Una delle novità rilevanti introdotte dal nuovo Codice degli
appalti (D.Lgs. n. 36/2023) è sicuramente la digitalizzazione
dell’intero ciclo di vita dei contratti pubblici. Ci si chiede,
dunque, se e come le procedure fino a 5.000 euro dovranno essere
svolte attraverso le piattaforme telematiche.
La digitalizzazione come principio generale
Il nuovo Codice ha posto le basi normative per la completa
informatizzazione delle procedure di affidamento, ciò in attuazione
del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, che pone tra gli
obiettivi quello di «definire le modalità per digitalizzare le
procedure per tutti gli appalti pubblici e concessioni e definire i
requisiti di interoperabilità e interconnettività» (M1C1-70).
La digitalizzazione viene imposta quale presidio efficace per
assicurare il rispetto della legalità ed evitare fenomeni
corruttivi, garantendo la trasparenza, la tracciabilità, la
partecipazione e il controllo di tutti procedimenti.
Secondo quanto previsto dall’art. 25 del D.Lgs. n. 36/2023, dal
1° gennaio 2024, ogni stazione appaltante, per svolgere le attività
di programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed
esecuzione dei contratti pubblici, è
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