“Il mio invito è a partecipare solo a gare d’appalto in cui si possano presentare offerte economicamente sostenibili. Perché il rischio concreto è di realizzare lavori sottocosto o di non ultimare proprio le opere”.
Questo il monito lanciato dal professor Arturo Cancrini, componente della Commissione ministeriale Linee guida CCT e grande esperto del settore Lavori pubblici, al termine del convegno organizzato questa mattina da Confapi Lecce nella sede della Camera di Commercio di Lecce sul tema: “Lavori pubblici tra congiuntura, criticità e nuovi scenari”. Assente giustificata il viceministro Teresa Bellanova, che ha inviato un saluto e ha chiesto di poter poi ricevere spunti utili da proporre al Governo. A lei è stato rivolto “l’auspicio che si possa risolvere quanto prima la crisi di Governo per proseguire nell’impegno sin qui svolto a favore del territorio salentino”.
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Ad aprire l’incontro è stato il presidente della Camera di Commercio, Mario Vadrucci, che ha puntato l’indice sulle agevolazioni per l’edilizia privata. “I bonus e superbonus, da opportunità rischino poi di diventare una mannaia per le imprese – ha sottolineato Vadrucci – Quella sul Bonus facciate e bonus 110 per cento è una legge nata male. Si è sostanzialmente creata una bolla e un mercato drogato dal quale non è semplicissimo tornare indietro. Oltre il 50 per cento dell’economia è legata al settore edile e per occasioni come questa di analisi e confronto ringrazio Confapi”.
Nel corso dell’incontro è stata distribuita la pubblicazione dell’Osservatorio edile provinciale, voluto da Confapi Lecce. A fare un quadro generale dell’edilizia pubblica e privata nel Salento è stato l’analista Davide Stasi. “Il 2021 è stato un anno particolarmente positivo – ha detto Stasi – In termini di affidamenti di appalti, infatti, è stato il migliore anno, dopo il 2010. È stato analizzato un campione di 186 gare per lavori di nuova costruzione, ristrutturazione o manutenzione di beni pubblici. Riguardo al criterio di aggiudicazione, 125 gare sono state bandite con il miglior rapporto qualità–prezzo, pari al 67 per cento, mentre 61 sono state affidate con il criterio del minor prezzo, pari al 33 per cento. In merito alle procedure di affidamento, invece, la maggior parte è di tipo «aperta» 134 gare, pari al 72 per cento; «negoziata» per 30 gare, pari al 16 per cento; oppure «diretta» 22 gare, pari al 12 per cento. Riguardo all’importo a base di gara, 77 bandi sono di classe I (importi fino a euro 258mila). A seguire le altre con quote via via decrescenti. Tra gli interventi effettuati, la maggior parte ha interessato la riqualificazione e il risparmio energetico degli istituti scolastici mentre l’edilizia privata è stata incoraggiata dalle agevolazioni e dai bonus fiscali”.
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Per Giuseppe Petracca, direttore di Confapi Lecce, “il lavoro di analisi dell’Osservatorio proseguirà anche nel 2022. Il bilancio del 2021 presenta luci e ombre con una forte ripresa dei lavori, nonostante l’instabile e complicata situazione geopolitica. In particolare – ha spiegato Petracca – con riferimento alla dinamica dei prezzi, che sono enormemente cresciuti e hanno rappresentato un freno per le imprese. Da questo punto di vista la Regione si è subito resa disponibile per adeguare il prezzario. Obiettivo dell’Osservatorio è far sì che le opere siano realizzate al meglio per i cittadini, che sono i beneficiari ultimi delle stesse, e per le imprese che devono effettuare i lavori alle migliori condizioni possibili. Da questo punto di vista vogliano essere un pungolo per le amministrazioni e gli enti”.
“Obiettivamente aggiornare il prezzario è complicatissimo per la moltitudine di voci che in esso sono presenti – ha ammesso l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci – Ci sono settori in cui si è registrato un aumento del 20 per cento, in altri invece no. E’ prioritario nostro compito risolvere la problematica, così come offrire un supporto digitale e di verifica quanto più compiuta possibile. Il settore edile ha una tendenza a salire anche per effetto delle risorse del Pnrr e dell’aumento della dotazione finanziaria che sta un po’ destabilizzando i piccoli comuni. Per questo bisogna creare sistemi aggregati. Penso alle centrali uniche di appalto, che è l’unica svolta che può garantire l’esecuzione di opere con migliore affidabilità. Poi c’è il problema della tempistica nell’assegnazione dei lavori. La presenza di numerose opere pubbliche diventa la cartina di tornasole delle amministrazioni con obiettivi di cambiamento e riqualificazione delle città. C’è la necessità di ripristinare il partenariato pubblico-privato e di puntare sullo Sportello unico dell’edilizia”.
“E’ questo un periodo di grandi opportunità per il territorio e per le aziende – ha rilevato Antonio De Matteis, intervenuto al convegno per conto della Provincia di Lecce – Dobbiamo però saperle gestire e non è semplice. Il mercato è troppo veloce rispetto alle risposte che possono dare gli enti. Il prezzario che, quando viene adeguato, risulta già vecchio è un problema. Il metodo che noi ci diamo è quello della sinergia, dell’ascolto. Le soluzioni dell’amministratore pubblico possono magari non andare bene e quindi bisogna essere al fianco delle imprese e dei cittadini. Fare un tavolo permanente con chi realizza le opere può aiutare a cogliere le opportunità che oggi ci sono”.
L’ordine dei commercialisti, per bocca di Giulio Lisi, sarà sempre al fianco delle imprese. “Manca però una tempestività delle scelte politiche – ha osservato – Sono state create delle disfunzioni e delle storture di sistema, dovute essenzialmente ai bonus e superbonus del 110 per cento con conseguente sofferenza per tante imprese. Il consiglio che posso dare è di unire le forze e consorziarci. La forza di fare c’è, forse ci manca la forza dell’unione”.
A concludere i lavori è stato il professor Cancrini, collegato da remoto. “La normativa attuale sui lavori pubblici non è improntata al fare, ma al controllare e in qualche modo addirittura al terrorizzare – ha detto l’esperto – Abbiamo assistito ad un eccesso di attività dell’Anac e a procedure che appesantivano gli iter per eseguire i lavori. Sino ad oggi la normativa in vigore ha dimenticato o tralasciato la fase dell’esecuzione. I direttori lavori e le imprese sono stati abbandonati a se stessi nella fase più importante. Questo è il vero problema delle opere pubbliche. Fare oggi un nuovo Codice degli appalti significa fare in modo che gli operatori siano affiancati in tutte le fasi. Il problema delle Commissioni per la stesura del nuovo Codice è che esse sono composte da persone che non si sono mai sporcate le scarpe in un cantiere. E il risultato finale rischia di non rispondere alle reali esigenze delle imprese”.
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