Il reddito di cittadinanza “ha aumentato l’adeguatezza del reddito minimo dal 21,9% della soglia di povertà nel 2018 al 90,7% nel 2019″. Ma rischia di vedere ridotto il suo impatto sulla riduzione della povertà per via delle “differenze regionali nel potere d’acquisto” e soprattutto perché restano esclusi dal sussidio molti stranieri e molte famiglie numerose. Mentre in materia di miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili, la politica dell’Italia “dovrebbe essere calibrata per estendersi oltre il periodo di tempo del regime Superbonus“. Chi si aspettava da Bruxelles una serie di critiche al reddito di cittadinanza e al Superbonus 110% è rimasto deluso. Il country report della Commissione Ue, allegato alle raccomandazioni contenute nel pacchetto di primavera del semestre europeo, interviene ad esempio sulla questione balneari: “L’uso di concessioni pubbliche per i beni pubblici, come le spiagge, non è stato ottimale”, si legge nel rapporto. Nessun rimprovero invece sulle due misure spesso criticate da buona parte della maggioranza e dalla stampa. Il Superbonus, in particolare, è una misura che non piace anche al presidente del Consiglio Mario Draghi. “Non siamo d’accordo”, aveva detto a inizio maggio proprio intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo. La Commissione però non ha condiviso la sua posizione, stando a quanto si può leggere nel rapporto.
Il reddito di cittadinanza – Il country report promuove ancora una volta il reddito di cittadinanza, sottolineando il ruolo che ha avuto sulla riduzione della povertà. Bruxelles però avverte: “Sebbene il tasso di povertà abbia iniziato a diminuire, la pandemia potrebbe ostacolare i guadagni ottenuti. Nonostante i miglioramenti, nel 2020 il tasso di persone a rischio di povertà o esclusione sociale era ancora al di sopra della media dell’Ue (24,9% contro il 21,6% nell’Ue)”. Anche per questo, la Commissione torna a sottolineare quali sono a suo avviso le lacune del reddito. Incentivare i giovani a rimanere sul divano, come dicono Renzi, Salvini e gli altri detrattori? No, anzi: “Le differenze regionali nel potere d’acquisto e la mancanza di contatto con i gruppi vulnerabili, compresi residenti non italiani e nuclei familiari più numerosi, potrebbero ridurre l’impatto del regime sulla riduzione della povertà”. Secondo Bruxelles, quindi, andrebbe ampliata la platea dei percettori del reddito: i criteri previsti per percepire il sussidio, ad oggi, sono troppo stringenti nei confronti negli stranieri e penalizzano le famiglie numerose. Il governo Draghi aveva promesso all’Ue un intervento per modificare il requisito dei 10 anni di residenza in Italia, ma non è mai intervenuto. Più in generale, la Commissione avverte: “Il rafforzamento degli ammortizzatori sociali e dell’accesso ai servizi sociali in tutte le regioni è fondamentale affinché l’Italia raggiunga l’obiettivo principale dell’Ue per il 2030 sulla riduzione della povertà“.
Il Superbonus – Se Draghi ha sempre detto di “condividere in pieno il concetto alla base del reddito di cittadinanza”, sul Superbonus è stato invece molto critico. “Il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni sono triplicati, perché toglie la trattativa sul prezzo”, ha sostenuto il premier solo poche settimane fa. Il country report dell’Ue invece non segue queste analisi: “L’Italia sta rimuovendo gli ostacoli allo sviluppo delle energie rinnovabili” e sta utilizzando il Pnrr “per sostenere gli investimenti nell’efficienza energetica“. All’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, si legge nel rapporto,”13,95 miliardi di euro sono stanziati per l’efficienza energetica e la ristrutturazione sismica di 32 milioni di metri quadrati di abitazioni nell’ambito della misura faro ‘Superbonus‘”. Secondo la Commissione, “l’ambizione dell’Italia di migliorare la prestazione energetica del suo parco immobiliare dovrebbe essere calibrata per estendersi oltre il periodo di tempo del regime Superbonus e dei finanziamenti nell’ambito del Pnnr. Ciò fornirebbe anche la certezza al mercato di proporre soluzioni di efficienza energetica e ristrutturazioni edilizie”. L’Ue chiede quindi un intervento che sia strutturale e suggerisce quale direzione intraprendere: “Eventuali nuovi schemi di finanziamento per la ristrutturazione energetica degli edifici dovranno essere adeguatamente mirati a ristrutturazioni energetiche più profonde, al miglioramento degli edifici con le prestazioni peggiori e all’aiuto alle famiglie a basso reddito“.
Source: ilfattoquotidiano.it
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