i bagni e per quello è previsto il normale bonus ristrutturazione al 50%, detraibile in dieci anni dalle tasse (massimale 96.000). Quello che non tutti sanno è che è cumulabile con il Superbonus ma non col Sisma bonus. Misurate la ristrutturazione e considerate che spese impreviste incideranno sui massimali, pensare a progetti faraonici perché faraonico sarà il rimborso è una scelta sbagliata.

Cedo il credito alla banca

Alla fin fine il piano prevede una ristrutturazione da circa 250 mila euro e dovrei poter ottenere circa 170 mila euro di detrazioni. Ci vorrà un anno ma sembra ancora un grande affare perché a me ne servono più di venti per mettere da parte quei soldi. Sono un dipendente con buon stipendio e una buona capienza fiscale Irpef, avrò due strade: la prima è pagare le fatture con soldi miei e vedermele rimborsate in 5 anni al 110 per cento. Se però perdo il lavoro e perdo la capienza fiscale perdo pure le detrazioni, attenzione. Oppure andare in banca, fare altre due settimane di documenti, cedere il credito e il pagamento delle fatture (rimborso 102-103 per cento). Farò la seconda.

Ora l’ultimo step

Il diario di viaggio si ferma qui, nella terra di mezzo da dov’è partito. Nonostante i problemi e le lungaggini resto convinto sia un’occasione unica. Ma la controprova potrò darvela solo fra un anno. E spero di poter scrivere qui che è stata una scelta azzeccata.

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28 agosto 2021 (modifica il 28 agosto 2021 | 11:34)

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Source: corrieredelveneto.corriere.it

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