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La prima legge di bilancio del governo Draghi è accolta con lo sciopero – Domani

Il 28 ottobre il governo guidato da Mario Draghi ha lavorato fino all’ultimo per mettere a punto i dettagli della sua prima legge finanziaria. Alle 15 è stato convocato il consiglio dei ministri per esaminare il testo, poi la conferenza stampa del premier e del ministro dell’Economia, Daniele Franco. Ecco il documento in anteprima.
 

Il taglio delle tasse

Sul taglio delle imposte fino al pomeriggio di oggi giovedì il governo aveva evitato di scegliere la destinazione degli otto miliardi utili ad alleggerire il carico fiscale. 

Il testo della legge finanziaria spiega solo che le risorse potranno essere utilizzate per la riduzione della tassazione sui redditi delle persone fisiche, per alleggerire una o più aliquote e per la revisione del sistema delle detrazioni fiscali e per alleggerire l’Irap, cioè la tassa sulle attività produttive che finanzia il sistema sanitario. Rinviate di un anno, a partire dal 2023, sugar tax e plastic tax. 

L’Iva sugli assorbenti viene ridotta al 10 per cento, quindi non ancora assimilata a quella sui beni considerati essenziali. Viene confermata l’aggregazione dell’Agenzia delle entrate e dell’agenzia della riscossione, con la seconda che viene ricondotta alle dipendenza della prima.

Vengono anche aumentate le risorse a disposizione dell’Agenzia delle entrate, a cui vengono destinati circa 200 milioni l’anno sia nel 2021 che nel 2022.

Pensioni e scioperi

Il tema politicamente più spinoso è però il capitolo pensioni. Dopo lo scontro con i sindacati, il governo si appresta a rifinanziare Quota 102, che permette di andare in pensione a 64 anni con 38 anni di contributi maturati entro il 2022, per evitare lo scalone dopo la fine di Quota 100 prevista fino al 31 dicembre 2021.

Intanto il comitato centrale della Fiom è pronto ad annunciare otto ore di sciopero. Mentre il segretario della Cisl spiega che sabato è previsto un incontro tra i tre sindacati per organizzare un mese di mobilitazioni contro le scelte del governo che dovranno essere confermate dal parlamento.

Il fondo per “Quota 62”

Viene istituito presso il ministero dello sviluppo economico un fondo da 200 milioni di euro l’anno per il 2022, 2023 e 2024 per finanziare l’uscita anticipata, «su base convenzionale», e a 62 anni di età anagrafica dei lavoratori delle piccole e medie imprese. Tuttavia le modalità di erogazione delle risorse saranno specificate con un prossimo decreto. 

Ape sociale

Viene allargata la lista delle categorie dei lavori usuranti che possono usufruire della cosiddetta Ape sociale e andare prima in pensione. La misura costa 141,4 milioni di euro per il 2022, 275 milioni di euro per il 2023, 247,6 milioni per il 2024, 185,2 milioni di euro per il 2025, 104,5 milioni per il 2026 e 16,9milioni di euro per lil 2027. 

Opzione Donna

Tra le misure relative alle pensioni c’è la proroga della cosiddetta opzione Donna. Le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2021 hanno 35 anni di contributi e 60 anni di età per le lavoratrici dipendenti e 61 per quelle autonome hanno diritto al trattamento pensionistico.

Reddito di cittadinanza

Nella legge sono previsti anche ritocchi al reddito di cittadinanza che aumentano la riduzione progressiva dell’assegno con l’obiettivo dichiarato di incentivare al lavoro. Le risorse destinate al sussidio sono circa un miliardo di euro per ognuno dei prossimi otto anni, cioè fino al 2029 compreso.

Vengono contemporaneamente resi più stringenti i requisiti per continuare a beneficiare del reddito: tutti i richiedenti devono dichiarare la loro immediata disponibilità al lavoro, che verrà trasmessa a Inps e Anpal; il numero di offerte di lavoro che si possono rifiutare si riduce da tre a due, la prima entro gli 80 chilometri e la seconda su tutto il territorio nazionale. 

Nell’ambito dei progetti utili alla collettività, i comuni sono tenuti a impiegare almeno un terzo dei percettori residenti. Lo svolgimento di tali attività da parte dei percettori è a titolo gratuito e non è assimilabile a una prestazione di lavoro.

Centri per l’impiego

Nella legge di bilancio c’è un serio investimento nella rete dei centri per l’impiego: vengono destinati fino a 70 milioni di euro a partire dal 2022 per il potenziamento delle attività e 20 milioni di euro sono invece dedicati in maniera specifica alle politiche attive – formazione e riconversione dei potenziali lavoratori – a favore dei giovani dai 16 ai 29 anni che non studiano e non lavorano.

Dimezzati i contributi per le mamme lavoratrici

Per il 2022 è riconosciuto nella misura del cinquanta per cento l’esonero per un anno del versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dipendenti del settore privato che rientrano al lavoro dopo la maternità. 

Ecobonus prorogato

L’ecobonus, cioè la misura che prevede la detrazione al 110 per cento per chi ristruttura casa aumentandone la sostenibilità energetica, è prorogato al 2023 per i condomini e alla fine del 2022 per le case unifamiliari (Isee non superiore a 25mila euro). Il superbonus scende al 70 per cento per il 2024 e al 65 per cento per il 2025 

Confermati gli altri bonus fino al 2024 e al 50 per cento – ma fino a 50mila euro – i bonus-mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla classe A per i forni, E per lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie, F per i frigoriferi e i congelatori, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Ma solo se i lavori sono partiti dal primo gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto.

