di Marco Bolognesi* Il settore immobiliare rappresenta uno dei principali driver di valore per il sistema economico italiano. Un’analisi dei dati “pre Covid”, evidenzia che il contributo del settore alla crescita economica del nostro Paese cuba, complessivamente, il 19,9% del Pil nazionale, così suddiviso: 4,2% Costruzioni, 2,9% Sviluppo Immobiliare”, 11,9% Attività e Servizi legati al settore Immobiliare. Il settore in esame ha subito, negli ultimi decenni, diverse contrazioni che hanno ridotto decisamente il numero di imprese che, direttamente o indirettamente, sono collegati allo sviluppo immobiliare. Un primo grande trauma è stato generato dalla crisi finanziaria globale del 2007, crisi che nasce proprio dalla bolla speculativa del settore immobiliare statunitense e si diffonde in tutto il pianeta. La…
di Marco Bolognesi*
Il settore immobiliare rappresenta uno dei principali driver di valore per il sistema economico italiano. Un’analisi dei dati “pre Covid”, evidenzia che il contributo del settore alla crescita economica del nostro Paese cuba, complessivamente, il 19,9% del Pil nazionale, così suddiviso: 4,2% Costruzioni, 2,9% Sviluppo Immobiliare”, 11,9% Attività e Servizi legati al settore Immobiliare. Il settore in esame ha subito, negli ultimi decenni, diverse contrazioni che hanno ridotto decisamente il numero di imprese che, direttamente o indirettamente, sono collegati allo sviluppo immobiliare.
Un primo grande trauma è stato generato dalla crisi finanziaria globale del 2007, crisi che nasce proprio dalla bolla speculativa del settore immobiliare statunitense e si diffonde in tutto il pianeta. La seconda scossa è stata portata dalla crisi pandemica, che ha sostanzialmente ‘congelato’ l’economia globale. Proprio nel contesto pandemico è stato emanato il Decreto Rilancio, modificato dalla Legge 1782020 del 30 Dicembre 2020.
All’interno del testo, emanato per cercare di fronteggiare i drammatici effetti economici della pandemia, è stata inserita una manovra che tende a rivitalizzare il settore delle costruzioni su due direttrici: rinnovare, valorizzare e rendere più efficiente e sicuro il patrimonio immobiliare residenziale italiano e garantire un bonus a beneficio dei soggetti proprietari o possessori degli immobili oggetto degli interventi di efficentamento energetico eo di messa in sicurezza sismica degli immobili. I riferimenti sono gli articoli 119 (che disciplina il bonus del 110%) e il 121 (che disciplina la cessione del credito e lo sconto in fattura) del Decreto Rilancio. L’impianto normativo si compone, inoltre, di due circolari di Agenzia Entrate, la numero 24E e la numero 30E, una guida di Agenzia delle Entrate, diverse risposte ad istanze di interpello (ad oggi sono 56) oltre ad altri decreti più strettamente rilevanti le fasi di progettazione.
L’agevolazione riguarda, tranne alcune limitate eccezioni, le persone fisiche private non esercenti attività di impresa o di lavoro autonomo, per lavori da effettuarsi entro il 30062022 su immobili di natura residenziale (unifamiliari, condomini o piccole palazzine). Gli interventi agevolati sono raggruppabili in due tipologie: interventi trainanti: (isolamento termico; interventi sulle parti comuni degli edifici riguardanti la sostituzione di impianti di riscaldamento, consolidamento e messa in sicurezza sismica degli edifici) e interventi trainati: lavori di efficentamento energetico (Ecobonus) sulle singole unità immobiliari; impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo; colonnine di ricarica per veicoli ad alimentazione elettrica; sistemi per il controllo ed il monitoraggio a fini antisismici; eliminazione di barriere architettoniche per favorire la mobilità di persone portartici di handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 14092, e la mobilità di persone di età superiore ai 65 anni.
Per godere dell’agevolazione occorre effettuare almeno un intervento tra quelli classificati come “trainanti”, rispettando i requisiti di legge; in questo caso è possibile estendere l’agevolazione anche alla categoria degli interventi classificati come “trainati”. Il beneficio in questione consiste in una detrazione pari al 110% della spesa ammissibile, da suddividere in 5 quote costanti di pari importo (4 quote per gli interventi pagati dal 01.01.2022 al 30.06.2022); la detrazione può esser utilizzata in sede di dichiarazione dei redditi. In alternativa alla detrazione, il contribuente può, a scelta, chiedere lo sconto in fattura o cedere la detrazione ad un istituto di credito o ad un altro soggetto. L’applicazione del Superbonus 110% è decisamente complessa e richiede un approccio multidisciplinare per poterla verificare nel caso concreto. Il commercialista, può aiutare il contribuente nel verificare la presenza dei requisiti necessari per beneficare del contributo e per ottimizzare, quando possibile, la detrazione spettante.
*consigliere Ordine
dei Commercialisti di Ferrara
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