A fine luglio erano stati attivati sul territorio 330 milioni di euro di investimenti. Nel comune capoluogo, picco storico di interventi edilizi di ristrutturazione, con oltre 2mila autorizzazioni rilasciate nei primi sei mesi dell’anno. Ma il futuro del settore è un’incognita
REGGIO EMILIA – Il Superbonus 110% continua a trainare il settore delle costruzioni. Nei primi sei mesi di quest’anno, il solo Comune di Reggio ha autorizzato complessivamente 2.160 interventi edilizi, il 6% in più rispetto al record del 2021. Se si fa il confronto con la media 2014-2020, il balzo è addirittura del 45%.
Le autorizzazioni per nuove costruzioni sono una settantina. Le altre 2.088 sono invece relative a ristrutturazioni. Dietro questo boom ci sono essenzialmente due agevolazioni: la prima è il bonus facciate, che ha avuto particolare successo nel centro storico della città; la seconda, quella prevalente, è appunto il Super Ecobonus.
La mole di investimenti messa in moto dal Superbonus 110% è impressionante. Sulla base delle cifre regionali pubblicate da Enea, si può stimare che nella nostra provincia siano state presentate circa 1.800 asseverazioni tra condomini, edifici unifamiliari e unità indipendenti. Gli investimenti ammessi a detrazione si aggirano sui 330 milioni di euro e i lavori già conclusi sui 245 milioni. Ci sono dunque lavori in attesa di completamento per 85 milioni. Questi 85 milioni corrispondono grossomodo a 94 milioni di euro di bonus fiscali. Gli oneri a carico dello Stato, sotto forma di detrazioni, ammontano per la provincia di Reggio a 360 milioni di euro.
Ma cosa succederà adesso? Le imprese edili reggiane nel 2021 hanno aumentato i ricavi del 50%, ma molte hanno le casse vuote. Sono in crisi di liquidità anche e soprattutto perché le banche, dopo aver fatto il pieno di crediti, non vogliono più comprarne altri. Il meccanismo si è ingolfato. Alla fine dell’anno, il Superbonus per le abitazioni indipendenti arriverà a fine corsa, mentre nel 2023 verrà meno l’agevolazione per condomini e piccoli edifici. Dopo il colpo di coda del Superbonus, si rischia un contraccolpo altrettanto fragoroso.
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