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La Giornata Parlamentare del 29 ottobre 2021 – Entilocali-online

La Giornata Parlamentare del 29 ottobre 2021

Il Cdm vara la legge di bilancio per il 2022. Draghi è soddisfatto

Con il Paese che “crescerà ben oltre il 6%” il Governo vara una legge di bilancio che punta allo sviluppo, che deve essere accompagnata da riforme strutturali, “espansiva” e che “migliorerà e aumenterà la coesione sociale”, che taglia le tasse, stimola gli investimenti e migliora la spesa “con più attenzione a giovani e donne”, coerente con il Pnrr. Lavoratori, imprese, famiglie, giovani: sono questi i focus prioritari della prima legge di Bilancio firmata da Mario Draghi e Daniele Franco, una manovra di 185 articoli che rinnova il superbonus e cancella il cashback, cambia il reddito di cittadinanza e introduce la riforma degli ammortizzatori. Per le tasse si conferma solo un fondo, da dettagliare con un successivo emendamento in Parlamento. Ma nella novantina di pagine della bozza c’è spazio per i fondi per il Giubileo (1,4 miliardi), per aumentare le indennità dei sindaci delle grandi città, per stanziare 4 miliardi in più per sanità e vaccini, 1 miliardo per la cultura, 300 milioni per la proroga degli insegnanti assunti durante l’emergenza Covid, per la Cig per Alitalia e anche per consentire il rimborso dei biglietti della vecchia compagnia per tutto il 2022.

Le misure per la casa sono numerose, dalla proroga per tutto il 2022 del Fondo Gasparrini per chi non riesce a pagare la rata del mutuo alla stabilizzazione per 3 anni dei vari bonus, eco e sismabonus, bonus mobili ed elettrodomestici e bonus verde. Il bonus facciate si allunga invece solo di un anno ma scende al 60% e il Superbonus, come annunciato, viene prorogato per i condomini fino al 2023 mentre per le villette i lavori saranno incentivati al 110% solo per il 2022 e per chi ha Isee entro i 25 mila euro. La proroga al prossimo anno vale anche per chi abbia già presentato la Cila-Superbonus entro settembre.

Per conoscere la composizione del taglio delle tasse bisognerà aspettare le prossime settimane. La manovra però non si limita a finanziare l’apposito fondo con 8 miliardi ma indica una direzione, la riduzione dell’Irpef e anche dell’Irap. Per il taglio del cuneo fiscale però non si fanno scelte e s’indicano due vie, la riduzione delle aliquote o la revisione delle detrazioni. Intanto, in attesa della riforma della riscossione, arriva l’Agenzia unica con le Entrate che incorporano la Riscossione. Nel calcolo della riduzione del peso del fisco il Governo aggiunge anche la cancellazione dell’aggio per 990 milioni, il rinvio di sugar e plastic tax, l’Iva al 10% per la tampon tax, gli incentivi per la casa e per le imprese e i 2 miliardi contro il caro-bollette, che serviranno però solo per il primo trimestre e potrebbero tradursi in una riduzione delle aliquote Iva. Si arriva in tutto a 12 miliardi nel 2022.

Gli ammortizzatori sociali diventano universali, fino a 5 dipendenti si pagherà lo 0,5% (0,8% sopra i 5) ma chi non li usa per due anni avrà uno sconto del 40%. Il decalage della Naspi inizierà dopo 6 mesi, il contratto di espansione si userà a partire dai 50 dipendenti. Cambia il reddito di cittadinanza, con una stretta sui controlli ex ante per evitare abusi. Per incentivare la ricerca del lavoro i dettagli sono ancora in fase di valutazione: la bozza prevede per i soli occupabili la revisione dei criteri per l’offerta congrua e la decadenza dal beneficio dopo due rifiuti. Previsto anche che il reddito di chi trova lavoro non azzeri l’assegno.