Congedo di paternità 

Il congedo di paternità diventa di dieci giorni a partire dal 2021 e non solo per il 2021. Diventa di dieci giorni quindi anche per tutti gli anni a venire.

Sindaci pagati come presidenti di regione

L’indennità dei sindaci delle città metropolitane e dei comuni delle regioni a statuto ordinario può essere aumentata gradualmente nel 2022 e nel 2023 fino ad arrivare a partire dal 2024 alla pari di quella prevista per i presidenti di regione. 

La rinascita delle province

La legge di bilancio aumenta anche i fondi per le province e le città metropolitane: si passa da 80 milioni di euro per il 2022 per arrivare progressivamente a 600 milioni di euro a partire dal 2031.

Tutte le proroghe per le imprese

Sono prorogate tutte le misure di credito di imposta di Industria 4.0 e Nuova Sabatini: in altre parole viene rifinanziato il credito di imposta per gli investimenti in macchinari e ricerca e sviluppo. 

Rifinanziati fino al giugno 2022 anche gli incentivi fiscali di cui possono usufruire le imprese protagoniste di aggregazioni e fusioni e che interessano in particolare il settore bancario.

Sempre per incentivare gli investimenti vengono aumentate le soglie dei Pir, cioè i piani individuali di risparmio attraverso i quali si finanziano Pmi e in piccola parte si acquistano obbligazioni, ottenendo in cambio la detassazione completa sui capitali ottenuti dall’investimento. 

Vaccini e sanità

Per l’acquisto dei vaccino Covid sono stanziati 1,8 miliardi nel 2022.

Le risorse per la sanità saranno 124 miliardi per il 2022, 126 per il 2023 e 128 per il 2024. Il fondo per l’acquisto di farmaci innovativi da parte delle regioni aumenta di 100 milioni il prossimo anno, di 200 nel 2022 e di 300 a partire dal 2024.  

I fondi per le scuole di specializzazione dei medici aumentano di 194 milioni di euro nel 2022, di 319 milioni nel 2023, di 374 milioni per il 2024, 425 milioni per il 2025, 517 milioni per il 2026 e 543 per dal 2027.  Per un totale di circa due miliardi in più nell’arco di sei anni. 

Povertà educativa

Viene prorogato anche nel 2023 e 2024 il fondo per la povertà educativa. 

Parità salariale

Al fondo per la parità salariale di genere sono destinati 52 milioni di euro, al posto dei due milioni precedenti. 

Ammortizzatori sociali per le imprese sotto i cinque dipendenti

La più grossa novità sul fronte del lavoro contenuta nella Manovra è che gli ammortizzatori sociali vengono estesi alle imprese sotto i cinque dipendenti. Inoltre, la Cigs (Cassa integrazione guadagni straordinaria) viene estesa a tutti i datori lavoro con più di 15 dipendenti a prescindere dal settore; la Naspi allargata ai lavoratori discontinui, con un taglio al decalage che parte dal sesto mese e dall’ottavo per i 55enni. Previsti infine ammortizzatori per i lavoratori dipendenti del settore pesca e marittimi e la possibilità di accedere all’indennità di disoccupazione per collaboratori autonomi e cococo.

Integrazione salariale

Viene richiesto un contributo da pagare alle imprese che impiegano più di quindici dipendenti e ai lavoratori – lo 0,90 della retribuzione imponibile ai fini previdenziali per le imprese e lo 0,30 per il lavoratore – per finanziare l’integrazione salariale straordinaria necessaria nei momenti di riorganizzazione aziendale o sospensione dell’attività.

Il contributo è gradualmente inferiore per le imprese tra i quindici dipendenti e i cinque e per le imprese con almeno cinque dipendenti.

Fondi di solidarietà bilaterali per tutti

La legge di bilancio prevede per tutti i settori la creazione di fondi bilaterali, partecipati solitamente dalle organizzazioni dei datori di lavoro e da quelle sindacali, per il finanziamento di ammortizzatori ad hoc nel caso di sospensione dell’attività e riorganizzazione delle imprese.

Detrazione dell’affitto per i giovani

I giovani dai 20 a 31 anni di età con un reddito di poco inferiore ai 15.500 euro annui avranno diritto a una detrazione del 20 per cento sulla spesa per l’affitto. 

Alitalia

La proroga dei trattamenti di cui al presente comma è riconosciuta nel limite di 63,5 milioni di euro per l’anno 2022 e di 193,6 milioni di euro per l’anno 2023.

Salvataggio dell’Inpgi e contributi all’editoria

Viene confermata la notizia anticipata da Domani sul salvataggio della cassa pensionistica dei giornalisti che passa sotto il cappello della previdenza generale dell’Inps. All’editoria sono destinati 90 milioni nel 2022 e 140 milioni nel 2023.

Il fondo per le esigenze indifferibili

Il governo Draghi gioca di anticipo e con la sua prima legge finanziaria aumenta a mezzo miliardo l’anno il fondo per le esigenze indifferibili. 

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