

Il Governo lavora a un piano per la ripresa del settore automotive e metterà sul tavolo 1 miliardo di incentivi per l’acquisto di auto elettriche ed ibride. Ma coi prezzi dell’energia impazziti l’auto alla spina è ancora conveniente?
1 miliardo l’anno per l’acquisto di auto elettriche ed ibride ed un fondo riservato alle aziende: è questo, in estrema sintesi, il piano del Governo per la ripresa del settore automotive. Quindi, a breve dovrebbe riaprirsi la porta degli incentivi destinati a chi acquista un’auto elettrificata. Si stima che, con la rottamazione, il nuovo «sconto» si aggirerà intorno ai 7 mila euro. Ma per averne conferma o smentita bisogna attendere il prossimo decreto. Quel che è certo – e che ha recentemente sottolineato il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, è che il caro-energia sta assottigliando il vantaggio in termini di «rifornimento» che le auto elettriche avevano su quelle a combustione.
Incentivi, semplici, strutturali e senza Isee
Il ritorno dell’eco-bonus è auspicato, tra gli altri, da Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, l’associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica. Naso spiega che «l’Italia è un mercato a rischio che potrebbe esser tagliato fuori. Abbiamo chiesto in tutti i modi, per via del momento cogente, un supporto alla domanda; cosa che tutti i Paesi hanno». Inoltre – continua Naso – «c’è anche un problema legato alla produzione: se cala la domanda e si scende sotto una certa soglia, il mercato italiano potrebbe perdere di interesse per le case automobilistiche». La speranza del segretario generale di Motus-E è che lo strumento cui sta lavorando il Governo sia «semplice: basterebbe che facessero una riproposizione dell’eco-bonus, anche perché se c’è di mezzo l’Isee – come dicono alcuni rumors – poi la misura non la si usa». Inoltre, il quadro si completa con alcune proposte: «Non servono incentivi troppo grandi, quello che serve è la strutturalità e la pluriennalità». Insieme a questo «una rivisitazione delle regole legate all’immatricolazione e la reintroduzione del credito d’imposta al 50% sulle infrastrutture private di ricarica». In generale poi – conclude Naso – «dovrebbero esserci contemporaneamente delle politiche industriali adeguate, che al momento non sono mirate all’automotive».
Elettrico vs endotermico
Invece, sui prezzi impazziti dell’energia Naso fa presente come benché sia un momento complicato, l’auto elettrica «rimane netto il vantaggio» rispetto a quelle a combustione interna, tanto che guardando ai fatti si annulla subito quella «percezione» di spesa in più attaccarla alla colonnina: alcuni operatori stanno continuando a vendere in perdita, qualcun altro potrebbe ora aumentare di poco, «comunque niente in paragone agli aumenti del prezzo petrolio e del gas».
11 febbraio 2022 (modifica il 11 febbraio 2022 | 12:39)
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