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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2013 alle ore 08:19.
Tra le pieghe del decreto Imu spunta anche uno sconto per le imprese. Tra le ipotesi che il Governo esaminerà oggi e domani nel corso del ritiro senese per poi tramutarle, tra mercoledì e giovedì, in un Dl, c’è infatti lo stop alla rivalutazione automatica dell’8,3% prevista dal salva-Italia per il moltiplicatore dei capannoni, dei negozi e degli alberghi. Per ora è solo un’ipotesi di lavoro che andrà sottoposta al vaglio del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. E che, se confermata, farebbe salire la dotazione complessiva del provvedimento da 3,5 a 4 miliardi, incluso il rifinanziamento della Cig in deroga.
Che l’Esecutivo sia intenzionato a includere anche le aziende tra i beneficiari dell’imminente mini-manovra sull’Imu lo hanno annunciato venerdì il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, e il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta (Pd). Nel confermarlo, qualificate fonti governative hanno spiegato che si sta lavorando per cancellare l’aumento automatico da 60 a 65 del moltiplicatore da applicare alle rendite catastali per gli immobili di categoria D, che è scattato dal 1° gennaio 2013. Più che di uno sconto, dunque, si tratterebbe di un minore aggravio dell’8,3% per gli imprenditori. Un piccolo segnale di attenzione per una categoria che – dopo il passaggio dai Comuni allo Stato del gettito dell’Imu sugli immobili produttivi – deve già rinunciare agli sconti d’imposta ottenuti l’anno scorso nei municipi che hanno abbassato il prelievo al di sotto dell’aliquota standard del 7,6 per mille.
Il principale nodo da sciogliere riguarda le coperture. Per finanziare questa misura servirebbero oltre 400 milioni. Che andrebbero ad aggiungersi agli 1,5 miliardi necessari al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga (anche se l’Esecutivo spera di cavarsela con un miliardo) e ai 2 miliardi che servirebbero per risarcire i sindaci dell’annunciato stop all’acconto di giugno dell’Imu sull’abitazione principale. Fondi che non potranno essere reperiti in un semplice spostamento di risorse da un capitolo all’altro del bilancio statale. Del resto l’Ue è stata chiara: qualsiasi intervento sulla tassazione immobiliare deve avere una copertura “vera”. Sia che passi l’ipotesi-mini di rinviare il pagamento della prima rata al 16 settembre sia che prevalga la soluzione-maxi di cancellarla come chiesto anche ieri dal leader del Pdl, Silvio Berlusconi. Tutto ciò in attesa della risistemazione definitiva del prelievo sulla casa che arriverà entro 100 giorni. La via dello stop al moltiplicatore, che sembra attualmente la più percorribile per proteggere i capannoni dalla tempesta fiscale, ha effetti immediati: non tanto di risparmio sul 2012, quando il moltiplicatore era già di 60, quanto di spesa in meno sul 2013. L’emendamento al Dl 35/2012, approvato in commissione Giustizia giovedì scorso, stabilisce infatti che il versamento della prima rata dell’Imu deve essere fatto «sulla base delle aliquote e delle detrazioni dell’anno precedente». In soldoni, si prendono le aliquote 2012 (quelle decise dai Comuni, però, e usate per il conguaglio di dicembre, e non quelle impiegate nel calcolo dell’acconto 2012). Questo meccanismo riguarda tutte le tipologia immobiliari soggette a Imu, naturalmente, e non solo gli immobili di categoria D (si veda la scheda qui sotto). Il risultato, però, per gli immobili D, è che scatterebbe comunque l’aumento da 60 a 65 del moltiplicatore da applicare alla base imponibile, quindi un aumento dell’imposta dell’8,33 per cento. Con un intervento specifico per sterilizzare l’aumento, almeno dove i Comuni non hanno aumentato le aliquote, si pagherebbe lo stesso importo del 2012. Dove le hanno diminuite, si pagherebbe sicuramente di meno.
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LE REGOLE BASE PER L’IMPOSTA SULLE AZIENDE
1.
IL CALCOLO 2012 PER I CAPANNONI
Nel 2012, per gli immobili d’impresa appartenenti al gruppo catastale D (di cui fanno parte capannoni, alberghi, cliniche private, teatri, eccetera) il calcolo dell’Imu da versare si effettuava moltiplicando il valore catastale dell’immobile per il coefficiente 60 e applicando l’aliquota dello 0,76%, elevabile fino all’1,06% dai Comuni
2.
IL CONGELAMENTO DEGLI INCREMENTI D’IMPOSTA
Dal 1° gennaio 2013 il moltiplicatore che si applica per il calcolo dell’Imu relativo gli immobili di categoria D è stato innalzato di 5 punti rispetto
al 2012, passando da 60 a 65. Adesso l’ipotesi
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