Per quanto riguarda le pensioni, per un altro anno non si tornerà alla legge Fornero. I requisiti salgono a quota 102, 64 anni di età e 38 di contributi, ma arrivano 600 milioni in tre anni per i lavoratori delle Pmi in crisi che potranno uscire a 62 anni. Si allarga la platea dell’Ape social, in cui entrano tra l’altro estetisti, magazzinieri e anche le maestre, mentre cambiano i requisiti di Opzione donna con il limite di età che sale di due anni (60 per le lavoratrici dipendenti e 61 per le autonome). Per le donne arriva lo sconto del 50% dei contributi per chi rientra al lavoro dopo la maternità. Il congedo obbligatorio per i papà viene poi stabilizzato a 10 giorni, mentre arriva un finanziamento di 52 milioni per garantire la parità salariale.

La manovra cerca di pensare anche ai giovani con la promozione dello sport, compreso il maestro di ginnastica per due ore a settimana in quarta e quinta elementare, e il rinnovo per tutto il 2022 delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa per gli under 36. Le risorse non sono tantissime (aumentano per i prossimi anni anche quelle per gli asili nido) ma i segnali ci sono, tra cui i 500 euro per i 18enni (ma limitati alle famiglie con Isee sotto i 25mila euro) e una detrazione dell’affitto del 20% per i giovani che vanno a vivere da soli.

I leader del centrodestra di Governo si sono riuniti

Nella sostanza, l’incontro tra Lega e Forza Italia, rappresentati ai massimi livelli, segna l’avvio del tentativo di Matteo Salvini proposto nei mesi scorsi di formare una federazione tra i due partiti che sostengono il Governo di Mario Draghi in vista dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica e delle Politiche del 2023, tema su cui, specie in FI, non tutti sono d’accordo. Sono da sempre contrari, per esempio, i ministri di Forza Italia, con i quali Silvio Berlusconi ha avuto un incontro chiarificatore prima dell’arrivo dei leghisti; il Cavaliere ha ascoltato le ragioni di Mariastella GelminiMara Carfagna e Renato Brunetta, che hanno chiesto maggiore condivisione e chiarezza sulla linea del partito e non hanno intenzione di cambiare idea, tanto da ribadire allo stesso Berlusconi che, pur garantendo la massima lealtà, per loro i “nodi politici” restano irrisolti. Quello che è certo è che l’avvio della nuova fase di “coordinamento” serve a Salvini, anche in chiave interna, per esercitare appieno la sua leadership nel centrodestra di governo: è un modo per aumentare il suo coinvolgimento nelle decisioni dell’esecutivo di Mario Draghi e forse anche per governare meglio i suoi Ministri.

Seduto di fronte a Silvio Berlusconi, nella affollata tavolata di Villa Grande (aperta anche ai capigruppo di Lega e FI), il capo della Lega avrebbe parlato anche del Quirinale. I numeri di ieri al Senato, avrebbe detto, dimostrano che siamo “imprescindibili” per l’elezione del prossimo capo dello Stato: “Non ci possono eleggere un capo dello Stato ostile”, avrebbe detto. Il piano A, per tutto il centrodestra, resta di candidare Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni l’ha ribadito anche ieri. Ma la coalizione deve restare unita anche davanti a un’eventuale piano B, perché ce la può fare, ragiona Salvini, a maggior ragione dopo aver vinto la battaglia di ieri al Senato sul ddl Zan. Durante il pranzo, poi, Berlusconi avrebbe rassicurato il segretario leghista sulla legge elettorale dicendosi espressamente a favore del maggioritario così come Salvini: con il proporzionale “avremo il Pd al governo a vita”, ha lamentato, “Io ho un unico obiettivo: lavoro per vincere e per governare col centrodestra unito. Anche per questo non prendo in considerazione il proporzionale: d’altronde il maggioritario l’ha inventato proprio Berlusconi”. Il cavaliere ha poi lasciato Roma. I due leader hanno concordato di vedersi presto in un vertice allargato a Giorgia Meloni per avviare con il processo di selezione dei candidati alle Amministrative di primavera, per non ripetere l’errore delle scorse Comunali. “Entro due settimane” poi si riuniranno di nuovo con Ministri e capigruppo per il tavolo del centrodestra di governo.

