L’ANALISI di Ugo Bellesi sulla situazione economica e sociale nella provincia di Macerata. Ci sono anche altri problemi come il “decreto antifrode” che allunga i tempi anche per la ricostruzione post sisma. Per il Superbonus si teme l’arrivo di imprese “mordi e fuggi”
di Ugo Bellesi
Gli economisti, sui quotidiani nazionali, parlano di un rimbalzo verso l’alto della nostra economia accennando addirittura a +6% se non addirittura a +8% del Pil italiano nei prossimi mesi. Magari fosse vero, ma i licenziamenti in atto in varie imprese e la loro delocalizzazione fa pensare al peggio. E vediamo ora come va la provincia di Macerata. Secondo gli ultimi dati di un’indagine di ItaliaOggi Sette – Università La Sapienza risulta che Macerata, per quanto riguarda la qualità della vita, si piazza al 22° posto in Italia ed è il miglior risultato delle Marche. Senonchè, confrontando questi dati con quelli precedenti, si scopre che abbiamo perso undici posizioni, in quanto prima ci trovavamo all’11° posto in Italia. Ma uno scivolone indietro hanno fatto tutte le province delle Marche. Per quanto riguarda la sicurezza sociale (nei cui dati ricadono anche la mortalità e l’incidenza dei casi Covid) Macerata risulta al 76° posto in Italia. In merito a istruzione e formazione la nostra provincia scivola dal 38° posto al 48°. Va bene invece per affari e lavoro perché dal 21° posto saliamo 10°. Per l’ambiente va anche meglio perché passiamo dal 36° al 13° posto. Per il sistema salute al 77° dal 68° posto. Posizioni invariate per tempo libero (19° posto) e per reddito e ricchezza (58° posto).
Interessanti anche i dati forniti dall’indagine condotta da “Il Sole 24 ore” in merito alla criminalità relativamente agli anni 2020-2021. Per quanto riguarda le Marche Ancona si piazza al 92° posto e Pesaro al 96° tra le province italiane. Subito dietro è Macerata con circa 7.148 denunce presentate nel 2021. Primeggia invece Macerata, rispetto alle altre province delle Marche, per le estorsioni (soltanto 25 denunce) e per le violenze sessuali (13 denunce), mentre è terza per i furti (2.170 denunce). Macerata si piazza invece al 9° posto tra le prime dieci province d’Italia, per quanto riguarda lo spaccio degli stupefacenti e il riciclaggio. Purtroppo quello della droga, a parte i dati statistici, è un problema molto grave un po’ in tutte le Marche. Basterà ricordare che soltanto pochi giorni fa è stata sequestrata, nella vicina provincia di Ascoli, addirittura una tonnellata e mezza di marijuana e 5.000 piante di cannabis per un valore sul mercato di oltre 7.7 milioni di euro, oltre a rulli per la lavorazione della canapa, bilance digitali e altra strumentazione.
A metà novembre a Civitanova i Carabinieri hanno scoperto in una cantina un chilo di hashish e nel bagagliaio di un’auto due etti di cocaina. Si tratta di un giro vorticoso di droga che finisce nella testa dei nostri giovani ma anche dei più grandicelli. Ed infatti l’avvocato Giuseppe Bommarito, sempre in prima linea nella lotta contro la droga, ha potuto affermare che Macerata è al primo posto nelle Marche per consumo di droga ma anche al 9° posto in Italia per numero di denunce per stupefacenti. Di conseguenza è alto anche il tasso di mortalità per overdose, per cui in questo campo la nostra regione è ai primi posti in Italia. Il meccanismo in base al quale il cervello diventa schiavo della droga è molto semplice. Il processo emozionale che porta alla dipendenza è la dopamina. E’ la dopamina infatti che ci rende piacevoli attività come il mangiare, bere, riprodursi per cui si viene stimolati a ripeterli. La natura in questo modo ci aiuta a compiere azioni fondamentali per la vita. Purtroppo tutto ciò che provoca piacere favorisce la produzione di dopamina, la quale, attraverso il cosiddetto “centro del piacere” attiva l’amigdala e quindi l’ippocampo in cui si formano i ricordi.
E veniamo ai problemi relativi alle ristrutturazioni, all’ecobonus e bonus facciate. Tutto il meccanismo del Superbonus si era messo in moto con discreti risultati quando sono arrivate le restrizioni imposte con il decreto antifrode che provocano inevitabilmente un allungamento dell’iter delle pratiche con l’impossibilità poi, per le imprese, di completare i lavori nei tempi richiesti. Si rischia infatti di paralizzare il comparto dell’edilizia a causa dell’obbligo del “visto di conformità” dei lavori e la cosiddetta “asseverazione” sulla congruità dei prezzi per ottenere lo sconto in fattura e la cessione del credito. In proposito c’è un intervento dell’Istituto nazionale dei tributaristi che sottolinea come la retroattività del provvedimento rischia di bloccare anche gli interventi in atto. Inoltre gli adempimenti previsti dal decreto antifrode fanno lievitare i costi dei lavori dal 6 al 10%. Le imprese quindi operano in un quadro di incertezza che va dai costi delle materie prime di chi opera nell’area del sisma, al disagio sulle verifiche di congruità nei privati e nella pubblica amministrazione.
Altro tema irrisolto è quello della carenza di manodopera in tutte le Marche. In proposito molto chiaro il punto di vista del presidente dell’Ance (associazione dei costruttori edili) Stefano Violoni che ha dichiarato: «Ci sono delle aziende che hanno compiuto gli investimenti e ora rischiano di non finire i lavori perché non trovano i materiali». E ha poi aggiunto: «Il Superbonus ha fatto nascere delle imprese, le cosiddette general contractor, alcune delle quali faranno ‘mordi e fuggi’. Tra qualche anno, nell’ipotesi di un controllo da parte dell’Agenzia delle entrate, queste società forse non esisteranno più ma ci saranno le imprese a cui è stata accollata la responsabilità solidale dell’operazione: subappaltatori, progettisti». In proposito un sindacalista, Matteo Ferretti della Fillea, ha dichiarato: «Ho trovato una impresa creata da tre soci, tutti e tre anziani, con capitale sociale di 75 euro, e 80 dipendenti. Ma nessuno ha notato qualcosa di strano in una società simile».
E non possiamo chiudere questa panoramica senza ricordare il dramma vissuto dai terremotati a causa della nevicata dei giorni scorsi. Sono rimasti anche per 15 ore senza luce elettrica, senza acqua perché le pompe elettriche che ricaricano i serbatoi non potevano funzionare senza energia, e senza neppure i collegamenti telefoni per cui si era anche nell’impossibilità di chiedere aiuto. E quale area è stata maggiormente colpita? Proprio quella del cratere per la quale i sindaci, fin da subito, avevano chiesto di creare una zona privilegiata rispetto alle città più lontane, ma non sono stati ascoltati. E anche le Sae hanno dimostrato la loro scarsa efficienza di fronte al clima invernale. Tanto è vero che al loro arrivo in zona qualcuno disse: “Ma queste sono adatte per la villeggiatura al mare e non in montagna”. Ed oggi in tanti si sono chiesti perché mai nessuno abbia pensato, all’inizio dell’inverno, a mettere a disposizione i generatori per le “casette”. Stando così le cose è inutile sperare che lo spopolamento della nostra montagna si possa fermare. Ma forse c’è qualcuno che vuole questo? Speriamo di no.
«Nelle sae senza luce e acqua, basta una nevicata e tutto va in tilt»
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