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La manovra “green” oggi in aula alla Camera: in commissione presentati 400 emendamenti – Rai News

Approda oggi in aula la manovra ‘green’ del governo Draghi, con investimenti in infrastrutture sostenibili e spinte alla transizione ecologica del mondo delle imprese. Domani il voto di fiducia. Nel testo, il rifinanziamento dei bonus energetici per l’edilizia, norme per la lotta agli incendi, il riassetto dei corsi d’acqua, il contrasto al cambiamento climatico. Circa 400 gli emendamenti presentati dalle opposizioni in commissione.

La legge di bilancio si avvia a incassare il via libera definitivo del Parlamento: alla Camera il governo porrà la fiducia, blindandone l’esame, con il voto atteso nella serata di mercoledì. Poi toccherà all’esame degli ordini del giorno mentre l’ok definitivo al provvedimento è previsto nella stessa nottata o nella mattinata del 30, a un soffio dall’esercizio provvisorio.

Le misure principali

Presso il Mise nasce il Fondo per il sostegno alla transizione industriale: 150 milioni di euro dal 2022, per favorire l’adeguamento del sistema produttivo alle politiche europee. Nel 2022 viene prorogato con 2 milioni di euro il credito d’imposta al 15% per l’innovazione tecnologica finalizzata alla transizione ecologica o all’innovazione digitale 4.0. Per l’anno di imposta 2023 al 10 per cento nel limite massimo annuo di 4 milioni di euro e, per i periodi d’imposta 2024 e 2025, al 5 per cento sempre entro i 4 milioni. Viene rinnovata anche la cosiddetta ‘Garanzia green’ con nuovi stanziamenti per il 2022 pari a 565 milioni destinate alla copertura delle garanzie sui finanziamenti a favore di progetti del Green New Deal, per un impegno massimo della Sace pari a 3 miliardi. 

Lavoro

Nell’ambito del programma di Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL), sarà possibile sottoscrivere accordi fra autonomie locali, soggetti pubblici e privati, enti del terzo settore, associazioni sindacali dei datori di lavoro edei lavoratori, finalizzati a realizzare progetti formativi e di inserimento lavorativo nei settori della transizione ecologica.  

Infrastrutture

Per la lotta al cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni secondo gli obiettivi di “Fit for 55″nasce al Mims il “Fondo per la strategia di mobilità sostenibile”, con 2 miliardi dal 2023 al 2034. Le risorse sono destinate al rinnovo del parco autobus locale, all’acquisto di treni ad idrogeno, alla realizzazione di ciclovie, allo sviluppo del trasporto merci su ferro, all’adozione di carburanti alternativi per navi ed aerei e al rinnovo dei mezzi per l’autotrasporto. Oltre un miliardo e mezzo viene inoltre stanziato nei prossimi 15 anni per le metropolitane di Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino, mentre 3,35 miliardi dal 2022 al 2036 sono destinati agli interventi di adeguamento delle strade.  

Ambiente

Nasce il Fondo italiano per il clima, con una dotazione di 840 milioni di euro all’anno dal 2022 al 2026 e di 40 milioni dal 2027. L’obiettivo è il raggiungimento degli obiettivi stabiliti negli accordi internazionali ai quali l ‘Italia ha aderito. Per l’attuazione delle misure previste dal programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico,sono stanziati 50 milioni nel 2023, 100 milioni nel 2024, 150 milioni nel 2025 e di 200 milioni annui dal 2026 al 2035. Per la rimessa in efficienza delle opere idrauliche e lo scorrimento dei fiumi arrivano 5 milioni per ciascun anno dal 2022 al 2024.Il ripristino delle opere di depurazione delle acque, nonché di impianti di monitoraggio delle acque, richiederà 15 milioni nei prossimi tre anni. Dal 2023 al 2027 saranno stanziati 50 milioni l’anno per interventi di protezione civile connessi alle calamità naturali e 150 milioni nel triennio 2022-2024 saranno riservati alla lotta agli incendi. Per l’apertura dei centri perla preparazione per il riutilizzo arrivano invece 6 milioni per 2022 e 2023.

Bonomi: “Occasione persa”

La manovra è “un’occasione persa. Legge di bilancio e decreto fiscale non vanno nella giusta direzione. Manca qualcosa”. Lo ha detto in un’intervista al Il Messaggero il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “La battaglia dei partiti impegnati ciascuno a mettere le proprie bandierine – ha spiegato – ha impedito un energico taglio contributivo del cuneo fiscale, mentre è venuto meno il patent box, i crediti destinati alla ricerca, una maggiore spinta alla sburocratizzazione ed è stata depotenziata Industria 4.0

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