Il successore di Mattarella getta tensione nel M5S

L’elezione del prossimo Presidente della Repubblica agita il M5S. I rumors sulla linea che potrebbero scegliere i vertici pentastellati agitano le acque, perché a una parte (consistente) dei gruppi parlamentari proprio non va giù l’ipotesi che prevede l’avvicendamento tra Mario Draghi e l’attuale ministro dell’Economia Daniele Franco a Palazzo Chigi, con il premier diretto al Quirinale, uno scenario che ai piani alti del Movimento circola, anche se solo ufficiosamente. La linea per ora è quella dell’attesa, con il refrain più gettonato tra le forze politiche: se ne riparla all’inizio del prossimo anno, prima c’è la legge di bilancio. Una mezza verità, perché le voci circolano e rischiano di accentuare le spaccature interne. Per molti, se Giuseppe Conte dovesse chiedere un voto compatto su Draghi al Colle gli esiti sulla compattezza del M5S potrebbero essere profondamenti incerti. Ma oltre alle questioni politiche ci sono quelli che vogliono allontanare il più possibile la fine anticipata della legislatura: c’è il nodo dei 4 anni, 6 mesi e un giorno, tempo necessario per maturare la pensione e l’effetto della riduzione del numero dei parlamentari che inevitabilmente ridurrebbe le possibilità di molti.

I portavoce vogliono il confronto, come spiega il post pubblicato Presidente della Commissione agricoltura della Camera Filippo Gallinella: “Totoquirinale? Anche su questo serve discussione interna”. Poche ore dopo è l’ex ministra della Salute Giulia Grillo a intervenire sullo stesso argomento, allargando la riflessione: “Il presidente della Repubblica è una figura che deve rimanere al di sopra delle beghe dei partiti, avere una forte caratura morale, una profonda conoscenza della Costituzione, delle istituzioni e non ultimo un grande amore per l’Italia e gli italiani”. Sul Colle c’è anche un’altra visione, tradotta in parole da Luigi Di Maio: “Qualcuno sta lavorando anche per creare una crisi politica”, oltre al fatto che “bisognerebbe fermare questo gioco a bruciarci i migliori”. Ma il Ministro degli Esteri non si fa illusioni: “Quello che abbiamo visto sul ddl Zan credo sia l’antipasto di quello che succederà nei prossimi giorni”. E sul punto punge anche Matteo Renzi e il centrodestra: “Presto vedremo una nuova coalizione: Renzi, Meloni, Salvini e Berlusconi”. In attesa della linea di Giuseppe Conte intanto la partita sembra essere iniziata.

Roma è pronta per ospitare il G20

Una Roma blindata si prepara ad accogliere 20 capi di Stato di tutto il mondo. E mentre si attende l’apertura ufficiale del G20 di domani alla Nuvola di Fuksas nel quartiere dell’Eur, sarà oggi il centro storico della capitale il sorvegliato speciale. Tanti gli appuntamenti in agenda, dai più solenni bilaterali al Quirinale, palazzo Chigi e Vaticano. Sarà papa Francesco a dare il via agli incontri: in Vaticano, Bergoglio si prepara a ricevere il presidente sudcoreano Moon Jae-in, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il premier dell’India Narendra Modi. Da via della Conciliazione, il corteo delle delegazioni si sposterà al palazzo del Quirinale: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà infatti il presidente Biden, il Sultano del Brunei Darussalam, Haji Hassanal Bolkiah in qualità di Presidente di turno dell’ASEAN, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e il presidente brasiliano Jair Bolsonaro. I bilaterali si svolgeranno nel pomeriggio e trattandosi di visite di cortesia non saranno seguiti da dichiarazioni alla stampa. Da Mario Draghi, invece, si susseguiranno, sempre nel pomeriggio, prima Biden (15,20), poi Modi (17.15), infine alle 19.00 Guterres. Il faccia a faccia più atteso resta comunque quello di sabato mattina, quando il premier incontrerà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: è il primo colloquio tra i due dopo le tensioni seguite dalle parole di Draghi, che aveva definito il leader turco “un dittatore”.


Nomos

A cura di Nomos Centro Studi parlamentari

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