Il sismabonus stenta a decollare perché le norme che lo regolano non hanno tenuto conto della variegata realtà del tessuto urbano ed è mancata una sapiente regia che offrisse al legislatore le indicazioni più utili per cogliere gli obiettivi previsti.
L’ing. Luigi Bosco, già assessore regionale ai lavori pubblici lancia provocatoriamente un appello, in zona Cesarini, affinché si possa quanto meno mettere una toppa ad una dimenticanza estremamente grave del Recovery Plan; “veramente grave nei confronti della sicurezza di tutti i cittadini ed in particolare di quelli dell’Italia meridionale, ove in maggiore misura, purtroppo, sono prevedibili eventi sismici in grado di produrre effetti disastrosi”.
“Forse, al pari dello scarso interesse al tema del Ponte sullo Stretto – sottolinea – siamo in presenza di un effetto collaterale della distribuzione geografica del governo dei ‘migliori’?.
Dal 1968, anno del terremoto del Belice, lo Stato sta pagando circa 150 miliardi di euro per la ricostruzione di territori colpiti da sismi (Friuli, Irpinia, L’Aquila, Centro Italia, Emilia etc.).
Eppure basterebbero, in un programma pluriennale, con una sapiente regia, meno di 100 miliardi per mettere in sicurezza la totalità del patrimonio edilizio, a partire da quello più vulnerabile, ed evitare disastri e perdita di vite umane; tenendo sempre presente che per ogni euro speso per la prevenzione se ne risparmiano mediamente cinque nella eventualità di una ricostruzione”.
E il prof. Cosimo Inferrera, presidente dell’Associazione europea del Mediterraneo ha colto l’input per evidenziare, con grande senso della realtà, il punto debole del Sismabonus: “Il perché mi permetto segnalarlo agli incliti e al vulgo ! Il Sismabonus stenta a decollare perché non esiste abitazione, lussuosa o tugurio che non soffra di uno o più abusi. Ecco il motivo per cui i proprietari rischiano di subire sussulti ed ondulazioni tremende del territorio (speriamo mai…) piuttosto che sanzioni certe per gli abusi commessi. Ora saggezza vorrebbe che la realtà, qualunque sia venga superata, voltando pagina per pensare ad un futuro più sicuro, meno dannoso”
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