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In caso di ordine di demolizione, grava su chi
intende conservare l’opera la dimostrazione della sua legittima
esistenza senza concessione edilizia e quindi, la
datazione della sua costruzione prima del 1967, essendo in capo al
proprietario o al responsabile dell’abuso, l’onere di provare il
carattere risalente del manufatto.
La realizzazione ante ’67 di un manufatto va
quindi provata da chi ordinariamente dispone di inconfutabili atti,
documenti o altri elementi probatori che siano in grado di radicare
la ragionevole certezza dell’epoca di costruzione.
Non solo: interventi successivi a tale data comportano
comunque il rilascio del titolo abilitativo
richiesto dalla normativa, compresa l’autorizzazione
paesaggistica, se è anche sopraggiunto un
vincolo.
Ante ’67: il Consiglio di Stato sulla datazione dell’opera
A confermarlo è il Consiglio di Stato con la
sentenza del
3 febbraio 2025, n. 834, con cui ha respinto il
ricorso per l’annullamento dell’ordine di demolizione di opere
abusive, consistenti nella realizzazione di una tettoia di oltre
600 mq laddove era presente, originariamente,
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