«Per quanto riguarda le imprese dei nostri comparti, nel 2020, l’effetto Covid ha annientato i primi segnali di ripresa del 2019 ed affossato ulteriormente un settore già penalizzato da 12 anni di crisi. Dai dati pubblicati dall’Osservatorio congiunturale di ANCE, dopo un modesto +2% di due anni fa, l’industria delle costruzioni, che dal 2008 ha visto ridotti i livelli produttivi di oltre un terzo, ha registrato nel 2020 molti segni meno. Flessioni che vanno dal -10% delle ore lavorate al -22% delle compravendite nei primi sei mesi».
È con queste parole che Giovanni Rossetti, presidente del Gruppo merceologico “Materiale da Costruzione, Estrattive e Cave” ha aperto l’annuale assemblea di settore delle imprese 21 imprese associate all’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, per un totale di 578 addetti. Il quadro complessivo del comparto a livello nazionale, solo in parte si riversa, però, sulla situazione locale della attività estrattive nelle cave provinciali: «Il rimbalzo del fatturato negli ultimi mesi dell’anno lascia ben sperare» è stato il commento di Rossetti. Con effetti positivi anche a livello occupazionale. Il valore della cassa integrazione guadagni ordinaria relativo ai primi due mesi del 2021 nel settore dei materiali da costruzione, estrattive e delle cave è, infatti, in notevole calo: -89,29% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
«La brusca frenata causata dal lockdown – spiega Rossetti – è stata colmata dalle imprese delle cave negli ultimi mesi del 2020. A fare da traino sono gli incentivi introdotti con l’Ecobonus che ha permesso e permetterà nei prossimi mesi al settore di rilanciarsi attraverso le ristrutturazioni. Lo strumento si sta rilevando utile sia in termini di rilancio economico e produttivo, sia di miglioramento dell’efficienza energetica dei nostri edifici e, dunque, di sostenibilità ambientale. Tanto che c’è da chiedersi perché, l’Ecobonus, oggi pensato solo per le abitazioni private, non venga esteso anche alle strutture commerciali e a quelle delle attività produttive».
Il settore però rimane col fiato in sospeso: «Gli occhi delle imprese del comparto sono puntati sulla redazione e approvazione da parte della Provincia di Varese del nuovo Piano Cave» commenta Rossetti. «Nell’ottobre del 2020 è stato avviato l’iter per l’approvazione del piano provinciale. Al momento, però, registriamo un rallentamento nella procedura. Questo rischia di portare criticità sulle autorizzazioni rilasciate alle imprese per l’estrazione di materiali e oggi in scadenza». Il presidente del Gruppo merceologico di Univa non vuole rimanere con le mani in mano: «Nei prossimi giorni come Gruppo merceologico di Univa ci faremo portavoce delle istanze delle imprese del settore con la Provincia, ben sapendo che i problemi sono legati anche all’attesa per l’approvazione della nuova normativa regionale. Il nostro non sarà un gesto di sollecitazione o di protesta, ma vuole anzitutto confermare la nostra disponibilità a collaborare con le istituzioni per giungere ad uno strumento condiviso ed efficace, rispettoso dell’ambiente e delle normative regionali sul consumo del suolo. Ciò che non ci possiamo permettere sono i tempi biblici registrati durante l’iter di approvazione del precedente piano».
I rallentamenti burocratici e politici rischiano di compromettere l’andamento del comparto, in un momento di grandi opportunità: «Olimpiadi del 2026 sono dietro all’angolo. È un’occasione di sviluppo e creazione di lavoro sul territorio che non possiamo perdere. Senza un piano provinciale – conclude Rossetti – rischiamo che, a svolgere i lavori infrastrutturali necessari, siano imprese di altre regioni. Questo sarebbe un ulteriore passo indietro non solo per le nostre realtà produttive, ma per tutto il territorio».
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