Che transizione ecologica serve all’Italia e che in direzione dovrà andare la prossima legislatura? Legambiente, in vista delle elezioni del 25 settembre, presenta ai partiti in corsa la sua agenda per la prossima legislatura. Un documento che raccoglie 100 proposte, suddivise in 20 ambiti tematici, con riforme e interventi sulla transizione ecologica e che hanno al centro: lotta alla crisi climatica, dimenticata in questa campagna elettorale, innovazione tecnologica, lavoro e inclusione sociale. Temi e contenuti fondamentali per il futuro del Paese.
Se la transizione ecologica italiana andrà in questa direzione potrà contribuire davvero a tutelare l’ambiente, creare nuova occupazione, realizzare nuovi impianti di economia verde e aiutare famiglie e imprese a ridurre il caro bollette. Sul fronte occupazionale l’Italia, secondo l’ultimo Rapporto Green Italy di Fondazione Symbola e Unioncamere, vantava a fine 2020 oltre 3,1 milioni di occupati in green job. La spinta che può arrivare dalle rinnovabili, in coerenza con il pacchetto europeo REPowerEU, secondo l’associazione confindustriale Elettricità Futura garantirebbe 470.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030, in aggiunta ai 120.000 di oggi. Secondo Fondazione Enel e The European House-Ambrosetti in Italia il percorso verso emissioni nette pari a zero entro il 2050 creerà 2,6 milioni di nuovi posti di lavoro.
Accanto alle 100 proposte, Legambiente indica anche 3 fari da seguire:
- l’Europa che ha una leadership importante a livello internazionale nella lotta alla crisi climatica;
- la riconversione ecologica del tessuto produttivo, che può garantire milioni di nuovi posti di lavoro, l’apertura di nuovi impianti produttivi o la riconversione di quelli già esistenti;
- la giusta transizione ecologica, un obiettivo da perseguire in primis penalizzando economicamente le aziende più inquinanti, a partire da quelle che hanno fatto extraprofitti clamorosi nel settore delle fossili; favorendo le riconversioni delle competenze professionali e dei cicli produttivi a maggior impatto ambientale, utilizzando anche le risorse europee del Just Transition Fund; contrastando gli interessi ecomafiosi che stanno già puntando ad acquisire appalti e risorse dedicati alla riconversione ecologica dell’economia; combattendo la povertà energetica e facilitando l’accesso a servizi e più innovative ai meno abbienti.
“I prossimi cinque anni saranno fondamentali per tutelare ambiente, famiglie e imprese. Non si commettano gli errori del governo Draghi sulla transizione ecologica che serve al Paese”, ha commentato il presidente Stefano Ciafani. I cittadini possono sottoscrivere l’appello ai prossimi governo e Parlamento per chiedere di intervenire subito contro la crisi climatica ed energetica, con misure concrete, immediate e durature per la transizione ecologica dell’Italia.
Ecco le 100 proposte
I. Lotta alla crisi climatica, politiche di mitigazione e adattamento
1. Eliminare i sussidi alle fonti fossili.
2. Aggiornare il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) al piano europeo REPowerEU.
3. Fissare un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio.
4. Ridurre le dispersioni dirette di gas metano fino alla loro eliminazione.
5. Approvare il Piano nazionale sull’adattamento climatico, in standby dal 2018.
6. Ripensare le politiche territoriali, a partire dalle aree urbane, mettendo in campo le azioni per ridurre il rischio idrogeologico e quello sanitario da ondate di calore.
II. Impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili
7. Velocizzare l’iter di autorizzazione degli impianti a fonti rinnovabili, potenziando la Commissione VIA/VAS del MITE e gli uffici competenti delle Regioni.
8. Approvare entro fine 2022 il decreto attuativo sulle semplificazioni sugli impianti a fonti rinnovabili previsto dalla legge delega sulla concorrenza.
9. Aggiornare le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, rimaste ferme al DM del MISE del 10 settembre 2010.
10. Approvare i decreti attuativi della legge di recepimento della direttiva RED II, a partire da quello sulle Comunità energetiche rinnovabili.
11. Promuovere la produzione di biometano da FORSU, scarti agricoli, refluizootecnici e fanghi di depurazione approvando i decreti attuativi mancanti.
12. Attivare il dibattito pubblico sugli impianti a fonti rinnovabili al di sopra dei 10 MW di potenza installata.
III. Paesaggio
13. Completare l’approvazione dei Piani Paesaggistici regionali co-pianificati.
IV. Nucleare e deposito nazionale dei rifiuti radioattivi
14. Localizzare con trasparenza e coinvolgimento territoriale e realizzare il deposito per i rifiuti radioattivi a media e bassa attività.
V. Economia circolare
15. Facilitare la realizzazione di una rete impiantistica innovativa su tutto il territorio nazionale.
16. Semplificare l’iter tortuoso di approvazione dei decreti End of waste.
17. Penalizzare economicamente lo smaltimento dei rifiuti in discarica in modo più efficace,
18. Applicare l’obbligo di tariffazione puntuale su tutto il territorio nazionale.
19. Estendere l’obbligo di utilizzare i Criteri ambientali minimi (Green Public Procurement) agli affidamenti di qualsiasi importo e tipologia di opere, beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione e delle società miste pubblico/private e avviare un programma di formazione e controllo.
