Il nuovo “Codice dei contratti pubblici”, di cui al Decreto
Legislativo n. 36 del 31 marzo 2023, è stato approvato come norma
fondamentale degli appalti, volta a disciplinare compiutamente la
materia, sostituendo il previgente D.Lgs. n. 50/2016, oramai
abrogato.
Il “Testo unico” degli appalti pubblici
Peraltro, dal suo articolo 227, si evince la natura di testo
unico di tale provvedimento normativo, infatti ogni intervento
normativo incidente sulle disposizioni del codice e dei suoi
allegati, o sulle materie dagli stessi disciplinate, deve essere
attuato mediante “esplicita modifica, integrazione, deroga o
sospensione delle specifiche disposizioni in essi contenute”.
Non solo, il Codice è stato definito, dai suoi redattori, come
norma immediatamente “auto esecutiva”, in quanto contenente, fin da
principio, anche le norme di dettaglio, senza necessità di rinvii a
ulteriori provvedimenti attuativi. Tutto ciò a garanzia del
principio di legalità e di certezza delle fonti del diritto.
L’intento è stato quello di evitare il precedente fenomeno delle
Linee Guida dell’ANAC, non facilmente collocabili nella gerarchia
degli atti normativi, trattandosi
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