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Negli anni ’50 il Trentino era un’area montana depressa. Oggi è uno dei territori più dinamici e innovativi a sud delle Alpi. Una storia di successo dell’Italia repubblicana, merito di una politica lungimirante (a livello locale e non solo), un tessuto produttivo operoso, un ateneo e centri di ricerca rinomati, e di enti pubblici come Trentino Sviluppo.
Nel 2021 sono stati ben 58 i nuovi insediamenti aziendali nella provincia alpina, 31 dei quali riguardanti società non-trentine, inclusi tre di gruppi industriali con casa madre all’estero (Francia, Germania e India, per la precisione).
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Nonostante la forte incertezza causata dalla pandemia di Covid-19, l’indice di attrattività della provincia è aumentato del 49% rispetto al 2020. A trainare è la meccatronica, con 16 aziende (a Rovereto c’è un distretto particolarmente vitale), seguita da altri settori ad alta intensità di innovazione dove il Trentino spicca, come l’edilizia sostenibile, le biotecnologie, le ICT e le tecnologie verdi.
«Sì, siamo un territorio resiliente e in crescita, grazie anche alla sua capacità di innovare – conferma al Sole 24 Ore un imprenditore manifatturiero locale di lunga esperienza –. Ricordo però che sino a pochi anni fa c’erano forti critiche verso gli investimenti in R&D, giudicati “eccessivi”, e verso un ruolo troppo proattivo del pubblico. Però non si può campare solo di turismo e pomi, e non si può stimolare l’economia solo costruendo autostrade, la pandemia lo ha dimostrato: occorrono i laboratori e l’università, le scuole, progetti di futuro di medio-lungo periodo».
Ecco dunque che in Trentino sbarcano le aziende di IA, robotica, sistemi fotonici integrati, software di analisi dell’efficienza energetica. Per l’assessore allo sviluppo economico, alla ricerca e al lavoro della Provincia autonoma Achille Spinelli, «anno dopo anno il Trentino, prima considerato un territorio periferico rispetto ai grandi distretti industriali, sta assumendo un ruolo centrale nell’economia del nostro Paese e dell’Europa continentale. Ne è prova il fatto che un numero crescente di imprenditori dei territori limitrofi a forte tradizione manifatturiera, ma anche multinazionali, scelgano i nostri poli tecnologici per sviluppare dei progetti innovativi».
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