BOLOGNA Stefano Betti, presidente dell’associazione costruttori dell’Emilia-Romagna, usa una metafora: “Se ci danno la bici noi sappiamo pedalare. Vorremmo continuare a farlo, sempre che ci lascino la bici”. Questo per dire che il 2021 è stato un anno da record per l’edilizia, trainato soprattutto dal Superbonus che in regione ha fatto aumentare gli investimenti del 17% nel settore, oltre le previsioni più ottimistiche. E il 2022 sta confermando al rialzo questa tendenza.
Ma i costruttori mettono in fila una serie di incognite: l’aumento dei prezzi dei materiali, l’incertezza politica emersa nell’ultima settimana e i rischi che le risorse del Pnrr non vengano messe a terra in modo efficiente. E soprattutto, le incognite sul Superbonus 110%. “Occorre trovare con urgenza soluzioni che diano certezza alle imprese di poter cedere i crediti fiscali – spiega l’Ance – È un tema centrale: se non viene affrontato immediatamente, rischia di trasformare un’opportunità senza precedenti in un vero e proprio boomerang”. Questo perché le imprese, non potendo cedere i crediti sospesi alle banche, rischiano “la tempesta perfetta – sottolinea Betti – Avendo grandi fatturati, ma rischiando di andare in difficoltà per la mancanza di liquidità”.
L’Emilia-Romagna è del resto al quarto posto tra le regioni dopo Lombardia, Veneto e Lazio per numero di interventi, che al 30 giugno erano quasi 16 mila per un valore di 2,8 miliardi, numero raddoppiato rispetto a fine 2021. “La Regione si faccia parte attiva affinché si svuotino i cassetti fiscali”, continua Betti, che salva la misura anche dal fenomeno delle frodi. “Hanno riguardato gli altri incentivi e solo prima che il governo mettesse dei correttivi. Non si può usare un errore di passaggio per mettere in discussione tutto”.
Nel 2021 gli investimenti in costruzione sono cresciuti del 17% rispetto al 2020 e dell’11% rispetto al 2019. E le prime stime per il 2022 vedono per ora una crescita di un ulteriore 0,6% su base annua. Così è cresciuto il peso delle costruzioni sul Pil dell’Emilia-Romagna (dal 7,4% al 7,9%), mentre le ore lavorate sono aumentate del 25%. Crescono anche i mutui alle famiglie (+37%) e le compravendite di case (+36%). Su questo, l’Ance riprende il timore di Nomisma, che visti gli aumenti dei prezzi invita Bologna “a rimanere inclusiva, senza fare come Milano”. “I piani urbanistici dei Comuni sono fondamentali – risponde Betti – Se si fa decollare la rigenerazione urbana questo può calmierare i prezzi. Bologna è a un buon livello per non seguire il “modello Milano””.
Altra incognita per le imprese è l’aumento dei prezzi, che spingono l’associazione a promuovere la Regione che ha aggiornato il prezziario regionale, ma anche a richiamare Comuni e altri enti ad applicarlo. “Molti bandi vanno deserti perché hanno prezzi non in linea col mercato”, segnala Betti. Poi c’è il Pnrr, che solo in Emilia-Romagna prevede interventi in edilizia per 5,1 miliardi entro il 2026. “Un’opportunità irripetibile – ricorda il presidente – ma che potrebbe essere minata dall’instabilità politica nazionale, dal caro materiali e dalla capacità amministrativa degli enti locali di trasformare in cantieri quei progetti. La Regione li sostenga”.
Source: bologna.repubblica.it
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.