La novità più rilevante del D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei
contratti) rispetto al precedente quadro normativo sugli appalti
pubblici, è certamente la sua struttura. Diversamente dalla
fallimentare oltre che incompiuta riforma del 2016, con il nuovo
Codice si è compresa la necessità di fornire agli operatori
economici e alle amministrazioni uno strumento normativo unico
oltre che “quasi” esecutivo che contenesse al suo interno quello
che prima era stato esploso tra il D.Lgs. n. 50/2016, decreti
ministeriali e le “famose” soft law (le linee guida ANAC vincolanti
e non).
Il nuovo Codice dei contratti pubblici: le novità
Oltre alla sua struttura, il Decreto Legislativo n.
36 del 2023 ha introdotto importanti novità espressamente
richieste dalla Legge delega n. 78/2022
tra le quali, a titolo d’esempio, ricordiamo:
- l’introduzione dei principi (mediante la quale si è passati da
un codice “guardiano” ad uno “volano”); - la digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti (divenuta
operativa a partire dall’1 gennaio 2024); - la riduzione
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