VI. Rigenerazione urbana, efficientamento energetico degli edifici e ricostruzione post terremoto
20. Approvare la legge contro il consumo di suolo.
21. Semplificare gli interventi di rigenerazione urbana.
22. Riordinare tutti i bonus edilizi in norme tecniche per l’efficientamento energetico e la messa a norma antisismica degli edifici.
23. Approvare il “Codice della ricostruzione” per essere più efficaci e celeri nell’affrontare le diverse e continue calamità naturali a cui è soggetto il nostro Paese.
VII. Mobilità sostenibile
24. Fermare i bonus per l’acquisto delle auto a combustione interna e privilegiare gli interventi a sostegno della riconversione industriale verso la mobilità elettrica e gli investimenti nelle infrastrutture di mobilità sostenibile a zero emissioni.
25. Promuovere il bonus mobilità sostenibile contro il caro energia e il caro auto.
26. Investire nuove risorse nel Trasporto Rapido di Massa.
27. Promuovere i piani integrati di mobilità nelle città e nei territori (PUMS) come piani locali di transizione.
28. Dare ulteriore impulso alla costruzione della rete di colonnine di ricarica elettrica pubblica.
29. Sostenere gli investimenti nella riconversione industriale, nell’economia circolare delle batterie e nella produzione di microprocessori.
30. Varare un nuovo piano trasporti e logistica delle merci.
31. Varare una revisione fiscale generale dei trasporti.
VIII. Trasporto ferroviario e pendolare
32. Far assumere al MIMS un ruolo di spinta e coordinamento della mobilità sostenibile nelle aree urbane.
33. Garantire in tutte le aree del Paese standard minimi di qualità sul trasporto ferroviario regionale.
34. Aumentare le risorse del Fondo nazionale trasporti recuperando i tagli effettuati.
35. Aumentare l’offerta di servizio con più treni, in particolare nelle aree urbane nelle ore di punta.
36. Rinnovare il contratto per i treni Intercity.
37. Continuare il rinnovo e potenziamento del parco circolante di treni.
IX. Ponte sullo Stretto di Messina
38. Abbandonare il progetto e rilanciare gli investimenti in collegamenti veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola.
39. Portare le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma.
40. Potenziare il trasporto via nave lungo lo Stretto.
41. Rafforzare i collegamenti in treno da Reggio Calabria a Taranto e Bari.
X. Agroecologia
42. Rendere pienamente operativa la legge sull’agricoltura biologica.
43. Velocizzare l’autorizzazione dei progetti di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (digestori anaerobici per produrre biometano dagli scarti agricoli o dai reflui zootecnici, impianti fotovoltaici sui tetti e agrivoltaici sui terreni agricoli).
44. Approvare il nuovo Piano di Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
45. Approvare la legge contro gli illeciti agroalimentari e le agromafie.
46. Non andare in deroga alle misure ambientali previste dal Piano StrategicoNazionale per la PAC.
XI. Aree protette, biodiversità, foreste e pesca
47. Garantire risorse adeguate per la tutela della biodiversità contro i cambiamenti climatici.
48. Rafforzare le norme per la tutela del capitale naturale.
49. Promuovere i Parchi a emissioni zero come laboratori privilegiati della transizione ecologica.
50. Riconoscere i servizi ecosistemici a beneficio delle comunità locali.
51. Tutelare il Mediterraneo e promuovere la pesca sostenibile.
52. Favorire la gestione sostenibile delle foreste.
XII. Inquinamento atmosferico
53. Riqualificare lo spazio pubblico urbano rendendolo a misura d’uomo.
54. Promuovere una drastica riqualificazione energetica degli edifici verso emissioni zero.
55. Garantire un efficace monitoraggio delle pratiche agricole per ridurre drasticamente le emissioni di ammoniaca.
56. Intensificare i controlli sulle fonti puntuali e diffuse delle aree industriali.
XIII. Gestione della risorsa idrica
57. Raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Direttiva quadro sulle acque (2000/60) da raggiungere nel 2015 e prorogati al 2027.
58. Pianificare gli usi dell’acqua
59. Ricostituire una regia unica .della risorsa idrica, a partire delle Autorità di bacino distrettuale.
60. Innovare il sistema agroalimentare italiano con finanziamenti fortemente orientati a favorire il minor consumo di acqua.
61. Avviare una diffusa azione di ripristino ambientale, con particolar attenzione alla rinaturazione fluviale in coerenza con gli impegni della Strategia Europea per la Biodiversità.
62. Ridurre le perdite degli acquedotti, dando priorità alla rete di distribuzione cittadina.
63. Completare la rete fognaria e realizzare interventi volti alla separazione delle acque reflue civili da quelle industriali e di prima pioggia.
