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Le categorie economiche: «La politica è lontana da famiglie e imprese» – La Provincia di Cremona e Crema

Le categorie economiche: «La politica è lontana da famiglie e imprese» - La Provincia di Cremona e Crema

CREMONA – Quello che la settimana scorsa era solo un timore da esorcizzare, si è trasformato giovedì in una realtà con le dimissioni di Mario Draghi e lo scioglimento delle Camere da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un esito a cui le categorie economiche hanno assistito attonite e di cui prendono atto con amarezza e vero e proprio sdegno.

RICCARDO CROTTI

Il presidente di Confagricoltura Lombardia e della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Riccardo Crotti, parla di «atto di grave irresponsabilità, considerato il momento difficile e delicato che stiamo attraversando: fra guerra, siccità e crisi alimentare. Mai come in questo momento ci sarebbe bisogno di certezze e stabilità per portare avanti il Pnrr e dare sostegno a famiglie e imprese. Invece adesso il Governo resta in carica per la sola gestione ordinaria. È incredibile come si sia potuto compiere un atto del genere. E poi ci si interroga su dove nasca la disaffezione dei cittadini verso la politica quando questi dimostrano un assoluto disinteresse per il Paese in un momento così grave. Dopo il coro di richieste di categorie e cittadini perché l’esperienza Draghi proseguisse, hanno deciso in barba a tutti. Siamo amareggiati perché ne va di mezzo il sistema Paese, quindi tutti i cittadini».

ANDREA BADIONI

«Con che coscienza i partiti possono dirsi rappresentativi se ignorano (per un opportunismo tanto bieco quanto inutile) gli appelli che arrivano da tutto il Paese?» Lo chiede il presidente di Confcommercio Cremona, Andra Badioni. Che aggiunge: «Come possono tornare a chiedere la fiducia alle prossime elezioni se hanno reso più incerto e fragile il futuro della nazione che si candidano a guidare? Per andare alle elezioni sarebbe bastato qualche mese, importantissimo per completare una stagione di riforme capaci di dare nuovo slancio alla crescita. Quella che si è consumata negli ultimi giorni è una delle pagine più brutte della politica, almeno negli ultimi trent’anni. Non nego i sentimenti di rabbia e indignazione per quanto è successo e per questo teatrino dell’assurdo in cui ciascuno cerca di attribuire ad altri delle quali non è comunque indenne. Un sistema politico fallito ha completamente dimenticato che il Paese, gli imprenditori e le famiglie hanno bisogno di risposte attraverso il Pnrr, la legge di bilancio e le riforme strutturali. Segna, questa crisi, la distanza tra la arroganza dei partiti e la vita reale. Molte imprese sono appese a un filo e aspettavano risposte necessarie per la loro sopravvivenza. I tempi sono strettissimi e non ammettono alcun passo falso. Alcune realtà economiche forse non arriveranno a vederlo questo nuovo governo. E le responsabilità vanno cercate anche nella nostra classe politica. Sono le ragioni per cui pretendiamo, almeno, un supplemento di responsabilità da parte di tutti. Anche i prossimi programmi elettorali devono partire dal dare risposte a queste emergenze. A tutti i candidati e ai partiti continueremo ad offrire la nostra piena collaborazione. Sperando che si ascoltino, diversamente da come è avvenuto ora, le esigenze del Paese».

MARCO BRESSANELLI

Il presidente della Libera artigiani di Crema, usa il termine «sconcertante», per definire quanto avvenuto, poi aggiunge: «Non ci saremmo aspettati una tale mancanza di responsabilità da parte della politica. Già avevamo stigmatizzato la scelta dei 5 Stelle e speravamo che questa crisi potesse rientrare, consapevoli che gli interessi del Paese sono superiori a quelli di partito. Gli stessi che hanno decretato la fine del governo — aggiunge Marco Bressanelli —, hanno creato il problema degli eco bonus e del super bonus con la cessione del credito. Adesso lo lasciano in sospeso. Le aziende non possono più andare avanti, sono bloccate e gli istituti di credito fermano tutto. Chi ora ha dato il la alla crisi è chi ha creato questo problema, ovvero il primo governo giallo verde. Poi c’è il disastro del Reddito di cittadinanza e la preoccupazione per la parte energetica. Ci aspetta un autunno difficilissimo, a cui Draghi stava cercando di dare risposte. Avremo problemi di approvvigionamento di materie prime e aziende che chiuderanno per mancanza di fondi, derivanti dal mancato pagamento della cessione del credito. Adesso ci attendiamo la solita marea di promesse della campagna elettorale. Speriamo stavolta gli italiani capiscano cosa è avvenuto e votino di conseguenza».

