Dovrebbe durare ancora pochi giorni il blocco degli incentivi sulle auto elettriche e plug-in a basse emissioni scattato lo scorso 25 agosto con l’esaurimento dei fondi del cosiddetto ecobonus. A quanto risulta a Quattroruote, il governo ha inserito nel cosiddetto decreto infrastrutture (fino a qualche giorno fa chiamato decreto trasporti) una misura che sposta nel fondo ecobonus i 57 milioni di euro rimasti nel fondo del cosiddetto extrabonus, non utilizzabili a causa di un’interpretazione restrittiva del ministero dello Sviluppo economico non esplicitamente prevista dalla legge. “Al fine di garantire e ottimizzare l’utilizzo delle risorse destinate all’acquisto di veicoli meno inquinanti”, si legge nella bozza di provvedimento (ispirato, peraltro, proprio dal dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti), “le risorse (del cosiddetto extrabonus, ndr) “disponibili alla data di entrata in vigore del presente decreto sono destinate all’erogazione dei contributi, per i medesimi veicoli, previsti dalla norma” (sull’ecobonus, ndr).
Bonus compresi tra 1.500 e 6 mila euro. Si tratta di una buona notizia per cittadini e operatori, ma che, se confermata, implicherà, rispetto alla situazione precedente, una diminuzione dei singoli contributi. In pratica, con l’azzeramento dell’extrabonus si avrà la seguente situazione:
– auto nuove 21-60 g/km CO2 senza rottamazione: 1.500 euro;
– auto nuove 21-60 g/km CO2 con rottamazione: 2.500 euro;
– auto nuove 0-20 g/km CO2 senza rottamazione: 4.000 euro;
– auto nuove 0-20 g/km CO2 con rottamazione: 6.000 euro;
Per diesel, benzina e ibride ci sono ancora 128 milioni. Nulla cambierà, invece, per i contributi alle auto nuove con emissioni di anidride carbonica comprese tra 61 e 135 g/km, vincolati alla rottamazione e che ammontano a 1.500 euro dello Stato + 2.000 euro (+Iva) del dealer. Per questa iniziativa sono disponibili ancora 127 milioni di euro dei 200 milioni stanziati con il cosiddetto decreto rilancio bis in vigore dal 24 luglio scorso. In base all’andamento delle prenotazione delle prime settimane, è prevedibile che i fondi finiranno all’inizio di ottobre.
Scadenza al 30 giugno 2022. Nella bozza di provvedimento salta anche il doppio vincolo previsto per l’immatricolazione dei veicoli, quello dei 180 giorni dalla prenotazione del contributo e quello, prevalente in questo secondo semestre dell’anno, dell’immatricolazione entro il 31 dicembre 2021. Un vincolo che ha già fatto saltare parecchie prenotazioni a causa del sensibile allungamento dei tempi di consegna delle auto nuove provocato dalla cosiddetta crisi dei chip. In pratica, se la bozza di decreto non cambierà, la data ultima del 31 dicembre resta in ogni caso per la prenotazione del contributo da parte delle concessionarie, mentre per l’immatricolazione varrà solo sulle prenotazioni avvenute nel primo semestre dell’anno. Di contro, le prenotazioni effettuate tra l’1 luglio e il 31 dicembre 2021, comprese quelle già effettuate, potranno essere perfezionate entro il 30 giugno 2022.
La possibile entrata in vigore. Come accennato, nel momento in cui scriviamo la proposta del ministero dello Sviluppo economico è all’esame del consiglio dei ministri: se approvata, sarà operativa con l’entrata in vigore del cosiddetto decreto infrastrutture, cosa che avverrà il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
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