64. Riqualificare gli impianti di depurazione esistenti, spesso inefficienti, sottodimensionati e in difficoltà, e costruire gli impianti nuovi.
65. Mettere al bando nella produzione e nella commercializzazione quelle sostanze inquinanti, persistenti e bioaccumulabili che stanno generando problemi di tipo ambientale e sanitario in alcune parti del Paese come i PFAS.
XIV. Bonifiche dei siti inquinati
66. Velocizzare l’iter autorizzativo e facilitare l’uso delle tecnologie in situ.
67. Istituire un fondo nazionale per la bonifica dei siti orfani.
68. Garantire l’autosufficienza di ogni Regione e Provincia autonoma rispetto allo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto.
XV. Riconversione industriale
69. Promuovere una giusta transizione in quei territori al centro di vertenze ambientali e occupazionali molto pesanti o dove sono attive ancora oggi le centrali a carbone da chiudere entro il 2025.
70. Promuovere l’innovazione ambientale di processo nei cicli produttivi attraverso incentivi del MISE finalizzati al rispetto del principio europeo DNSH (Do No Significant Harm, “non arrecare un danno significativo”).
XVI. Lotta all’illegalità e rafforzamento dei controlli
71. Approvare nuove norme in materia di lotta alla gestione illecita dei rifiuti, alle illegalità lungo le filiere agroalimentari, e per la tutela della fauna e della flora protette.
72. Finanziare un Programma nazionale di formazione in materia di contrasto ai fenomeni d’illegalità ambientale e contro il patrimonio culturale, rivolto a magistratura, forze dell’ordine, capitanerie di porto, personale delle Arpa, polizia municipale.
73. Approvare un emendamento di modifica dell’art.10 bis della legge 120/2020 sulla demolizione di opere abusive per ricondurre a un’interpretazione autentica della disposizione che affida ai prefetti la responsabilità degli abbattimenti in caso d’inerzia dei Comuni.
74. Chiudere con la stagione dei condoni edilizi, obbligando i Comuni a evadere definitivamente le richieste di sanatoria presentate con i tre condoni del 1985, 1994, 2003.
75. Approvare i decreti di attuazione della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (SNPA).
76. Rimuovere la clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista nella Legge 132/2016 sul SNPA.
77. Introdurre con una modifica normativa il finanziamento per le attività atte a garantire su tutto il territorio nazionale le prestazioni minime essenziali delle Arpa (Lepta).
78. Garantire l’accesso gratuito alla giustizia per le associazioni iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore.
XVII. Turismo
79. Dare seguito alla legge delega approvata dal Parlamento per avviare percorsi di trasparenza nell’affidamento delle concessioni balneari a partire dal 2024, inserendo criteri di premialità ambientale.
80. Avviare un percorso di rigenerazione del litorale costiero che ponga fine alla stagione delle proroghe delle concessioni balneari, combatta privilegi ed erosione costiera con stabilimenti più accessibili e sostenibili.
81. Avviare un piano per un litorale libero dalla plastica.
82. Individuare nei cammini e nei percorsi cicloturistici i primi assi di una nuova strategia turistica che abbia al centro un’idea originale e innovativa di turismo attivo e sostenibile.
83. Concentrare le azioni più significative su territori in grado di coniugare al meglio queste proposte e integrarle con le loro prospettive di sviluppo (parchi, aree marine protette, borghi, territori di montagna ed entroterra).
84. Sviluppare prodotti legati a turismo attivo, benessere e turismo slow.
85. Affrontare i problemi sociali e urbanistici generati dalle grandi piattaforme per gli affitti brevi, soprattutto nelle città d’arte.
XVIII.Piccoli Comuni
86. Dare attuazione alla legge 158/2017.
87. Completare il quadro normativo sulle Comunità energetiche rinnovabili.
88. Supportare le strutture tecniche e semplificare gli iter burocratici.
89. Superare il digital divide.
90. Riabitare i borghi.
91. Puntare per le aree interne su reti territoriali.
XIX. Istruzione, educazione e formazione
92. Promuovere un nuovo modello di governance dell’educazione capace di contrastare le varie forme di povertà educativa.
93. Favorire la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico di tutte le scuole entro il 2030.
94. Attivare competenze chiave e di cittadinanza per l’apprendimento permanente.
95. Ricostruire processi di valorizzazione della professionalità docente.
XX. Pace
96. Attivare politiche di disarmo soprattutto nucleare.
97. Sostenere una politica multilaterale nell’ambito delle nazioni Unite.
98. Condividere una necessaria riforma istituzionale per un’Europa più collegiale e partecipata.
99. Ripensare alle politiche di migrazione ragionando sulla proposta culturale di un paese multietnico nell’ambito delle politiche europee di accoglienza basate su una garanzia di diritti per tutti.
100. Investire nel nostro sistema nazionale di cooperazione, raggiungendo l’obiettivo di devolvere lo 0,7% della ricchezza nazionale in aiuto pubblico per lo sviluppo.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.