NOVI LIGURE. Tornerà all’antico aspetto di abitazione nobiliare settecentesca l’ex Albergo Bologna, come è conosciuta dai novesi la struttura all’ingresso del centro storico per chi proviene da via Ovada, all’angolo tra via Cavanna e via Marconi.
Proprio dal recupero dell’edificio potrebbe partire la cosiddetta «scintilla», come ha spiegato il sindaco Gian Paolo Cabella. Per una ripartenza della città, servirebbe il rilancio dell’edilizia. «Si potrà partire subito con i lavori, grazie all’approvazione del progetto presentato dalla proprietà dell’ex Bologna circa il suo recupero edilizio e urbanistico – spiega il sindaco -. In questo caso, non è stato necessario intraprendere il lungo iter previsto nei casi di variante al Prg, ma si è trattato solo di integrare l’istanza del proprietario, sottoposta quindi all’esame della commissione edilizia, di quella urbanistica e infine del consiglio comunale. L’immobile presenta caratteristiche di pregio che nel corso dei decenni si erano perse, a cominciare dal cambio di destinazione d’uso che in pratica aveva snaturato la facciata. Con questa modifica parziale, che riporterà la struttura all’antica bellezza, alla città verrà restituito un biglietto da visita per i visitatori, i quali, entrando nel centro storico da via Cavanna, potranno ammirare un valido esempio dell’architettura locale che mostrerà innegabili vantaggi estetici».
Il rilancio dell’edilizia, quindi delle piccole e medie imprese che stanno pagando le conseguenze della pandemia, avverrà soprattutto con l’imminente attuazione del bonus facciate, comprensivo non solo del centro storico o di precise aree attorno alla zona centrale, ma anche delle frazioni Barbellotta e Merella e del quartiere G3, un’area relativamente recente.
«Da parte nostra auspichiamo che questo sia solo l’inizio di un input importante per il rilancio delle attività artigianali e del lavoro – sostiene Rocchino Muliere, dal fronte dell’opposizione -. Il recupero dell’ex Albergo Bologna incrocia le esigenze del privato con quelle del pubblico, a condizione che la proprietà rispetti le regole generali. Utilizzando questa strada si potranno applicare le stesse norme in molti altri casi, perché quando si recuperano strutture storiche, si indica di conseguenza lo spirito da intraprendere, soprattutto senza consumare il suolo pubblico». Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.