Nonostante il Superbonus al 110% e gli altri bonus dell’edilizia, le case italiane non soltanto restano poco efficienti dal punto di vista energetico, ma all’interno del parco immobiliare la classe prevalente continua a essere la più bassa di tutte: la G. Stando all’ultima Osservatorio immobiliare firmato dall’Enea, dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e dalla Federazione italiana degli agenti immobiliari professionisti (Fiaip), da una parte, nel 2021, sono aumentate le compravendite nelle classi energetiche migliori (A e B); dall’altro lato, però, le abitazioni non efficienti restano la grande maggioranza. La classe G, infatti, con un’incidenza intorno al 40% sulle compravendite, la fa da padrona nel mercato immobiliare italiano.
Classe G al 40% delle compravendite
Più nel dettaglio, considerando che i monolocali e i bilocali rappresentano le tipologie di case che vanno per la maggiore, nei primi il peso della G sulle compravendite del 2021 è stato del 42% (seguito dal 22% della E e dal 12% della F) e nelle case a due vani del 39% (20% la E e 14% la F). Messe insieme, le classi A e B occupano un posto di appena il 10% per i monolocali e del 9% per i bilocali. E anche per i trilocali la musica non cambia: la classe G è al 40% delle compravendite, seguita dal 20% della E, dal 10% della F e dal 12% di A e B.
In altri termini, come evidenzia la nota stampa diffusa dall’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), gli edifici e le abitazioni italiane “si mantengono ancora ben distanti dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2030”. In particolare, le norme europee prevedono che gli immobili residenziali e pubblici di classe inferiore, e quindi G, raggiungano almeno la F rispettivamente entro il 2030 e il 2027. Dal 2030, poi, i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni inquinanti, con l’obiettivo di arrivare al 2050 con un parco immobiliare decarbonizzato. Non solo: è sempre più evidente che se, come indiscrezioni a un certo punto avevano ventilato alla fine del 2021, la Commissione Ue avesse stabilito il divieto di vendita e locazione per le case di classe energetica inferiore, il settore immobiliare italiano avrebbe rischiato la paralisi.
Tuttavia, qualcosa si sta muovendo. Dall’Osservatorio emerge, infatti, che gli acquisti di immobili efficientati nella migliore classe energetica A1, nel 2021, sono saliti al 30% del totale delle compravendite relative al “nuovo”. L’analisi dà conto, inoltre, di un incremento del 60% di immobili compravenduti ristrutturati nelle classi A e B, “grazie soprattutto agli incentivi fiscali statali, in particolare al Superbonus 110%”, come sottolinea Francesco La Commare presidente Centro Studi Fiaip. I bonus edilizi, che si propongono l’obiettivo di incentivare le ristrutturazioni aumentando anche l’efficienza energetica, finora non hanno però fatto abbastanza, se come visto la classe G in Italia è ancora nettamente prevalente sulle altre. Un tema particolarmente caldo, se si considera che proprio nei giorni scorsi il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si è apertamente schierato contro il Superbonus al 110%, misura fortemente voluta dal Movimento 5 stelle.
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Il ruolo dei bonus per l’edilizia
“Il mercato immobiliare – dichiara Franco D’Amore, vicepresidente I-Com – non sembra ancora aver pienamente assorbito la scossa di due potenziali driver molto importanti rispetto al tema dell’efficienza energetica: la pandemia di Covid-19 e il Superbonus 110% per le ristrutturazioni edilizie, sebbene siano riscontrabili degli impatti non trascurabili. La quota di immobili ristrutturati e compravenduti che ricadono nelle prime classi energetiche rimane inchiodata a una percentuale che supera di poco il 30%: troppo poco, a indicare come spesso ancora nelle ristrutturazioni edilizie si sprechi una importante finestra di opportunità per riqualificare anche dal punto di vista energetico un immobile”.
Secondo esperti e addetti ai lavori, occorre che il governo metta in campo nuove misure da affiancare a quelle già esistenti. “Nonostante i passi in avanti compiuti negli ultimi anni, grazie a misure come il Superbonus 110% e agli altri incentivi – osserva Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento unità per l’efficienza energetica Enea – per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico al 2030 e per la completa decarbonizzazione del settore edilizio nel 2050, così come previsto dalla Strategia nazionale di riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale, risulterà fondamentale la messa in campo di ulteriori misure strutturali, accompagnate anche da una maggiore capacità del sistema creditizio di offrire strumenti finanziari per la riqualificazione energetica degli immobili”. Le stesse banche che, negli ultimi tempi, nell’attuale giungla burocratica e legislativa messa in campo anche per contrastare le frodi, hanno bloccato l’acquisto di nuovi crediti fiscali legati ai bonus dell’edilizia.
Source: repubblica.it
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