Di nuovo a rischio l’incentivo auto destinato alle auto elettriche e alle ibride plug-in. Dei 57 milioni disponibili ad inizio settembre ne rimangono solo 12, ossia circa una settimana di autonomia. E poi?
I fondi per gli incentivi auto, e in particolare per l’Ecobonus destinato alle auto elettriche e alle ibride plug-in, sono nuovamente agli sgoccioli e rischiano di andare esauriti nell’arco di una decina di giorni. Una replica di quanto avvenuto lo scorso 27 agosto, quando l’azzeramento del plafond ha comportato lo stop all’accesso ai benefici di Stato e un aggravio dei prezzi nella misura stessa del bonus. Poi, il 3 settembre, il Governo è intervenuto spostando i circa 57 milioni di euro di fondi destinati all’extra bonus sull’Ecobonus.
futuro incerto
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Nessun rifinanziamento, dunque, ma solo un’operazione contabile che ha però ridotto di 2.000 euro (con rottamazione) e di 1.000 (senza rottamazione) l’incentivo totale. Ad oggi, 22 settembre, sul sito del Mise dedicato ci sono 12,5 milioni di euro destinati dall’Ecobonus, questo significa che in meno di venti giorni sono stati prenotati circa 45 milioni tra bonus per auto elettriche e plug-in. Quanto potranno durare? Una settimana, dieci giorni al massimo. E poi? Una domanda che necessita di una risposta immediata, perché stavolta non sarebbe possibile un trasferimento fondi allocati altrove. A meno di non tagliare l’incentivo per le auto termiche a basso impatto, mild e full hybrid che può contare, ad oggi, su 88 milioni di fondi disponibili.
L’ECOBONUS IN SINTESI
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L’Ecobonus prevedeva un contributo per l’acquisto fino a 10.000 euro (8.000 di fondi pubblici e 2.000 sotto forma di sconto da parte del concessionario) in caso di rottamazione e 6.000 (4.000 + 2.000 di sconto) senza. Si tratta dell’effetto, non del tutto imprevedibile, dell’impennata di vendite di veicoli ricaricabili “alla spina”, anche grazie al massiccio contributo pubblico. Una misura auspicata ma non esente da critiche, dal momento che proprio l’ammontare dei bonus rappresentava in qualche modo una distorsione del mercato. Per altri osservatori, invece, rappresentavano lo scotto da pagare per la diffusione della mobilità elettrica. In ogni caso, bonus destinati a veicoli che per loro natura hanno un costo medio-alto, non certo popolare.
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