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La guida definitiva al Superbonus 110% | MutuiOnline.it – MutuiOnline.it

Il continuo restyling alla normativa sul Superbonus 110% sta mettendo in seria difficoltà non solo le aziende che si occupano del settore, ma anche i privati cittadini che faticano a orientarsi a fronte di leggi che cambiano a ritmo continuo e rischiano di creare problemi nel tempo.

Questo a fronte di una misura destinata a restare in vigore solo fino al 2023 (e già oggi occorre mettersi in fila data la pioggia di richieste che arrivano alle aziende di ristrutturazioni), mentre dall’anno successivo la detrazione scenderà al 70% del costo affrontato e nel 2025 addirittura al 65%. Il che cambierebbe radicalmente lo scenario, in molti casi rendendo non più conveniente farvi ricorso, data la complessità delle procedure richieste rispetto al tradizionale bonus ristrutturazione.

Gli incentivi

L’accesso al Superbonus è consentito a fronte di lavori che garantiscano almeno il progresso di due classi energetiche all’immobile.

La normativa distingue gli interventi ammessi in due categorie, trainanti e trainati: i secondi consentono di usufruire della detrazione a patto che siano realizzati in abbinata almeno a un intervento trainante tra quelli possibili.

Nella prima categoria rientrano i lavori di:

  • isolamento termico sugli involucri;
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale relativi alle parti comuni degli edifici;
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale relativi a edifici unifamiliari o relativi a unità immobiliari di edifici plurifamiliari;
  • adeguamento antisismico.

Le ultime novità

In ottica di contrasto alle frodi, l’ultima novità introdotta è un’attestazione Soa (Società organismi di attestazione) per i lavori di importo superiore a 516mila euro. Passaggio già da tempo previsto nel settore delle opere pubbliche, che ora si estende ai privati, relativamente ai lavori che prenderanno il via da gennaio prossimo. E, considerata la fila di edifici in coda e i problemi di approvvigionamento delle materie prime, la questione potrebbe riguardare tanti di coloro che deliberano oggi l’intervento. A questo proposito va segnalato che le aziende che rilasciano l’attestazione sono vigilate dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Dunque si tratta di realtà private che svolgono funzione pubblica e si sostituiscono allo Stato nel ruolo di presidio e controllo della legalità delle imprese che operano nel mercato degli appalti.

Inoltre, in caso di opere superiori ai 70mila euro, l’appalto può andare esclusivamente a imprese edili che abbiano sottoscritto il contratto collettivo nazionale del lavoro (ccnl) edilizia. Una misura contestata da Cna, Confartigianato e Casartigiani, secondo le quali la stretta rischia di “tagliare fuori centinaia di migliaia di piccole e medie aziende artigiane” e consentirà di intercettare i mandati “solo a chi lavora già”.

Regole sulle cessioni

Queste novità si aggiungono alle novità entrate in vigore da inizio maggio, che tra le altre cose ha introdotto lo stop per i privati alle cessioni di crediti collegati a lavori svolti nel 2021. Inoltre, non è più possibile ricorrere a cessioni parziali: a ogni credito viene abbinato un codice identificativo, evidenziato nelle comunicazioni di cessione e sconto, in modo del tutto analogo alla certificazione dei prodotti. In questo modo, è la convinzione del legislatore, dovrebbe diventare impossibile perdere le tracce in caso di vendite successive.

Per altro, il decreto Bollette ha allargato le maglie relative alla cessione del credito, portando il numero massimo consentito da tre a quattro. Finora, in ottica antitruffa, era fissato il limite di una cessione libera e di due vincolate, cioè in favore delle banche e degli intermediari finanziari.

La quarta cessione può essere effettuata solo dai destinatari della terza che hanno esaurito il numero delle possibili cessioni ed esclusivamente all’indirizzo dei propri correntisti. Infatti, trattandosi di soggetti certificati, la possibilità di coinvolgerli in truffe o raggiri è decisamente più limitata.

Conto alla rovescia

Per chiudere il cerchio, chi sta realizzando i lavori in una casa indipendente o una villetta a schiera ha tempo fino al 30 settembre prossimo (quindi tre mesi in più di quanto previsto finora), per saldare almeno il 30% delle opere previste. In caso contrario, non potrà continuare a beneficiare del bonus fiscale, ferma restando la seconda scadenza, cioè l’obbligo di chiudere i lavori entro il 31 dicembre.

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