Confindustria Piacenza a confronto sulla mobilità sostenibile, sulle infrastrutture e tecnologie e sugli scenari legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nella mattinata del 29 aprile l’associazione degli industriali, nella sua sede, ha organizzato un convegno per approfondire una delle sfide più importanti nell’ambito del Pnrr. Nei prossimi anni l’Italia dovrà infatti cogliere le opportunità del piano per rendere il suo sistema più moderno e sostenibile, colmando il gap storicamente accumulato con i propri partner europei. Per questo è imprescindibile mettere a fattore comune conoscenze, competenze e informazioni, in modo tale da immaginare e realizzare la Piacenza del futuro in maniera consapevole e condivisa.
In apertura di dibattito il sindaco di Piacenza e presidente della Provincia Patrizia Barbieri, portando i suoi saluti al convegno, ha ricordato il percorso di avvicinamento del territorio al Pnrr, menzionando il progetto forse più ambizioso e strategico: la stazione dell’alta velocità a idrogeno. Accanto a questo, anche la volontà di collegare con un trasporto rapido di massa il centro storico con alcune zone della città (come ad esempio le università) rimane uno dei progetti cruciali.
Francesco Rolleri, presidente di Confindustria Piacenza, ha toccato i problemi di più stringente attualità per l’imprenditoria locale. «Dobbiamo ridisegnare le filiere degli approvvigionamenti – ha detto il massimo rappresentante degli industriali piacentini – occorre differenziare il mix energetico e di fornitori. Nei prossimi anni vedremo l’accorciamento delle filiere, torneranno a casa alcune produzioni e le merci viaggeranno sui treni. Piacenza dovrà sviluppare l’intermodalità, per la sua collocazione. Ma la domanda di energia rimarrà comunque uno dei temi decisivi, non dovremmo essere impreparati come lo siamo oggi».
«Le ferrovie italiane – ha precisato Vera Fiorani, amministratrice delegata di Rfi – sono un’infrastruttura in fase di allargamento e che punta ad una migliore qualità. Il Pnrr sta avviando il finanziamento dell’alta velocità verso il Sud e migliora l’esistente nel resto del Paese». «La mobilità ferroviaria è sostenibile – ha confermato Michele Viale, ceo di Alstom -, il 70 per cento del trasporto su rotaia in Italia è elettrico. La digitalizzazione delle linee è uno dei progetti importanti. Inflazione e carenza di materie prime sono due grossi problemi d’attualità, difficile ora investire, ma bisogna farlo comunque». Dal tavolo è emerso che non è così semplice, soprattutto per le realtà più piccole, attuare il Pnrr. «Non tutti hanno la capacità di progettazione di Rfi, alcuni comuni faticano a prepararsi per le opportunità del Pnrr. E i progetti sono spesso interregionali, coinvolgono più territori, che devono saper dialogare».
Per Andrea Bricchi (ceo di Brian&Partners) quelli citati «sono cambiamenti necessari». «Ci siamo accorti che usiamo ancora troppi combustibili fossili e che siamo legati a pochi fornitori. La sostenibilità, oltre a proteggere l’ambiente, ci fa anche risparmiare. L’idrogeno è il futuro, anche per la mobilità urbana con gli autobus, insieme all’elettrico. Piacenza potrebbe essere la “Primogenita” anche in questo, se saprà creare un sistema di mobilità virtuoso, in grado di creare sviluppo».
«Trenitalia – ha aggiunto Marco Caposciutti della direzione tecnica dello stesso gruppo – da alcuni anni ha rinnovato la flotta di treni, negli ultimi due anni soprattutto quella regionale. L’Emilia-Romagna ha messo in servizio i treni “Pop” e “Rock” realizzati da Alstom, a breve partiranno anche gli ibridi “Blues”. Anche perché i nuovi treni sono più sostenibili economicamente. Dopo le flotte regionali rinnoveremo anche gli Intercity, però è difficile reperire i materiali, si sta rallentando il processo di innovazione ma la strategia e l’obiettivo non cambiano. Trenitalia opera anche in Francia, con i treni Milano-Parigi. Iniziamo in Spagna a novembre con l’alta velocità, in Grecia, Germania e Gran Bretagna siamo già presenti. In Grecia i treni italiani vengono sistemati presso la Sitav di Piacenza».
«Spingere per la mobilità sostenibile – è intervenuta anche la deputata Pd (ed ex ministro dei trasporti) Paola De Micheli – significa anche cambiare la cultura comune: quando al Governo abbiamo elargito il bonus per monopattini e biciclette tanti non hanno capito il senso, che era quello di trasferire il più possibile gli spostamenti locali sulla mobilità dolce. In Italia solo il 18% prende i mezzi pubblici per spostarsi». De Micheli, per il suo partito, ha la delega al Pnrr. «Il Pnrr vuole trasformare il Paese, spostare il più possibile le merci dai camion ai treni. L’obiettivo è questo, non realizzare qualche progetto che i comuni avevano nel cassetto da qualche tempo. Sarà più facilmente realizzabile dalle stazioni appaltanti nazionali, perché necessità di tante competenze professionali. Ovunque in giro per l’Italia, anche nelle città metropolitane, ci sono difficoltà nella sua attuazione. Anche perché le stime iniziali hanno poi subito i rincari. Dobbiamo rafforzare la condivisione delle scelte locali. Solo l’11% degli italiani sa cosa è il Pnrr. E tra questi la maggior parte pensa che sia un meccanismo solo per finanziare le opere pubbliche». «Siamo di fronte a una possibile nuova rivoluzione industriale – è la considerazione del presidente Rolleri – l’invito agli imprenditori piacentini è di continuare con gli investimenti, le possibilità che stanno arrivando saranno veramente grandi».
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