MASSIMO RIVOLTINI

Confartigianato esprime «forte preoccupazione» davanti alla crisi politica, «che coincide con una fase di estrema incertezza della congiuntura economica e dello scacchiere internazionale». «Ciò che è successo è davvero molto grave», afferma Massimo Rivoltini, presidente di Confartigianato Cremona. «Gli artigiani e le imprese hanno sempre espresso il loro positivo giudizio sull’operato del governo Draghi, ma neppure il recente appello di tutte le forze produttive della nostra provincia è servito ad evitare la crisi innescata da alcune forze politiche che sostenevano la sua maggioranza e che hanno voltato le spalle alle richieste di chi lavora e produce ignorando i bisogni reali del Paese. Siamo convinti che la crisi e la campagna elettorale in questo periodo sarebbero state assolutamente da evitare, con tutti i problemi sul tavolo. Speriamo che a pagare non siano ancora una volta le imprese ed i cittadini. Confidiamo quindi che le forze politiche, già da oggi, assicurino al Paese governabilità e stabilità in attesa delle prossime elezioni e che la classe politica che gli italiani indicheranno con il voto sappia onorare la missione di servizio nei confronti del Paese, impegnandosi con senso di responsabilità per dare all’Italia un governo saldo e coeso, in grado di affrontare le grandi sfide che ci attendono e di assicurare autorevolezza e dignità internazionale».

crisi

BERLINO TAZZA

Per Berlino Tazza, presidente di Asvicom Sistema e Impresa, «Draghi poteva rappresentare e ha rappresentato una guida sicura e autorevole ma, come ha dichiarato più volte, un governo di unità nazionale può operare solo in presenza di una coesione ampia e trasversale delle forze politiche. La decisione del presidente Mattarella di andare al voto il 25 settembre fa ben sperare nell’insediamento celere di un nuovo esecutivo che dovrà garantire, prima di tutto, il percorso di continuità in merito all’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Pnrr. L’Italia ha bisogno di un’agenda certa di interventi, erogazione di risorse concordate con Bruxelles, riforme negli ambiti strategici per favorire un salto di qualità tecnologico e imprenditoriale. Queste le priorità da garantire per il Paese: la traduzione in realtà del Pnrr insieme alla costituzione di un esecutivo capace di competenze e stabilità per affrontare inflazione, rincari energetici, varianti del Covid, i molteplici e gravi effetti della guerra in Ucraina».

GAIA FORTUNATI

Di «scenario preoccupante» parla Gaia Fortunati, presidente della Confesercenti della Lombardia Orientale sede territoriale di Cremona: «Il venir meno di questo Governo creerà parecchie difficoltà nel nostro Paese e a livello internazionale, dato che finalmente questo governo era in sintonia con l’Europa. Siamo attoniti e prendiamo atto con amarezza. Quotidianamente il nostro impegno è sostenere il lavoro e far crescere le Pmi. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno di una politica che ci aiuti. Ma anche stavolta non è così. In questi giorno abbiamo assistito ad una politica che di certo non ha dato il meglio di sé. La caduta del governo Draghi blocca la parte strategica dell’azione politica quando sul tavolo ci sono importanti ‘partite’, da quella energetica al Pnrr alla siccità, senza dimenticare il Covid che ancora persiste. Le imprese sono in ginocchio a causa di forniture energetiche ridotte all’osso con costi esorbitanti. La politica deve anteporre i bisogni reali del Paese. Subiamo una crisi di governo che auspicavamo potesse trovare soluzione nella normale dialettica politica, ma ora a pagare saremo ancora una volta noi commercianti e cittadini».

SONIA CANTARELLI

Per la presidente di Apindustria Confimi Cremona, «la crisi è qualcosa di incomprensibile. In un momento così difficile per il Paese — aggiunge Sonia Cantarelli —, esisteva una sola scelta: quella di portare avanti il Governo Draghi e con esso, a compimento, le fondamentali riforme che l’Italia stava attendendo. Stiamo vivendo una situazione economica difficilissima per imprese e famiglie. Invece di affrontare i problemi e impegnarsi sulle riforme necessarie per superare questa fase, viene innescata una crisi di governo, frutto esclusivamente di logiche partitiche ed ambizioni personali, che nulla hanno a che fare con il bene del Paese. Cittadini ed imprese sono stati ignorati nella loro richiesta corale di non disperdere le energie e gli sforzi in una fase così cruciale, che aveva al centro tematiche fondamentali: dall’approvazione del decreto Aiuti, alla legge di Bilancio ai decreti attuativi del Pnrr. Quello che è accaduto è una profonda ferita, che mina, ancora una volta, la nostra credibilità e la nostra reputazione internazionale. Ora si apre una fase di campagna elettorale nella quale è difficile auspicare che il confronto possa avvenire nel merito di ciò che serve realmente per il bene dell’Italia. Questa però, dopo aver sperato fino all’ultimo che il senso di responsabilità prevalesse, rimane la mia speranza: una campagna elettorale in cui al centro del dibattito ci siano proposte concrete per superare le profondi difficoltà che stiamo vivendo con uno sguardo proiettato verso le future generazioni».

MARCELLO PARMA

La Cna esprime «forte preoccupazione davanti alla crisi politica, pur nel rispetto della sovranità parlamentare, che coincide con una fase di estrema incertezza della congiuntura economica e dello scacchiere internazionale». Guidata dal presidente Marcello Parma, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, sottolinea che il contesto «avrebbe richiesto coesione e responsabilità nella ricerca di scelte e interventi per evitare che imprese e famiglie paghino un prezzo altissimo». Preoccupazione inoltre sulla «capacità di rispettare le scadenze vincolanti per beneficiare delle ingenti risorse del Pnrr e di rispondere alle decine di migliaia di imprese che rischiano il fallimento a causa del blocco dei crediti legati agli ecobonus». La Confederazione «auspica che le forze politiche assicurino al Paese governabilità e stabilità per affrontare le enormi sfide che ci attendono e consentire al sistema delle imprese di contribuire allo sviluppo».

(HA COLLABORATO STEFANO SAGRESTANO)

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